Reddito di cittadinanza abolito, modificato o mantenuto: la posizione di Meloni, Letta, Calenda e Conte

E c'è chi vuole introdurre sussidi alternativi

Reddito di cittadinanza abolito, modificato o mantenuto: ecco le posizioni (diverse) dei partiti

«Renzi venga qui senza scorta a dire che vuole togliere il Reddito di Cittadinanza». Questa frase di Giuseppe Conte ad Agrigento pochi giorni fa ha scatenato la dura reazione del leader di Italia Viva che lo ha accusato di ricercare il  «voto di scambio al Sud» premendo su una delle misure più importanti introdotte dall’Avvocato durante il suo primo governo. Ma cosa pensano i partiti sul reddito di cittadinanza per le prossime elezioni? Nessuno parla di un'abolizione completa, ma per tutti si può fare meglio.

Movimento Cinque Stelle

La misura è stata da sempre una delle bandiere del movimento fondato da Beppe Grillo e una delle principali ragioni dell’ondata gialla che travolse l’Italia alle elezioni del 2018. Il sussidio venne istituito dal governo Conte I ai tempi dell’alleanza con la Lega di Matteo Salvini e ora Conte ne è uno dei più strenui difensori.

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«Per il reddito di cittadinanza si prevede l’aggiornamento dei parametri per le famiglie numerose e per le persone con disabilità, nonché introduzione di condizioni di accesso per i cittadini extracomunitari oltre che la compatibilità, per i lavori stagionali, con il reddito di cittadinanza fino a 3000 di reddito annui», si legge nel programma del partito depositato al ministero dell’Interno. Non solo un mantenimento, ma dunque un rafforzamento della misura con alcuni correttivi

Centrodestra

Al punto nove del programma comune di centrodestra del RdC si parla così: «Sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e inserimento nel mondo del lavoro». Un’indicazione di massima che viene declinata in maniera diversa nei programmi dei singoli partiti che compongono la coalizione.

Nel programma depositato da Forza Italia viene ripresa parola per parola la dicitura comune e il presidente Silvio Berlusconi ha detto più volte di non volere eliminare, ma rimodulare la misura per aiutare tutte le famiglie che versano nella povertà assoluta.

Utilizza il verbo «abolire» il programma di Fratelli d’Italia, ma subito dopo si aggiunge che l’intenzione è quella di «introdurre un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, effettivamente fragili e impossibilitati a lavorare o difficilmente occupabili: disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico». Giorgia Meloni ha sempre battuto sulla necessità che la misura venga ripensata distinguendo tra chi è in grado di lavorare e chi invece è impossibilitato: per i primi vanno intensificati i corsi di formazione e le politiche di inserimento nel mondo del lavoro.

Più elaborata la visione della Lega. Anche per il partito di Matteo Salvini la misura va mantenuta e potenziata per i soggetti fragili, rivedendo i criteri di accesso e l’importo in base al numero dei componenti della famiglia e alle soglie di povertà assoluta che si differenzierebbero in base alle regioni. Per chi invece è in condizione di lavorare il Carroccio si accoda alla proposta di Meloni di intensificare corsi di formazione e politiche di inserimento. Di marca leghista è invece il “reddito di reciprocità”, vale a dire che i percettori del RdC devono mettersi a disposizione per lavori utili alla collettività.

 

Centrosinistra

Assolutamente favorevoli alla misura il Partito Democratico e gli alleati di Verdi e Sinistra Italiana. Va pSecondo il centrosinistra bisogna però applicare le indicazioni della Commissione Saraceno, il comitato scientifico che ha esposto al ministro del Lavoro Andrea Orlando le criticità dell’attuale organizzazione del reddito di cittadinanza.

Tra le proposte c’è quella di rendere la misura progressiva all’aumentare del nucleo familiare, allargare l'accesso ai residenti in Italia da almeno 5 anni (mentre ora il requisito è 10) e di renderlo parzialmente cumulabile con redditi da lavoro per incentivare l’occupazione dei percettori.

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Terzo Polo

Pur non parlando esplicitamente di abolizione, il programma di Azione-Italia Viva è il più diretto nel dichiarare che il reddito di cittadinanza «è uno strumento pensato male, che ha voluto raggiungere troppi obiettivi con un solo strumento e che ha ormai dimostrato tutti i suoi limiti», non riuscendo a creare posti di lavoro duraturi che nel 4,5% dei casi. La proposta di Carlo Calenda e Matteo Renzi è di eliminare il sussidio fin dal primo rifiuto di un’offerta di lavoro ritenuta congrua e di ridurlo di almeno un terzo dopo due anni. Anche il Terzo Polo è per potenziare i percorsi di inserimento e la formazione dei percettori, servendosi anche dell’aiuto degli istituti tecnici.

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Altri

Per Unione Popolare di Luigi de Magistris il reddito va mantenuto e rafforzato, portando la cifra massima percepibile da 780 a 1000 euro. Per Italexit di Gianluigi Paragone la misura non ha avuto gli effetti desiderati: si può mantenere, ma a patto che i beneficiari diano immediata disponibilità al lavoro con 24 di preavviso e il sussidio venga eliminato dopo tre rifiuti.  


Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Settembre 2022, 10:08
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