Zona bianca e movida, ecco perché non è un liberi tutti

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di Mario Ajello

Italia zona bianca. Però. Da lunedì torna la normalità. Però. Tutti più liberi. Però. Ecco, cambia tutto dopo il lungo tunnel pluriennale del Covid nella vita delle persone ma il tutto che cambia non è completo e ancora resteranno in vigore delle forme di auto-tutela a cui è bene attenersi in questa coloritura - sempre più di bianco - che la Penisola sta per darsi grazie al momentaneo successo, ma la battaglia non è vinta per sempre e colpi di scena inglesi (variante indiana) devono convincerci di questo, sulla pandemia.

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Le restrizioni

La certezza c’è già ma occhio: da lunedì molte più cose si potranno fare in gran parte del Paese, minori saranno le restrizioni, ma restrizioni si avranno ancora. Bisognerà tenere le mascherine sul volto - e guai a credere che non servano più, sono necessarie eccome - e occorrerà rispettare come sempre il distanziamento sociale. Assembramenti, no grazie. Eserciti di sudati, come lo scorso anno, a contatto diretto significherà tornare indietro e non andare avanti. Vorrà dire di non aver capito niente di che cosa è stato il rischio pandemico e di che cosa può sempre essere: qualcosa che ritorna o che non va più via.

Discoteche

Non si potrà ballare, non ancora, la discoteca resterà luogo inaccessibile. Chiuse saranno. Anche nelle zone bianche. Le ipotesi sul tavolo del governo prevedono una possibile riapertura a luglio, condizionata dalla presentazione del green pass all’ingresso. Ma bisognerà  vedere come vanno i dati del contagio prima di prendere decisioni in proposito, dicono al ministero della Salute. 

Comunque finisce il coprifuoco. Stavolta tocca a Lazio, Lombardia (la Regione più colpita in assoluto dall’epidemia che diventa bianca è davvero un punto di svolta), Piemonte, Puglia, Emilia Romagna e Provincia di Trento, che si aggiungono alle virtuose Abruzzo, Liguria, Veneto, Umbria, Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Molise (già diventate bianche nelle settimane precedenti).

Per legge, servono tre monitoraggi consecutivi con un’incidenza settimanale sotto i 50 casi per centomila abitanti per consentire a una regione di guadagnarsi lo scenario con minori restrizioni. Una soglia sotto cui ormai sono scese tutte le Regioni: la media nazionale attualmente è al 25. Come dire: il Paese è già fuori pericolo, serve solo il tempo per vederlo confermato. E infatti con il monitoraggio di oggi scatta anche il conto alla rovescia per altre sette regioni che puntano alla zona bianca dal 21 giugno: Sicilia, Marche, Toscana, Provincia di Bolzano, Calabria, Basilicata e Campania.

Resta fuori solo la Val d’Aosta, che potrebbe essere dichiarata zona bianca solo lunedì 28 giugno.

Vaccini

La certezza che le cose andranno proprio così, e che la situazione non potrà che migliorare nelle prossime settimane, è tutta nella potenza di fuoco della campagna vaccinale: che macina ogni giorno numeri da capogiro. Ha superato ormai il 44% la percentuale di italiani che hanno ricevuto la prima dose, il 22,5% risulta completamente vaccinata. E alle iniezioni è legato fortemente l’andamento della curva. Più sono i vaccinati meno risultano i contagi, ma soprattutto meno sono ricoveri e decessi. Col risultato che nonostante il Paese di fatto abbia “riaperto” da oltre un mese, coi contatti sociali che si sono intensificati oltre ogni aspettativa, le cose non fanno che migliorare.

L'allarme

Sono allarmanti, invece, i dati del rapporto prodotto dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dall’Istituto superiore di sanità (Iss) sulla mortalità in Italia. «Nel 2020 - si legge nel documento - il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra: 746.146, 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% di eccesso)». E non solo. Tra marzo e dicembre 2020, «si sono osservati 108.178 decessi in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019 (21% di eccesso)». La fascia di età in cui si riscontra un’incidenza maggiore di morti Covid-19 su quelli totali è quella 65-79 anni, con 1 vittima su 5 attribuibile al Coronavirus.

E comunque, la vicenda del vaccino AstraZeneca che pregiudica la possibilità di tenere i ritmi dell’immunizzazione serrati come lo sono stati negli ultimi tempi, più la considerazione che in Inghilterra già considerata fuori dall’incubo si sta riaccendendo la paura per la variante indiana, spingono alla prudenza le autorità sanitarie e devono far pensare a tutti che non tutto è finito.

Riaperture e zona bianca non è il liberi tutti e del tutto, insomma. Anche se in zona bianca i bar e i ristoranti sono aperti senza limitazioni di orario, pure la sera e al chiuso. E nessun tetto massimo per il numero dei commensali è fissato, se i tavoli sono all’aperto. Se viceversa sono al chiuso, il tetto è di sei persone che possono essere conviventi o come si diceva mesi fa «affetti stabili» ma anche semplici amici. Per entrare o uscire dal locale, per andare in bagno, per rivolgersi ai camerieri e agli esercenti dei locali pubblici resta obbligatoria la mascherina. Idem l’igienizzazione delle mani. Una vita più libera, ma non del tutto, e l’importante è dimostrare a noi stessi di sapercela meritare senza esporci a rischi inutili o credere che la nottata è passata per sempre e non tornerà più.

 

Ultimo aggiornamento: Sabato 12 Giugno 2021, 20:38
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