Recovery, infrastrutture e green: 51 scadenze entro fine anno

Video

di Luca Cifoni e Rosario Dimito

La corsa ora è ufficialmente iniziata. Nel mese di agosto, mentre la Commissione europea inviava a Roma l'assegno con i quasi 25 miliardi di pre-finanziamento a valere sulle risorse assegnate al Piano nazionale di ripresa e resilienza, il ministero dell'Economia metteva a punto il proprio decreto con cui vengono ufficialmente divise tra le varie amministrazioni i 191,5 miliardi spettanti al nostro Paese. Il provvedimento, oltre all'elenco dettagliato dei progetti di competenza dei vari ministeri con le relative risorse finanziarie, comprende anche il riepilogo degli obiettivi e dei traguardi che dovranno essere rispettati per non perdere l'accesso ai fondi europei. La cadenza delle verifiche è semestrale e dunque i primi 51 target da centrare, come ha ricordato anche ieri il commissario per l'Economia Paolo Gentiloni, hanno la data del 31 dicembre. Il tempo a disposizione insomma non è molto perché se è vero che alcuni dei provvedimenti previsti dal calendario sono stati approvati o quanto meno avviati, per molti altri servono adempimenti che il governo dovrà completare negli stessi mesi in cui gestisce la delicata legge di Bilancio per il 2022.

Decreto infrastrutture e trasporti, le novità approvate dal Consiglio dei Ministri

LA RIPARTIZIONE
Guardando alla ripartizione delle risorse tra i dicasteri la parte del leone la fanno - non sorprendentemente - soprattutto due, quello delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, con 39,7 miliardi e quello della Transizione ecologica che ne mette insieme 34,7. Ma ci sono altri sei ministeri (Sviluppo economico, Istruzione, Salute, Transizione digitale, Interno e Università) che hanno la titolarità di interventi per importi complessivi compresi tra i 10 e i 20 miliardi. Può apparire defilato il ruolo del Mef, che gestisce direttamente appena 340 milioni, ma ha invece una funzione centrale da qui al 2026 visto che le amministrazioni dovranno inviare tutti i dati finanziari e di attuazione degli investimenti e delle riforme alla Ragioneria generale dello Stato, la quale con il suo sistema informatico si occuperà del monitoraggio. Ultimo assoluto nella graduatoria è il ministero della Pari opportunità e della famiglia che amministrerà solo 10 milioni relativi al sistema di certificazione della parità di genere; ciò non vuol dire naturalmente che queste tematiche non siano importanti all'interno del Pnrr, anche se le risorse connesse saranno gestite trasversalmente e dunque passeranno per altri dicasteri.

I fondi europei vengono erogati nel tempo, in dieci rate, proprio in relazione al rispetto delle scadenze, che nella classificazione europee possono essere traguardi (milestone) oppure obiettivi (target): i primi si basano su indicatori di tipo essenzialmente qualitativo, i secondi invece quantitativo.

La prima rata, connessa alla verifica di dicembre, è di 24,1 miliardi, importo vicino a quello del prefinanziamento ma non corrispondente con esso. L'ultima erogazione, quella di giugno 2026, avrà invece un valore di 20,8 miliardi.

Guardando proprio a traguardi e obiettivi più ravvicinati nel tempo, si può notare come una parte consistente coincida con i capitoli più importanti del Piano, quelli appunto dedicati alle infrastrutture e alla transizione ecologica. Così ad esempio nel primo ambito si possono trovare l'entrata in vigore di provvedimenti per la valutazione dei progetti nel trasporto pubblico locale e per la definizione delle risorse destinate ai bus elettrici, l'accelerazione del contratto di programma con Rete ferroviaria italiana e dell'iter di approvazione dei progetti ferroviari, l'adozione delle linee guida per il monitoraggio dei ponti e l'operatività dei decreti per le Zone economiche speciali (in collaborazione con il ministero del Sud). Sul fronte ecologico spiccano l'entrata in vigore della normativa sul gas rinnovabile, la proroga del superbonus 110 per cento ma anche la riforma del settore dell'acqua e ancora provvedimenti sull'economia circolare e sul monitoraggio dei rischi idrologici. Dovrà scattare anche il programma nazionale di controllo dell'inquinamento atmosferico. Altri traguardi riguardano la pubblica amministrazione: se le norme di semplificazione e di gestione dello stesso Pnrr sono già entrate in vigore, dovranno essere completate le procedure di assunzione degli esperti che collaborano al piano.

LE NORME ATTUATIVE
Impegnative sono le scadenze di fine anno che toccano la giustizia: si attende la piena operatività della legislazione attuativa su processo penale, processo civile e insolvenza delle imprese. Il ministero dell'Economia è chiamato a far scattare nuove disposizioni per migliorare l'efficienza dei processi di revisione della spesa e il contrasto all'evasione fiscale. Ma alcuni traguardi riguardano anche il turismo: dovrà partire ad esempio il credito d'imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive. Toccherà poi alla presidenza del Consiglio vigilare sull'entrata in vigore di riforme come quella degli appalti, mentre il ministero dell'Università dovrà essere in grado di portare a casa le nuove norme su classi di laurea e dottorati. Sono attese infine anche la legge quadro sulla disabilità e il piano di riorganizzazione del parco tecnologico ospedaliero.
 


Ultimo aggiornamento: Domenica 5 Settembre 2021, 10:25
© RIPRODUZIONE RISERVATA