Maria Elena Boschi: «No alle elezioni anticipate, per il Colle va bene anche un nome del centrodestra»

La capogruppo di Italia Viva: "Berlusconi? Non faccio il totonomi"

Maria Elena Boschi: «No alle elezioni anticipate, per il Colle va bene anche un nome del centrodestra»

di Ernesto Menicucci

Onorevole Maria Elena Boschi, come interpreta le parole della conferenza stampa di fine anno di Mario Draghi? Una discesa in campo per il Quirinale?
«Può darsi che sullo sfondo ci sia anche il Colle. Ma innanzitutto vedo l'orgoglio di chi ha messo in salvo il Paese. Un anno fa rischiavamo l'autodistruzione con Conte, ora siamo un modello per l'Europa».
Ma Italia Viva lo voterebbe?
«Se si creassero le condizioni politiche, certamente. Ma il tema non è solo chi va al Quirinale ma anche e soprattutto chi sta al Governo. Rischiamo di perdere i soldi europei, abbiamo rallentato sulle terze dosi per colpa del ministro Speranza, siamo arrivati lunghi sulla legge di bilancio».
E in quel caso, chi vedrebbe come figura a Palazzo Chigi?
«Se si parte con il sudoku dei nomi non si finisce più. Per il Paese c'è bisogno di arrivare al 2023. So per certo che Letta e Conte hanno bisogno delle elezioni anticipate, così come le vorrebbe la Meloni».
Esiste il rischio paventato da Draghi: se la maggioranza non tiene sul Quirinale, si va alle urne?
«No. Da sempre maggioranza parlamentare e maggioranza presidenziale sono due aggregazioni diverse, non necessariamente convergenti. Se si va al voto è per Letta, Meloni, Conte».

Quirinale, da Amato a Cartabia, Pera, Gentiloni e Finocchiaro: chi sale e chi scende nelle quotazioni dopo le condizioni di Draghi


IV non rischia di uscire dal voto ridimensionata, rispetto alla forza che ha oggi in Parlamento?
«Direi il contrario. Italia Viva ha solo il 4% dei parlamentari. E nei sondaggi siamo più o meno su quella cifra, anche se io penso che otterremo molti più voti. Ieri due nuove deputate hanno aderito a Iv, segno della credibilità del nostro progetto. Il problema semmai è del M5S che dal 33% non arriverà al 10%».
Nell'elezione del Capo dello Stato, vanno tenuti presenti solo i voti del 2018 o la proiezione dei sondaggi?
«Non decidono i sondaggi, non decidono le testate economiche internazionali, non decidono le cancellerie europee. Decide il Parlamento, come dice la nostra Costituzione».
Le prime reazioni dei partiti sono state per lo più negative. È uno stop all'ipotesi Draghi?
«Se ne riparlerà a gennaio. Noi non stoppiamo nessuna ipotesi, ora l'unica cosa che va stoppata è il contagio».
Il presidente della Repubblica deve essere eletto a larga maggioranza o bastano 505 voti?
«La Costituzione dice che bastano 505 voti. Il buon senso suggerisce di lavorare per la maggioranza più larga».
Voterebbe un presidente proposto dal centrodestra?
«Certo.

Il problema non è la provenienza della proposta, se di destra o di sinistra. Ma la qualità della persona, l'orizzonte europeista e atlantico, la capacità di essere davvero il garante di tutti.

Mario Draghi, il discorso sul Quirinale (in 3 passaggi chiave) che mette i partiti con le spalle al muro


E se fosse Berlusconi?
«Non giochiamo al totonomi».
Se non fosse Draghi, sarebbe il momento di una donna al Colle? E chi, nel caso?
«Continuo a non giocare al totonomi. Figuriamoci se io non riconosco il valore della questione femminile, ma è il momento di una donna non solo per il Colle a essere onesti».
C'è lo spazio per un riavvicinamento tra voi e il Pd?
«Il Pd deve scegliere il proprio futuro. In tutta Europa assistiamo a una divisione tra l'ala riformista e l'ala radicale. In Italia la partita è semplice: il PD sceglie di rappresentare l'ala riformista o fare la cinghia di trasmissione alla piazza di Maurizio Landini? Questo è il tema».
Dove crede che sia la collocazione di Italia Viva?
«Noi siamo i riformisti. Quelli che votano il JobsAct, non quelli che scioperano contro Draghi. quelli che stanno con Macron, non con i Gilet Gialli. Sono gli altri che cambiano posizione, noi stiamo sempre sempre dalla stessa parte.
Lei ha parlato di ok al metodo Salvini. Non è singolare che siate più in linea con il leader leghista che con il Pd?
«Noi rivendichiamo di aver avuto il coraggio e la forza di evitare i pieni poteri di Salvini quando era potente e popolare. Ma oggi che lui propone un tavolo di lavoro per scegliere assieme il Presidente della Repubblica è ovvio che ci stiamo. Letta sembra avere occhi solo per la Meloni ma quei voti non bastano per eleggere PdR»
Capitolo vaccini. Cosa farebbe per frenare Omicron?
«Vaccinare. Fare le terze dosi subito: eravamo in testa e purtroppo il ministro Speranza si è adagiato sugli allori. Ora dobbiamo correre. Un anno fa abbiamo dovuto discutere con Speranza per fare i tamponi in farmacia. Oggi diciamo di stringere i tempi e i bulloni per vaccinare di più e correre sulla terza dose».
Rischiamo nuovi lockdown?
«Spero di no. Sono dell'idea che se devono esservi nuovi lockdown è giusto che siano solo per i non vaccinati».

 

Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Febbraio 2023, 16:54
© RIPRODUZIONE RISERVATA