Salvini rischia fino a 15 anni. Ma il suo vero incubo è la ineleggibilità

Video

di Valentina Errante
Né il processo, né un'eventuale condanna, in quanto tale. Il vero incubo per Matteo Salvini, adesso che dovrà affrontare due processi con pene edittali altissime, è l'ombra sul suo futuro politico. Che rischia di essere seriamente compromesso. La legge è sempre la stessa. Ed è quella che ha già portato Silvio Berlusconi fuori dal Senato, dopo la condanna per la frode fiscale legata ai diritti Mediaset.

LEGGI ANCHE Open Arms, la debole accusa per una scelta che spettava al ministro

Salvini si troverà sul banco degli imputati, a Catania, per il sequestro dei migranti sulla nave Gregoretti, un procedimento per il quale il Senato ha già concesso l'autorizzazione a procedere lo scorso febbraio, e adesso anche a Palermo per il caso Open Arms, stessa accusa. Due vicende che potrebbero portarlo a vedere minacciato il suo ruolo di senatore o la sua stessa possibilità di candidarsi, se si chiudesse con una condanna superiore ai due anni. Il vento, però, gioca a favore. Perché i tempi della giustizia, si sa, sono lunghi ed è su quelli che il senatore e leader della Lega può contare.

I TEMPI
Il reato di sequestro di persona, tra l'altro con minori coinvolti, prevede pene fino a 15 anni. Alla legge Severino non c'è rimedio. Ma per quanto preveda l'assenza di condanne che superino i due anni come condizione indispensabile per la candidatura a deputato, senatore o parlamentare europeo, o per essere membri del governo, il riferimento è sempre a sentenze definitive. Qualora la condanna arrivi durante una carica, è prevista la decadenza, dopo il voto della Camera di appartenenza. Il problema, quindi, si sposta in avanti. Solo per le amministrazioni locali (e pene che superino i 18 mesi) la legge Severino interviene dopo il primo grado di giudizio. Per Salvini dovrebbe dunque arrivare un'eventuale decisione della Cassazione.
 

UDIENZA A OTTOBRE
Sul caso Gregoretti, la nave che il 26 luglio 2019, con 130 migranti a bordo, si vide negare lo sbarco, la decisione è stata presa da tempo. Ma sulla vicenda, all'esame del gip, che dovrà pronunciarsi sul rinvio a giudizio di Salvini, è intervenuta l'emergenza coronavirus. Per tre volte l'esame del caso è saltato e, adesso, l'udienza è stata fissata per il 3 ottobre. Salvini, però, a Catania parte avvantaggiato. A sostenere l'accusa sarà l'ufficio del procuratore Carmelo Zuccaro. Il magistrato che più di tutti si è schierato contro sbarchi e ong. Posizione analoga a quella del ministro.

Tanto che, per Salvini, aveva chiesto l'archiviazione (respinta) al Tribunale dei ministri. A Palermo, dove un altro gip dovrà, esaminare il caso e decidere se l'ex ministro debba andare a processo, il leader della Lega non gioca in casa. Ma anche in questo caso (la vicenda Open Arms votata ieri dal Senato) a giocare a favore sono i sui tempi lunghi.

È difficile che per le elezioni politiche del 2023 si arrivi già a una sentenza definitiva in uno dei due casi. Sempre che davvero l'ex ministro degli Interni si trovi a rispondere del reato di sequestro di persone davanti a una Tribunale. A Palermo adesso toccherà al gup fissare l'udienza preliminare, al termine della quale i pm potranno chiedere il processo o il proscioglimento dell'ex ministro. Che, sembra escluso, possa chiedere il ricorso a riti alternativi che accelererebbero i tempi.
Ultimo aggiornamento: Sabato 1 Agosto 2020, 06:41
© RIPRODUZIONE RISERVATA