Maria Elena Boschi attacca Di Maio: «Ha tradito gli italiani». E sulle primarie: «Non voterò Zingaretti»

Video

di Davide Desario
Da ministro per le riforme e potente Sottosegretario a deputata dell’opposizione, come è cambiata la sua vita?
«Ci sono meno responsabilità, ci sono meno pressioni. Certo avrei preferito che il Pd fosse rimasto al governo del Paese perché potevi portare a casa risultati, fare qualcosa che incideva sulla vita delle persone. Ora è più complicato. Sono stata molto contenta per l’approvazione di un emendamento, quello sul congedo parentale (5 giorni per i papà ndr), a cui tenevo molto. Un piccolo passo avanti, almeno per il 2019 è stata ripristinata la misura che il governo aveva tagliato».
Ma il Pd sa fare opposizione?
«In Aula una opposizione seria, dura, alla fine il Pd è il secondo partito. Abbiamo fatto le nostre battaglie sulla legge di bilancio, sul condono edilizio e sui vaccini».
Qual è il suo giudizio sui primi sei mesi del governo Conte?
«Non stupisco nessuno dicendo che è molto negativo e questo giudizio il governo se lo è guadagnato sul campo. Obiettivamente abbiamo un mix di promesse da campagna elettorale che non sono state rispettate».
Ad esempio?
«Promisero che al primo consiglio dei ministri avrebbero abolito le accise sulla benzina, avrebbero fatto il reddito di cittadinanza e la flat tax al 15%. Dopo 6 mesi non hanno fatto niente di tutto questo. Si tratta di proposte con cui hanno vinto le elezioni ma che poi non hanno mai attuato».
Possibile non abbiano fatto niente di buono?
«Facendo un bilancio, per me prevale la parte negativa. Quella positiva cerco di farmela venire in mente, ma le uniche cose positive sono quelle su cui sono tornati indietro».
Si spieghi meglio.
«Penso al congedo parentale e al bonus bebè. Prima hanno detto di voler togliere tutto, poi li hanno ripresi ascoltando i giudizi critici dei cittadini. Facendo passare come grandi novità l’averle rimesse. Ma di fatto si sono limitati a riproporre misure dei nostri governi che avevano cancellato».
 
 


Salvini è il vero leader del centro-destra?
«Sì. E mi sembra sia anche capo del governo. Perché non si è mai visto che gli industriali anziché a Palazzo Chigi, al Mise o al Mef vadano al Viminale. Ma non solo: andando in piazza e dicendo “datemi il mandato per trattare con l’Europa”, vuole affermare che è lui capo del governo. È chiaro che è un populista ed è anche spregiudicato nel modo di trattare gli argomenti a livello internazionale: con il tweet della settimana scorsa sugli arresti ha rischiato di far saltare un’operazione di polizia e con il commento sugli “Hezbollah terroristi islamici” sta mettendo difficoltà le nostre truppe in missione di pace».
Una parte della sinistra dipinge Salvini come un fascista. Così non si rischia l’autogol?
«Salvini va attaccato perché non sa fare il ministro dell’Interno e su questo ci dà argomenti ogni giorno. Non penso, però, che sia un fascista ma credo che abbia spregiudicatezza nel gestire i rapporti con i gruppi di estrema destra. Non prende le distanze da Casapound, da Forza Nuova o dalle manifestazioni in cui viene esposta una maglietta “Auschwitzland”, neanche quando gli viene chiesto di farlo. Non credo sia fascista ma gioca al limite con forze di estrema destra e antisemite, da ministro dell’interno dovrebbe dissociarsi chiaramente. Ma i suoi limiti sono altri».
Quali?
«Le sue politiche economiche, della sicurezza e dell’immigrazione. Il problema dell’Italia non è solo la microcriminalità: per esempio non si sente più parlare di mafie».
Però i sondaggi premiano la Lega e non il Pd, gli italiani sono stupidi?
«Non l’ho mai pensato, credo solo che Salvini stia dicendo agli italiani quello che vogliono sentirsi dire in un momento di crisi economica: quando mancano sicurezze, come è sempre successo in passato, si tende a chiudersi, si cerca la protezione dei confini. Piace il suo machismo politico ma presto si sgonfierà il suo consenso».
E Di Maio? Sul suo profilo Instagram ha pubblicato un video sulla vicenda del padre.
«L’ho fatto perché Luigi Di Maio è stato incoerente, il M5S ha avuto una responsabilità storica nell’inquinare il dibattito politico con campagne di odio che non hanno precedenti, fatte con forza e scientificità, utilizzando i social in modo tecnicamente impeccabile ma irresponsabile».
Che cosa imputa a Di Maio?
«Innanzitutto di essere il ministro del Lavoro in nero e della disoccupazione. Gli imputo le sue responsabilità: era socio al 50% della società del papà e non poteva non sapere che c’erano cause aperte o cartelle da pagare per evasioni con il fisco. Non poteva non sapere che mettere in liquidazione l’azienda equivale a mettere in crisi i creditori. Non è stato coerente».
Quando toccò a lei?
«Io non ho mai avuto un avviso di garanzia né indagini per la vicende di mio padre. Eppure quando toccò a me le colpe del padre cadevano sui figli: è stata chiesta la sfiducia alla Camera e mi dovevo dimettere. Ora che tocca a Di Maio sembra tutto diverso. Francamente quando Luigi Di Maio ha detto che non vede il padre da mesi e che non ha un gran rapporto con lui, scaricandolo in 30 secondi, non mi sembra abbia dato una gran prova».
Parliamo del Pd, basta il congresso a risolvere i problemi?
«No, se qualcuno lo pensa si illude. È chiaro che serve un congresso vero, con un dibattito vero».
Chi sosterrà alle primarie?
«Non ho deciso. Ero convinta di sostenere Minniti ma poi si è ritirato».
Allora dica chi non voterà.
«Ecco di sicuro non voterò Zingaretti».
Gentiloni, invece, ha deciso di appoggiarlo.
«Una scelta che mi ha sorpreso perché Zingaretti si propone come elemento di discontinuità, criticando le scelte del governo di cui Gentiloni ha fatto parte. Inoltre Zingaretti apre molto ai 5 Stelle mentre Gentiloni ha sempre criticato i populisti».
Chi butta giù dalla torre tra Salvini e Di Maio?
«Di Maio si è buttato da solo».
Passa gran parte della settimana a Roma, un giudizio sulla Raggi?
«Ha buttato via una bella occasione, è arrivata con il vento in poppa. Ora è fin troppo facile fare la battuta che siamo passati dalla Città Eterna all’eterna spazzatura: io vado a correre sul lungotevere la mattina, e conosco a memoria l’immondizia che incontro sul tragitto perché è sempre la stessa. C’è poi il tema delle buche: abbiamo proposto anche un piano straordinario per la viabilità a Roma ma ce l’hanno bocciato. Diciamo che dopo due anni e mezzo non ha lasciato nessuna traccia».
In che senso?
«A parte Spelacchio, per cosa verrà ricordata? In una Capitale le buche e la spazzatura sono il minimo, ma lei non ha fatto niente neanche per il rilancio turistico, per la cultura e per invogliare i ragazzi a venire a Roma».
Quando il Pd ha “cacciato” Marino, lei fece un pensierino sul Campidoglio? 
«No, ma me lo chiesero».
Perché ha rifiutato?
«Non mi preoccupava la sfida ma sono convinta che a Roma può fare il sindaco solo chi la conosce davvero. Non basta il fatto che io viva cinque giorni a settimana qui». 
Come si recupera il divario tra Nord e Sud? 
«Facendo l’opposto di quello che propone questo governo. Sono convinta che dobbiamo aiutare il Sud. Non bisogna far vivere il Sud di sussidi, come il reddito di cittadinanza, ma di investimenti. Altrimenti chi ha qualche chance va altrove e gli altri tirano a campare. Così si rischia solo di acuire la distanza tra Nord e Sud. Se non fai le grandi opere e le infrastrutture, penalizzi il Sud che ne ha bisogno». 
La Capitale intanto è stata depauperata dai trasferimenti verso Milano.
«Colpa dei limiti dell’amministrazione comunale, che ad esempio ha bocciato le Olimpiadi, mentre quella milanese ha cavalcato l’Expo. Così Milano è diventata meta turistica come mai prima d’ora ed è ancora più interessante dal punto di vista finanziario, imprenditoriale ma anche cultuale».
Roma invece?
«Purtroppo ha perso delle sfide. Faccio l’esempio dei centri antiviolenza: se un Comune non si lancia in un bando per paura di sbagliarlo, sta ammettendo che il suo limite è la sua incapacità. Se non dai risposte a un imprenditore, lui va ad investire dove le risposte le ottiene».
Ultima domanda, alle Europee voterà ancora il Pd?
«Sì, certo».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Dicembre 2018, 11:54
© RIPRODUZIONE RISERVATA