Rai, dopo Fuortes cosa succede? Roberto Sergio ad, Giampaolo Rossi direttore generale. Tg1, ipotesi Chiocci

Può partire il valzer delle nomine nella televisione pubblica targata destra. Si comincia, entro questa settimana o al massimo nella prossima

Rai, al via il dopo-Fuortes: Roberto Sergio ad, Giampaolo Rossi dg. Tg1, ipotesi Chiocci

di Mario Ajello

È finita l’epoca di Fuortes Apache - ovvero l’ad Carlo Fuortes si è dimesso dalla Rai - e può partire il valzer delle nomine nella televisione pubblica targata destra. Si comincia, entro questa settimana o al massimo nella prossima, con il Mef, titolare della Rai per conto del governo, che sta per nominare alla guida di Viale Mazzini l’attuale responsabile di RadioRai, Roberto Sergio: un centrista che piace al centrodestra.

Il valzer delle poltrone

A sua volta, Sergio nominerà direttore generale Giampaolo Rossi, ex del Cda Rai in quota Fratelli d’Italia, poi fatto fuori per faide interne al centrodestra, il quale nella gestione Salini aveva molta voce in capitolo - essendo un profondo conoscitore dell’azienda, trasversalmente apprezzato - e da dg diventerà con ogni probabilità ad quando ci sarà il nuovo consiglio di amministrazione. Il tandem e poi la staffetta Sergio-Rossi è data per sicura da tutti. Così come la nomina, da parte della nuova governance, di Gian Marco Chiocci, attuale direttore di AdnKronos, alla guida del Tg1. È vicinissimo a Meloni il prossimo direttore del Tg1, amico personale e consigliere e già da tempo si sta occupando di come può cambiare la Rai all’epoca del melonismo e di chi può andare in video, chi può partecipare ai talk show di punta, chi serve e chi no - Nicola Porro è il boccone grosso dei meloniani per cambiare la narrazione della politica italiana nelle prime e seconde serate: «Dovrà essere quello che è stato Michele Santoro per la sinistra», dicono nel centrodestra - per dare un’impronta nuova («Ma noi siamo pluralisti doc e rispettosissimi di tutte le culture», parola di Rossi) alla televisione pubblica.

 

Il futuro del Tg1

Chiocci al Tg1 significa che Monica Maggioni avrà forse (ma è troppo poco) il ruolo di direttrice del Coordinamento editoriale (ora c’è la Paterniti su questa poltrona poco significante però) e molto più probabilmente la conduzione di una trasmissione di punta, su Rai2 e in prima serata, e del resto chi lavora con Meloni dice così: «Monica è stata leale con noi e si merita un risarcimento di grande livello». E al Tg2? L’1 e il 2, dove adesso c’è Nicola Rao, non possono essere due giornali affidati entrambi a professionisti vicini a FdI. E allora, sempre che al Tg1 non vada in extremis proprio Rao visto che Chiocci è un esterno e potrebbero alzarsi barricate interne per tenerlo fuori, l’attuale direttore del Tg2 potrebbe passare alla guida - molto influente - degli Approfondimenti informativi. Significa sovrintendere ai talk show, importantissimi sempre e ancora più importanti da qui al 2024 quando si voterà per le Europee e lì Meloni vuole giocarsi tutto: dovrà stravincere e dimostrare che l’Italia è con lei.

A questo scopo la tivvù è un mezzo cruciale.

Le altre reti

Con Rao agli Approfondimenti, il Tg2 finisce a Antonio Preziosi, quota Forza Italia. E Rai Parlamento, visto l’inciucio in corso tra Conte e FdI sulla Rai, sarà la destinazione probabile per Carboni, ex direttore del Tg1 in quota grillina, finora demansionato. C’è chi dice, considerando che Conte non reputa RaiParlamento un posto di gran rilievo nella lottizzazione, che Carboni potrebbe andare ai Gr al posto di Andrea Vianello, ma è improbabile visto che Sergio - non amico di Vianello - e Rossi considerano la radio uno snodo fondamentale, e hanno ragione, per cui lasciarla a qualcuno considerato filo-M5S non è proprio nelle loro intenzioni. La TgR, insieme alla radio vero punto di grande potere, sarà lasciata in appalto alla Lega che ha già il direttore. Così come a RaiNews, non dovrebbe cambiare Petrecca, sovranista doc, o magari cambia e lo mandano alla radio così da avere una donna - problema della nuova Rai sono le quote rosa, mancano figure femminili - direttrice almeno nell’all news.  RaiUno è un super-tema e una super-poltrona, forse la più pesante di tutte: Coletta, area dem, la perderà - e le probabili multe dell’Agcom per le presunte pubblicità occulte al festival di Sanremo contribuiranno alla rimozione dalla guida del PrimeTime - e andrà alla direzione Marketing mentre al suo posto Marcello Ciannamea è destinato. Molto targato Lega, molto capace a detta di tutti, Ciannamea sarà l’uomo che compenserà la scelta super-melonista di Chiocci al Tg1. Un altro patriota al DayTime: Angelo Mellone.

Tutto fermo al Tg3

Non dovrebbe cambiare invece la direzione del Tg3, dove resta Mario Orfeo e Rai3 con le trasmissioni di Lucia Annunziata e di Bianca Berlinguer («Difficile spostarla, visto il cognome», dicono a Via della Scrofa, sede FdI, e ironizzano:  «Ci accuserebbero, e chissà poi perché, di mussolinismo!») che resteranno a riprova che questa rete fungerà da riserva indiana della sinistra. Fabio Fazio difficile che ci sarà, anche perché non gli possono essere garantiti gli stessi soldi che ha avuto finora. Comunque, i palinsesti autunnali li farà la nuova governance e saranno pronti entro luglio. In ritardo? Sì, ma la Rai è abituata a questi ritardi. Ad Agorà, sempre Rai3, dovrebbe invece arrivare la destra: con la conduttrice Moreno, di provenienza Tg2Post (mentre sulla rete ammiraglia il salvinista Roberto Poletti lo si vuole far tornare in video a UnoMattina).  Il paradosso è che Rossi e Chiocci, futuro dg e futuro Tg1, sono stimati da pezzi di sinistra aziendale e anche politica (Conte e Chiocci si conoscono e si stimano, e si sono anche incontrati ultimamente faccia a faccia). Il problema, nel centrodestra, è semmai che Salvini ha troppo secondo FdI ed è sempre in pressing sulla Rai (ha già RaiWay con Roberto Ceccatto, ha la Mariella a Isoradio, per non dire di Monica Setta e  e via dicendo con Laura Tecce che avrà grande spazio in video) e cerca ancora più potere. «E’ asfissiante sulla tivvù l’amico Matteo», dicono i meloniani ed è anche quello che ha sempre detto in questi mesi Carlo Fuortes. Giorgino e Pionati saranno due figure su cui punta, per ruoli forti, specie il primo, la Rai adesso. Quanto alla corporate, il direttore Safety and Security potrebbe andare - è il più accreditato nel centrodestra - a Giampiero Zinzilli. E via così. Del Raibaltone s’è sempre parlato, da quando al governo c’è Giorgia, e adesso - finalmente!, dicono a destra - eccolo qui.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Maggio 2023, 16:12
© RIPRODUZIONE RISERVATA