A dispetto del piano di pace in dodici punti che verrà illustrato domani da Wang Yi, il superministro degli Esteri di Pechino, e della sdegnata e furente reazione con cui i cinesi rispondono ai sospetti americani di un riavvicinamento alla Russia («fin dall’inizio della guerra lavoriamo per la pace, la cosiddetta intelligence degli Stati Uniti non è altro che speculazione e calunnia contro la Cina»), a Washington si fa sempre più strada l’idea che in realtà Pechino sta dalla parte di Vladimir Putin.
LE RAGIONI
A far crescere i sospetti americani è stato il fallimento del faccia a faccia, avvenuto durante la Conferenza di Monaco sulla sicurezza nello scorso week end, tra Wang Yi e il segretario di Stato americano Antony Blinken.
SOCCORSO NON PACE
Da qui la convinzione della Casa bianca che il piano di pace cinese, che verrà illustrato come si diceva domani dal presidente Xi Jinping in occasione del primo anniversario dell’invasione russa dell’ucraina, non sia altro che un espediente per prendere tempo. E, dunque, una forma di soccorso a Mosca. Tutto ciò, secondo Washington, cancella ogni margine negoziale. Ed evapora, di conseguenza, anche l’ipotesi di un nuovo faccia a faccia tra il presidente americano Joe Biden e Xi Jinping.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Febbraio 2023, 20:27
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