Omicidio di Sana Cheema: mazzette in Pakistan per alterare i risultati dell'autopsia

Omicidio di Sana Cheema: mazzette in Pakistan per alterare i risultati dell'autopsia

di Claudia Guasco
MILANO Soldi per alterare i risultati dell’autopsia di Sana Cheema. Un team della Forza anticorruzione (Ace) del Pakistan ha arrestato ieri due persone, un vice ispettore di polizia e un dipendente dell’Agenzia di scienze forensi del Punjab (Pfsa), per aver chiesto e ricevuto una tangente per modificare - senza però riuscirvi - il rapporto dell’autopsia sull’omicidio della giovane italo-pachistana.

PRESUNTA MAZZETTA ALL’ISPETTORE
Sana Cheema aveva 25 anni e abitava a Brescia. Una vita autonoma e indipendente, con un lavoro in un’agenzia di pratiche automobilistiche creata da lei e un fidanzato che voleva sposare. Ma la famiglia ha detto no, per lei era stato scelto un altro uomo. Così, quando è tornata in Pakistan per stare accanto alla sorella che stava per partorire, lo scorso 18 aprile - poche ore prima del suo viaggio di ritorno in Italia - è stata strangolata dal padre e dal fratello. Solo l’allarme degli amici bresciani ha permesso che la morta di Sana non restasse impunita: hanno denunciato il caso, ottenendo l’apertura di un’inchiesta e la riesumazione del corpo della ragazza, il cui funerale è stato celebrato in tutta fretta per nascondere i segni di strangolamento.
A quanto si apprende da fonti pakistane, dopo l’omicidio una persona originaria del distretto di Gujrat, Muhammad Naveed, avrebbe avvicinato il vice ispettore di polizia Maqsood Ahmad proponendogli una somma di denaro per alterare il rapporto dell’autopsia di Sana ed attribuire la sua morte «a cause naturali». L’ispettore avrebbe quindi preso contatto con un impiegato della Pfsa, tale Mohsin, per mettere in atto il piano, al prezzo di 600.000 rupie (quasi 4.500 euro). Ma quando il rapporto dell’autopsia è stato reso noto, conteneva una ipotesi di morte per strangolamento e non per cause naturali. Così Naveed si è tirato indietro e ha chiesto il rimborso della somma versata ai due, che si sono però rifiutati. A questo punto l’uomo si è recato alla polizia del Punjab presentando una denuncia che, dopo una verifica da parte dell’Ace, ha portato all’arresto del vice ispettore e del dipendente della Pfsa. Ora la Forza anticorruzione sta valutando se prendere misure anche nei confronti dell’uomo che ha cercato di aiutare la famiglia a nascondere l’omicidio di Sana, o lasciarlo libero come «ricompensa» per aver denunciato i due funzionari corrotti.

Ultimo aggiornamento: Sabato 2 Giugno 2018, 20:50
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