Terza dose anticipata anche per gli under 40 e Green pass valido 9 mesi: il piano allo studio

Il numero di casi in 24 ore torna ai livelli di maggio. Il governo: per ora nessuna misura. Allo studio il Green pass valido 9 mesi e l’apertura dei richiami a tutte le fasce d’età

Video

di Mauro Evangelisti

Prima di modificare il Green pass, riducendone la durata a nove mesi, sarà chiesto il parere dal Comitato tecnico scientifico. Stessa scelta per l’obbligo di terza dose riservato agli operatori sanitari. Il governo prende tempo e oggi al consiglio dei ministri non ci saranno provvedimenti sul Covid in esame. Ieri il direttore di Aifa, Nicola Magrini, ha confermato quanto anticipato dal Messaggero nei giorni scorsi: dopo Natale saranno disponibili i due nuovi farmaci anti Covid (Merck e Pfizer). Magrini ha anche detto che il vaccino Pfizer per i bambini di 5-11 anni sarà approvato entro fine mese.

Covid, i numeri

Nel frattempo la corsa dei contagi prosegue, anche se è meno travolgente che nel resto d’Europa. Per ora. In fondo è più un traguardo psicologico che una reale impennata. Il numero dei casi positivi è tornato sopra quota 10.000 (non succedeva da maggio), ma rispetto al mercoledì della settimana precedente c’è un incremento del 28 per cento. Sulla carta c’è una diminuzione della velocità di crescita: mercoledì scorso, rispetto a quello precedente, il balzo era stato ben più vistoso, del 52 per cento. Non significa però che la situazione sia sotto controllo. Tutt’altro. Per vari motivi: il tasso di positività dei tamponi non è basso, è all’1,9 per cento; oltre ai 72 decessi, ci sono da registrare altri 95 posti letto occupati da pazienti Covid. L’ondata del contagio, proveniente da Est, si sta spostando progressivamente. Il Friuli-Venezia Giulia, con 1,2 milioni di abitanti, ha 687 casi (se il Lazio avesse numeri simili, conterebbe 3.500 infezioni in un giorno, invece delle 944 di ieri); il Veneto è in salita rapida (1.435) ed ora l’onda ha raggiunto la Lombardia (1.858). Probabile il passaggio di alcune regioni in giallo da domani (Friuli-Venezia Giulia e Provincia autonoma di Bolzano), ma ciò che preoccupa è cosa succederà fino a Natale: la curva continuerà a salire o eviteremo picchi drammatici come quelli che stanno vedendo Germania? Per questo si studia un provvedimento che renderà obbligatoria la terza dose per operatori sanitari e Rsa.

Video

Green pass e terza dose anticipata

Il passaggio successivo sarà rendere più incisivo il Green pass. C’è allo studio la riduzione della sua durata: dagli attuali 12 mesi a 9. L’ipotesi circola da giorni, ma la riflessione è lunga perché il governo è consapevole che qualche controindicazione questa decisione potrebbe averla.

In primis: si confondono le idee ai cittadini e si cambiano le regole in corsa. Inoltre, se questo provvedimento non venisse accompagnato da una apertura delle terze dosi a tutte le fasce di età, si penalizzeranno molte persone che hanno completato il ciclo vaccinale nei primi tre mesi del 2021. Dal primo dicembre potranno ricevere la terza dose tutti gli over 40, già oggi gli over 60. Prendiamo però un insegnante di 39 anni che, con senso di responsabilità e desiderio di tutelare la propria salute e quella dei suoi studenti, ha completato il ciclo vaccinale a febbraio-marzo. Se non gli si consente di ricevere la terza iniezione che rinnova la durata, presto si troverà senza Green pass. Esattamente come un no vax che invece si è messo di traverso. Non solo: un recente e approfondito studio condotto in Israele conferma che la protezione dei vaccini diminuisce dopo sei mesi a tutte le età, non solo per i più anziani. Questo insegnante andrebbe in classe senza protezione, proprio nei giorni in cui in molte classi si stanno registrando vasti focolai. Lo stesso ragionamento potrebbe valere per un poliziotto, un vigile urbano o un ricercatore universitario under 40. «Sarà inevitabile, con il taglio della durata del Green pass, aprire a tutte le età le terze dosi» spiega una fonte vicina al Ministero della Salute. Ma perché il governo ha deciso di ridurre la validità del certificato verde? Due motivi: il primo, appunto, è legato al decadimento della protezione; il secondo: far scadere prima i Green pass è un modo per convincere le persone a correre a prenotare la terza dose in vista di un inverno difficile. L’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato, addirittura ha proposto di ridurre a cinque mesi (oggi sono sei) il lasso di tempo che deve passare tra seconda e terza dose.

Doppia velocità 

L’altra misura sul tavolo, ma che sarà tarata sulla base dell’andamento dei contagi, è quella del Green pass a doppia velocità (un’applicazione all’italiana del sistema 2G tedesco). Per andare al lavoro va bene anche il test antigenico nelle ultime 48 ore, ma per attività ricreative come il ristorante o lo stadio la certificazione verde va collegata solo alla vaccinazione o all’immunità dopo la guarigione. Questa, al momento, è solo un’ipotesi, simile alle “restrizioni solo per i non vaccinati” chieste da molti governatori perché in questo modo si evita un nuovo colpo letale all’economia, con altre chiusure generalizzate, per bar, ristoranti, teatri e cinema. Ieri la Federazione italiana aziende sanitarie ospedaliere (Fiaso) ha confermato: negli ultimi sette giorni il 74 per cento dei ricoverati in terapia intensiva non aveva ricevuto alcuna dose di vaccino o completato il ciclo vaccinale. Un dato molto alto già di per sé, ma ancora più significativo se si pensa che i non vaccinati sono una netta minoranza nel Paese. In sintesi: una minoranza (i non vaccinati) conta molti più casi gravi di una maggioranza (i vaccinati). Si tratta di un concetto semplice che a volte qualche esponente politico stenta a comprendere (non avviene però tra i presidenti di Regione, di qualsiasi partito, perché vedono gli ospedali dei loro territori combattere, ogni giorno, contro la pandemia).


Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Novembre 2021, 01:26
© RIPRODUZIONE RISERVATA