Governo, la prima lite è sullo sci. Lega contro Speranza: «Ordinanza irrispettosa»

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di Michele Di Branco

Lega in pressing su Mario Draghi per risarcire, da subito, l’industria dello sci invernale devastata per tutto la stagione dalle chiusure (per ben quattro volte è slittato il disco verde) e beffata dalla decisione in extremis del ministro della Salute Speranza, che ha ordinato di tenere ancora una volta serrati gli impianti a poche ore dalla riapertura. Una mossa che ha causato la prima grana politica al nuovo premier e che mandato su tutte le furie il partito di Matteo Salvini, pronto a muovere Massimo Garavaglia. 

Sci, rivolta contro chiusure. «Dieci miliardi di danni». Garavaglia: colpa del governo

«Il danno subito dagli operatori della montagna per la mancata apertura va indennizzato al più presto, già nel prossimo decreto» ha tuonato il neo ministro del Turismo che ha accusato il ministro Speranza di aver deciso tutto da solo («È assurdo»), senza informare nessuno con una «ordinanza irrispettosa». Uno stop a poche ore dal programmato via libera che manda in fumo 10 miliardi e mette in ginocchio tutto un settore. Il ministro Speranza ha replicato che la salute viene prima di tutto, respingendo al mittente le accuse, facendo salire la tensione nell’esecutivo.

IL DOSSIER
In verità il dossier sci era già in cima alle priorità nello schema del decreto Ristori quinques messo a punto dal Tesoro. Ma ora la pratica sta subendo un’accelerazione. La Lega, spalleggiata soprattutto da Italia Viva, punta ad una soluzione rapida - si calcola un possibile pacchetto di indennizzi da 4 miliardi di euro, pari circa all’80% delle perdite accusate dal settore - ma probabilmente ci sarà da aspettare ancora alcuni giorni. Il nuovo governo incasserà la fiducia solo a metà settimana e soprattutto, da quanto filtra da ambienti della maggioranza, Draghi vuole che il pacchetto sci (gli indennizzi riguarderanno non solo l’attività scioviaria e impiantistica, ma anche albergatori, esercenti, ristoratori e maestri di sci di tutta Italia) sia parte integrante (e non fuori sacco) rispetto al Decreto.

Di sicuro, per usare le parole di Garavaglia «è evidente che la stagione è finita: pensare di mettersi in campo dopo il 5 marzo senza certezze oggettivamente non ha senso». 

Non solo: la Lega pretende un iter rapido del Decreto, per evitare che i beneficiari non siano costretti ad aspettare i 60 giorni necessari (con tanto di emendamenti parlamentari) per la conversione in legge.

Il dossier sci, ovviamente, andrà armonizzato con gli altri ristori. Per finanziare il decreto il governo ha a disposizione 37 miliardi. Ai 32 miliardi di deficit aggiuntivo, secondo lo schema avviato dal precedente governo, vanno aggiunti circa 5 miliardi del decreto Ristori 4. Il provvedimento avrebbe dovuto prevedere un conguaglio delle perdite sul 2020 e il superamento dei codici Ateco con un nuovo sistema di indennizzi basato sulle effettive perdite di fatturato per l’intero 2020. 

LA SOGLIA
Una delle incognite da sciogliere è capire se la soglia per le perdite sarà confermata al 33% o modificata e se il calcolo delle perdite farà riferimento all’intero 2020 o solo a un semestre. Dovrebbero essere previsti anche aiuti a professionisti e autonomi, come nelle intenzioni del Governo Conte-bis. Musei, cinema, teatri, ristoranti, bar, centri commerciali, alberghi, palestre sono tra i settori maggiormente colpiti dalla pandemia e ai quali spettano i ristori. Che saranno estesi anche alle attività della filiera, tagliate fuori dagli interventi realizzati nel corso del 2020. Corposo il dossier lavoro. L’ex ministra, Nunzia Catalfo, aveva previsto un pacchetto da circa 10 miliardi, con un miliardo e mezzo di dote per l’anno bianco degli autonomi, e un altro miliardo per Reddito di emergenza e di cittadinanza. 
 


Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Febbraio 2021, 10:37
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