Un’Italia che inizia a cambiare colore. È quanto ci si attende da questo fine settimana. Venerdì infatti, i dati del nuovo monitoraggio delle Regioni verranno presentati alla cabina di regia del Ministero della Salute per essere riesaminati. Per la prima volta dal lancio del meccanismo dei 21 indici, in base alle ordinanze di Speranza attese per sabato o domenica, si considererà di retrocedere alcuni territori. Indiziati principali Lombardia e Piemonte che dallo scenario di massimo rischio assegnatogli per prime con il Dpcm del 3 novembre dovrebbero passare all’arancione. Le due caselle però potrebbero essere da subito impegnate nuovamente: Puglia e Sicilia infatti, sono considerate a forte rischio.
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Covid, il bollettino
In attesa dei dati di venerdì, quelli del consueto bollettino pubblicati ieri e riferiti alle 24 ore precedenti, hanno rimarcato ancora il sostanziale equilibrio raggiunto nel Paese. Se è vero infatti che sono saliti i nuovi casi registrati (25.853, 2mila in più di martedì), lo hanno fatto a fronte di numero di tamponi decisamente maggiore: 230mila ieri, 189mila il giorno precedente. A diminuire nelle ultime 24 ore sono invece i decessi (722, -133 rispetto a martedì) e soprattutto i guariti-dimessi: ben 31.819, circa 11mila in più del monitoraggio del giorno prima. Numeri incoraggianti che fanno scendere il totale dei ricoverati con sintomi a 34.313. Da segnalare inoltre come a livello territoriale le regioni con il maggior numero di contagi restino Lombardia (5.173), Piemonte (2.878), Campania (2.815), Veneto (2.660), Emilia Romagna (2.130) e Lazio (2.102).
Retrocessione
Eppure, proprio le prime due sono destinate a cambiare casacca.
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Sembrerebbe invece non essere ancora arrivato il momento per un allentamento nelle altre regioni rosse che, trascorse le 3 settimane minime necessarie, avrebbero facoltà di cambiare colore: Valle d’Aosta e Calabria. Se quest’ultima paga un monitoraggio completamente saltato e un sistema sanitario precario, la prima già la settimana scorsa aveva un Rt ormai accettabile (1.14) ma non è ancora riuscita a diminuire la pressione sulle terapie intensive (+16 nell’ultime 24 ore). Per quanto riguarda invece Puglia e Sicilia, non c’è ancora alcuna certezza. Per la prima i dati parlano di una grossa frammentazione provinciale con Foggia e Barletta-Andria-Trani più interessate dal contagio del resto dei territori. Sul tavolo quindi, anche la finora inapplicata carta delle zone rosse localizzate. In Sicilia invece, si attende il termine dell’ispezione dei Nas inviata dalla Sanità dopo il caos sui dati truccati ma potrebbe anche tingersi di rossa.
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Nulla dovrebbe cambiare per le regioni restanti. Non solo perché c’è da attendere che le misure applicate a novembre facciano il loro corso’, quanto perché ogni ulteriore valutazione è sospesa in attesa del nuovo Dpcm che, in vista del Natale, modificherà almeno in parte ciò che è e non è possibile fare in zona gialla.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Novembre 2020, 15:59
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