Scuole chiuse a gennaio? Regioni in ordine sparso e divise su test o vaccini prima di tornare in presenza

Ieri c'è stata una riunione governo-regioni su questo tema

Scuole chiuse a gennaio? Regioni divise sui test prima di tornare in presenza

di Stefania Piras

Scuole chiuse o aperte? Con l'impennata di contagi che attraversa tutta l'Italia il dubbio rimane. Cosa può succedere? Il governo ha sempre considerato una priorità assoluta la scuola in presenza. Anche le regioni, su questo, sono allineate: bisogna scongiurare il più possibile la didattica a distanza. L'allentamento del regime di quarantena per i vaccinati con la terza dose va in questa direzione. E le regioni vogliono trasferire questa flessibilità anche nelle scuole Propongono che solo con due positivi non vaccinati in classe si debba andare in Dad. Suggeriscono di prevedere, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l'autosorveglianza (5 giorni) per i ragazzi vaccinati e la quarantena di 10 giorni con Dad (quest'ultimo caso laddove previsto) e test al termine dell'isolamento per i non vaccinati. Nelle scuole dell'infanzia resterebbe la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo. 

Ciascun presidente di regione esplicita e declina i dubbi a seconda della situazione epidemiologica che trova sul proprio territorio. Il rischio, come già successo, è che si vada in ordine sparso. Intanto, il 5 gennaio si terrà il consiglio dei ministri che discuterà se estendere l'obbligo del Super Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro che potrebbe spingere alla vaccinazione gli adulti che ancora recalcitrano.

Ieri c'è stata una riunione tra i ministri Bianchi e Speranza e gli assessori regionali alla salute. Le regioni vogliono allentare le quarantene anche nel mondo della scuola. «Garantire il più possibile l’attività scolastica in presenza, velocizzare ed incentivare la vaccinazione della popolazione pediatrica, mettere in campo azioni per garantire tassi di ospedalizzazione sostenibili», scrivono in una nota il Presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, e l’assessore dell’Emilia-Romagna, Raffaele Donini, coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni. «Si è trattato di un incontro positivo e costruttivo in cui abbiamo prospettato al Governo alcune ipotesi di intervento che, sulla falsariga di quanto è stato fatto con l’ultimo decreto, alleggeriscano anche il mondo della scuola sul fronte dei protocolli, delle quarantene e dei tamponi attualmente previsti. Si tratta di proposte tecniche – proseguono Fedriga e Donini - che vogliamo approfondire e condividere con l’esecutivo con il duplice obiettivo di proteggere gli ospedali gravati sempre più da ricoveri dovuti a SARS-COV2 e permettere una ripresa dell’anno scolastico in presenza, considerando l’andamento della curva epidemica che appare trainato proprio da una progressione importante nella fascia che va da 6 a 13 anni». 

L'ipotesi allo studio: in classe anche con tre positivi

Rompe le righe, per prima, la regione Abruzzo che fa slittare la riapertura post vacanze al 10 gennaio per sottoporre gli studenti ai test. In sostanza: prima i tamponi e poi le lezioni. I bimbi e i ragazzi abruzzesi dovevano tornare a scuola il prossimo venerdì 7 gennaio. Non sarà così. Si torna lunedì 10 gennaio. Il presidente Marco Marsilio ha firmato l'ordinanza che posticipa la data di riapertura delle scuole. «Uno slittamento - viene spiegato in una nota - reso necessario dall'esigenza di effettuare lo screening e garantire un ritorno in classe in tutta sicurezza».  Le attività didattiche saranno sospese nelle giornate del 7 e 8 gennaio 2022 per fare tracciamento. Dal 7 al 9 gennaio ci sarà una  «campagna di screening nelle scuole di ogni ordine e grado, mediante testing antigenici rapidi di ultima generazione, con alta specificità e sensibilità, demandandone le modalità organizzative alle Asl, con il coordinamento del referente regionale per la vaccinazione Covid e in raccordo con i team operativi del commissario straordinario per l'emergenza Covid- 19, con l'Anci Abruzzo e con l'Ufficio scolastico regionale. Una delle giornate di lezioni perse sarà recuperata a Carnevale, il primo marzo, quando si andrà regolarmente a scuola.  

In Emilia Romagna la sicurezza degli studenti viene subordinata più alla vaccinazione. «Più gente si vaccina e più diventa diventa obbligatorio farlo, più potremmo garantire che le scuole siano in presenza, c'è poco da fare», ha detto Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna, ospite di Pomeriggio Cinque su Canale5 rispondendo a una domanda sull'eventualità che le scuole ripartano in Dad fino al 31 gennaio. 

La Campania vorrebbe adottare una soluzione ancora diversa per i soli bimbi delle elementari: scuole chiuse per un mese ma non per fare test e tamponi bensì per vaccinare e dare quindi una prospettiva più a lungo termine. Lezioni a distanza solo per un mese e poi tutti in classe, da vaccinati. Per il virologo lombardo Fabrizio Pregliasco posticipare la riapertura delle scuole «effettivamente sarebbe un intervento che potrebbe mitigare un pò la diffusione» dei contagi Covid, considerando che «i bimbi già con la variante Delta sono più coinvolti che con il virus originale e adesso c'è la Omicron» che corre, quindi «in gran quota sono ancora suscettibili» all'infezione. Per quanto bisognerebbe rimandare il ritorno in classe? «Una settimana almeno, meglio 2 - risponde - da sfruttare anche per far decollare la campagna vaccinale rivolta ai 5-11enni». «Anche guardando ai dati - osserva l'esperto - si vede come sono coinvolti» i giovanissimi «in termini percentuali.

Quindi «ritardare il rientro in aula «potrebbe essere una scelta ragionevole. La priorità è la scuola in presenza - precisa - però bisogna anche valutare l'andamento dell'epidemia».

L'Umbria si muove lungo la stessa direttrice dell'Abruzzo. Scuola in presenza ma prima è necessario testare i ragazzi per farli tornare in classe il più possibile da negativi. La Giunta regionale dell' Umbria, su proposta dell'assessore Paola Agabiti, ai fini della ripresa regolare delle attività didattiche dell'anno scolastico, ha approvato l'estensione dal primo fino al 12 gennaio 2022 del programma di somministrazione di test diagnostici antigenici rapidi, su base volontaria e gratuita, per la identificazione di eventuali casi di positività al contagio da SARS-CoV-2, agli studenti iscritti alla scuola secondaria di primo e secondo grado, statale e paritaria, e ai percorsi di Istruzione e formazione professionale (Iefp), svolti sia presso gli Istituti professionali statali, in regime di sussidiarietà, che presso le Agenzie formative autorizzate. I test potranno essere fatti nelle farmacie private e pubbliche che hanno aderito all'accordo con la Regione Umbria.

Anche le Marche puntano sullo screening. Ad Ancona è stato allestito il primo punto tamponi Drive-through della Marina Militare nelle Marche e in Italia dedicato alla popolazione scolastica. Allestito presso la sede della Marina a Piano San Lazzaro di Ancona per lo screening degli studenti delle scuole della provincia del capoluogo marchigiano, potrà supportare anche le altre province. L'obiettivo è evitare la didattica a distanza. Qui si potranno sottoporre a test per individuare una eventuale positività al Covid, dai bambini che frequentano il nido fino agli studenti delle università nel momento in cui si verificano casi positivi all'interno della classe o della comunità educativa. Le prenotazioni avverranno sulla piattaforma dell'Asur sulla quale verranno inseriti anche i dati di refertazione. La popolazione scolastica sarà sottoposta a test antigenico rapido a tempo zero, successivamente il tampone rapido sarà ripetuto a 5 giorni per l'intera classe. Ogni caso positivo dovrà essere confermato con il test molecolare, che dovrà essere ripetuto prima del rientro in classe. 


Ultimo aggiornamento: Domenica 2 Gennaio 2022, 12:32
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