«Perché fuggire? - si chiede Battisti - Sono protetto, il decreto Lula non può essere revocato: ormai sono passati cinque anni». L'uomo, in Italia condannato per quattro omicidi ma protetto dallo Stato sudamericano ha spiegato che: «Questa cosa che stavo fuggendo non sta in piedi, non sono un rifugiato politico sono un immigrato con un visto permanente, io posso uscire da questo paese come e quando voglio, senza nessuna restrizione, ho tutti i diritti brasiliani». E poi «da cosa stavo fuggendo? L'unico paese in cui sono protetto è questo». L'ex terrorista dice di non aver mai avuto intenzione di andarsene dal Brasile: «Voglio costruirmi una casetta qui - ha aggiunto - ma dovrò aspettare.
Nonostante alcune strane manovre per mandarmi in Italia».
Secondo Battisti le autorità brasiliane lo avrebbero fermato con l'«intenzione di configurare un reato». «È stato terribile - racconta davanti alle telecamere - Sono rimasto chiuso in commissariato per tre giorni, in una cella senza luce, a terra, sporco e maleodorante. Mi provocavano, c'era un clima di euforia. Poi, quando è arrivato l'habeas corpus, sembrava un funerale, tutti con la faccia accigliata», ha aggiunto l'ex terrorista.
Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Ottobre 2017, 20:35
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