Reddito di cittadinanza, così Draghi (e Orlando) vogliono cambiarlo: obiettivo azzerare i Neet

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Mario Draghi spezza una lancia a favore del reddito di cittadinanza che la Lega e una parte di Forza Italia vorrebbero cancellare. Una mossa che è anche un segnale a Giuseppe Conte che oggi verrà incoronato leader del Movimento 5Stelle. «È troppo presto per dire se verrà riformato, ma il concetto alla base del reddito di cittadinanza io lo condivido in pieno», sostiene il premier parlando con i cronisti a Palazzo Chigi. E per essere ancora più chiaro: «È troppo presto per dire se verrà ridisegnato, riformato e come cambierà la platea dei beneficiari».

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Insomma, non è il tempo per affrontare la riforma della bandiera identitaria più cara ai 5Stelle. Ma nelle settimane scorse il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha annunciato che in autunno il governo intende rivedere le attuali politiche attive del lavoro, modificando anche il sistema dell’assegno di Stato destinato a disoccupati e famiglie in difficoltà.

L’idea di Orlando è quella di introdurre una nuova condizione di accesso (e mantenimento) al reddito di cittadinanza. Il nuovo sistema di sostegno che vorrebbe introdurre il ministro, di fatto, prevedrebbe l’obbligo di seguire corsi di aggiornamento e/o formazione necessari per poter continuare a percepire il sussidio. In pratica, chi è titolare della card Rdc dovrà, in attesa di trovare un lavoro, continuare a studiare, cercando di allargare le proprie conoscenze e competenze in ambito professionale e – quindi – facendo aumentare così le possibilità di impiego.

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La riforma del reddito di cittadinanza nasce essenzialmente per far fronte a tre esigenze specifiche: aumentare, come già detto, le possibilità di trovare lavoro, ridurre i tempi morti e di attesa in modo tale che chi non ha ancora ottenuto un impiego possa comunque mantenersi attivo facendo qualcosa che possa ritornargli utile a livello professionale, provare a risolvere il problema dei neet («Not in Education, Employment, or Training») in Italia, ovvero i giovani che non lavorano e non sono impegnati in alcun percorso di studio e/o formativo.

Quasi un terzo della platea dei destinatari del sussidio non ha un titolo di studio superiore alla terza media e, anche per questo motivo, continuano a non lavorare perché privi di qualifica.

E al contrario della proposta che prevedeva l’obbligo di accettare un lavoro stagionale per ricevere il reddito di cittadinanza, questa riforma dovrebbe presto vedere la luce.

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Agosto 2021, 20:59
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