Forza Italia-Lega, alleanza a dura prova: Salvini sente Berlusconi

Forza Italia-Lega, alleanza a dura prova: Salvini sente Berlusconi
L'appuntamento è fissato per mercoledì a Roma quando Matteo Salvini (che oggi ha sentito gli alleati) riferirà a Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni lo status delle trattative con gli altri partiti sulle presidenze delle Camere in vista di venerdì: giornata in cui a Montecitorio e palazzo Madama inizieranno le votazioni. L'immagine che si vuole dare è quella di una coalizione compatta ma in realtà all'interno del centrodestra la tensione è altissima.

A dividere i tre leader non è solo la partita dei due rami del Parlamento, ma più in generale, la posta di Palazzo Chigi. Il Cavaliere, che oggi ad Arcore ha riunito figli e e vertici aziendali, continua a predicare prudenza con la convinzione che alla fine anche Salvini si renderà conto che tornare al voto non conviene a nessuno e che occorra dare un governo al Paese: gli elettori - è il ragionamento - ci hanno scelto per motivi chiari e ritornare alle urne è un incognita per tutti. Insomma, l'ex capo del governo non ha nessuna intenzione di essere messo in un angolo ricordando al Carroccio che Forza Italia è determinante nella tenuta delle tre giunte regionali guidate dal centrodestra. Per Berlusconi le elezioni e un governo M5s- Lega continuano ad essere considerati le due opzioni assolutamente da evitare.

Ed è questo che ribadirà al segretario del Carroccio nell'incontro di mercoledì che ha in cima all'agenda il nodo delle presidenze del Parlamento come priorità ancora prima della composizione dell'esecutivo. Il messaggio recapitato a via Bellerio è chiaro: La Lega non può essere l'asso pigliatutto, anche Forza Italia deve avere un riconoscimento. Il nome che propone Berlusconi, e su cui fa quadrato FI, continua ad essere quello di Paolo Romani per il Senato. Un nome su cui c'è il veto del Movimento cinque Stelle. Ma è su Salvini che gli azzurri puntano l'attenzione ricordando che a palazzo Madama i numeri sono dalla parte del centrodestra che potrebbe eleggere Romani considerando che l'attuale capogruppo godrebbe del sostegno anche dei Dem.

Diversi invece i piani della Lega che vorrebbero il numero due di Salvini Giancarlo Giorgetti sullo scranno più alto della Camera e lasciare ai pentastellati (in particolare ad Emilio Carelli) la guida del Senato.
Uno schema che non piace al Cavaliere che invece sarebbe per dare una delle due Camere al Pd con la speranza che i Dem possano essere poi gli interlocutori di un futuro governi di centrodestra. Ma se il Cavaliere pone il veto su un esecutivo pentastellato, il segretario della Lega non ha intenzione di aprire al Pd: «Con Renzi e la Serracchiani non ci vado», mette in chiaro il candidato in pectore del centrodestra.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Marzo 2018, 21:16
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