L'improvviso attivismo di Virginia: lancia Roma per l'Agenzia Ue e il G20

L'improvviso attivismo di Virginia: lancia Roma per l'Agenzia Ue e il G20

di Lorenzo De Cicco
Un carosello di annunci: dalla candidatura di Roma alla nuova super-Agenzia europea per le crisi sanitarie alla trattativa per portare nell'Urbe il G20 della Salute, l'evento lanciato una settimana fa da Ursula von der Leyen e che ha già visto, da giorni, scendere in pista le città del Nord, da Milano a Torino, a Padova. E poi ancora: il Prix Italia della Rai che sarà ospitato a Roma, il balzello autostradale sull'A24 da cassare (questa almeno è la richiesta spedita al governo) dopo anni di proteste ignorate dei cittadini di Casal Bertone e Lunghezza, quadrante Est della città. Tutto in una manciata di ore. Meno rattoppi stradali, zero panchine sbilenche rabberciate. Niente auto-celebrazioni social per un paio di spennellate sulle strisce pedonali sbiadite. Ieri mattina Virginia Raggi ha voluto mandare messaggi diversi, di peso. Uno strano attivismo, che cozza con quella propaganda minimal, dell'ordinaria amministrazione, osteggiata pubblicamente perfino da alcuni consiglieri di maggioranza, e che è stato notato anche ai piani alti del M5S: «Che succede a Virginia?».

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CORSA SENZA SIMBOLO
Dopo il tracollo grillino nell'ultima tornata di elezioni locali, tra amministrative e regionali, la sindaca prova probabilmente ad aggiustare il tiro di una campagna tutta in salita per il bis in Campidoglio. Intorno al Marc'Aurelio giurano che nessuno, tra i vertici stellati, ha fatto sapere all'interessata che potrebbero esserci ripensamenti, che insomma potrebbe non essere lei a correre da sindaca nel 2021, dopo un mandato di impacci, cantonate amministrative, renitenze su progetti di largo respiro, all'altezza di una Capitale dell'occidente. In ogni caso, Raggi sarebbe pronta: correrebbe da sola, dicono i fedelissimi, con le liste civiche per Virginia, due sono già in via di allestimento, una quasi personale, con i campioni di preferenze dirottati dal Movimento, un'altra sarebbe una lista «della legalità». Da appaiare al logo dei 5S oppure no, in caso di strappo. C'è perfino chi, nell'entourage di Raggi, arriva a dire che una rottura sarebbe un vantaggio: «Questo M5S, così, è una zavorra».

DIALOGO CON CONTE
Ma sono ragionamenti che saranno sviluppati nelle prossime settimane. Cercando di capire quali trame si tessono sull'asse Cinquestelle-Nazareno. Nell'immediato il tentativo di sterzata passa appunto da un insolito attivismo, con annunci a corredo. Come la richiesta, spedita al ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, di abolire il pedaggio su un tratto di autostrada, l'A24 Roma-Teramo, che passa in città. Gabella odiatissima da chi vive in questo spicchio di Capitale e che i cittadini, difatti, chiedono da anni di cestinare. «Raggi se ne accorge ora...», attacca il Pd. Altro annuncio di ieri, su un tema pure molto contraddittorio, che divide lo stesso M5S: «Il nuovo stadio a Tor di Valle? Ci siamo, voglio inaugurarlo io».

Il messaggio più importante arrivato ieri mattina, però, è che il Campidoglio ha formalizzato la candidatura di Roma a sede dell'Agenzia europea per la ricerca biomedica e le crisi sanitarie. Un maxi-ente Ue annunciato dalla von der Leyen una settimana fa e che molti, dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, al commissario Ue Paolo Gentiloni, agli industriali, vorrebbero insediare nella Capitale, dopo lo scippo di altri grandi enti, dal Tribunale unificato dei brevetti, per cui il governo ha appena proposto Milano (già lanciata, senza successo, per l'Agenzia del farmaco nel 2017), all'istituto per l'intelligenza artificiale, assegnato a Torino come ricompensa. Raggi alla fine ha deciso: Roma si candida. E ha ufficializzato la mossa con una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro della Salute, Roberto Speranza.

«Roma Capitale - si legge nel documento - sede di strutture sanitarie di livello assoluto e di università di fama riconosciuta, rappresenta la candidata ideale». Raggi, nei colloqui con Palazzo Chigi, ha anche, finalmente, avanzato la candidatura della Capitale al Global Health Summit, il G20 della Sanità che sempre la von der Leyen ha assegnato all'Italia. A neanche 24 ore dall'annuncio, si erano già candidate Milano e Torino, poi Padova. Dopo giorni di pressioni, anche dal M5S - Roberta Lombardi, Emilio Carelli, il capogruppo al Senato, Gianluca Perilli - la sindaca ha deciso che Roma dev'essere della partita. Alla fine, trapela da Palazzo Senatorio, una trattativa col governo è stata avviata. Sperando non sia tardi.
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Settembre 2020, 09:10
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