Elly Schlein nuova segretaria, il Pd svolta a sinistra: «Saremo un problema per il governo»

Nel voto dei gazebo la deputata supera il governatore dell’Emilia-Romagna. Spoglio a rilento, un milione di votanti

Schlein nuova segretaria, il Pd svolta a sinistra «Saremo un problema per il governo»

di Andrea Bulleri

La vittoria arriva dopo un lungo testa a testa, quando prima di mezzanotte Stefano Bonaccini concede la resa. Elly Schlein è la nuova segretaria del Pd. Non era mai accaduto, nella storia delle primarie dem, che il risultato dei gazebo rovesciasse il verdetto degli iscritti. Stavolta però è andata proprio così. 
 

Elly Schlein, chi è il nuovo segretario Pd. Prima donna alla guida del Partito Democratico

All’80% dello spoglio – secondo i dati ufficiali comunicati dal Nazareno – la deputata vince col 53,8%, contro il 46,2% del governatore emiliano. È uno dei risultati più bassi dei quindici anni di primarie dem, nonostante i candidati fossero solo due. Mai la base degli elettori del Pd era stata così spaccata, insomma. «Ce l’abbiamo fatta, abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione», esulta lei a mezzanotte. «Il mio è un mandato chiaro per cambiare». Poi il ringraziamento allo sfidante sconfitto: «Grazie Stefano per il confronto alto e rispettoso che abbiamo avuto, da domani lavoreremo insieme per l’unità». Schlein, 37 anni, prima donna alla guida del Nazareno, è in vantaggio fin da subito, quando i seggi chiudono e comincia lo spoglio. I dati che dalle 8 di sera in poi cominciano ad affluire dai circoli dem ribaltano i pronostici della vigilia: la deputata è avanti in 14 regioni su 20. Per i supporter di Bonaccini, è una doccia fredda. Lui intorno alle 11 e mezzo concede l’onore delle armi: «Adesso Elly ha una grande responsabilità e tocca a lei indicare la strada, e farlo insieme a tutti coloro che saranno disponibili», dice il governatore. 

 

LE FRASI
Lei compare intorno alla mezzanotte per il suo primo discorso da segretaria. Discorso che fa capire che piega prende il Pd: quello della svolta a sinistra. L’inizio è battagliero: «Saremo un bel problema per la Meloni». Dal premier arrivano le congratulazioni ma anche un messaggio: «Spero che l’elezione di una giovane donna alla guida di via del Nazareno possa aiutare la sinistra a guardare avanti e non indietro». Messaggi anche da Salvini, da Fico e da altri leader politici.  Schlein ringrazia tutti, da Bonaccini a Letta, da De Micheli a Cuperlo («ora uniti per tornare a vincere»), poi però sembra togliersi dei sassolini dalle scarpe: «Anche stavolta non ci hanno visto arrivare». Ringrazia gli anziani («una signora centenaria mi ha detto che era tutta la vita che aspettava di votare una come me»), ma anche i giovani: «Il partito è vivo, il mandato è per il cambiamento. Un mandato chiaro: lotta alla povertà, al cambiamento climatico». 


Poi avanti con il mantra della sinistra-sinistra: «La battaglia per l’ambientalismo, daremo un contributo a organizzare le opposizioni a difesa dei poveri, contro un governo che li colpisce, saremo a difesa della scuola pubblica nel momento in cui il governo tace davanti a una aggressione squadrista.

Staremo a fare e barricate contro ogni taglio alla sanità». Parla di un «popolo che si è riunito: la nostra responsabilità è non tradire la fiducia». Dice Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, suo sostenitore: «Gli elettori vogliono una linea più a sinistra».

 

 

LE SORPRESE
Il risultato è la prima sorpresa del voto dem. La seconda è l’affluenza. Che tiene, nonostante la pioggia e le sconfitte elettorali. E che contribuisce a rallentare lo scrutinio. Alla fine, i simpatizzanti dem sono più di un milione. Erano stati 600mila in più tre anni fa, quando a vincere fu Nicola Zingaretti. E stavolta si temeva che l’asticella si fermasse alla metà. Invece così non è: di fronte ai circoli romani si avvistano perfino delle code (dovute anche alla lungaggine delle operazioni di voto). «Una grande festa di democrazia e partecipazione», dichiara raggiante l’ormai ex segretario Enrico Letta, fuori dal suo seggio di Testaccio. Poi, a mezzanotte, fa gli auguri a Schlein: «Riuscirà laddove io non ce l’ho fatta».


A spoglio ancora in corso, a Roma e provincia Schlein è avanti, così come a Milano, Firenze e Palermo. «Vinciamo a Bologna e Napoli», «anche in Liguria», esultano i suoi. Schlein va forte nelle città, meno nelle province. Al Sud, Puglia in testa, prevale il governatore emiliano. Al punto che qualcuno al Nazareno prefigura uno scenario da Italia spaccata: Sud con Bonaccini, Nord con Schlein. «Alla fine a decidere saranno Emilia Romagna e Toscana», entrambe saldamente in mano a Bonaccini nel voto dei circoli. Entrambe, però, ieri sono virate su Schlein. Bonaccini riconosce la sconfitta: «Ora tocca a lei». A Casalecchio, quartier generale di Bonaccini, sfilano i big che lo hanno sostenuto (a cominciare dal sindaco di Firenze Dario Nardella). Mentre a Roma, in via Prenestina, comincia la festa . «Il cambiamento siete voi», dice Elly ai suoi. Oggi, al risveglio, c’è un partito da rifondare. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Febbraio 2023, 13:04
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