Nuovo Dpcm, arriva stretta su locali, sport, feste private e lavoro. Prove di lockdown

Video

di Alberto Gentili

ROMA Si avvicina il giro di vite. In un vertice d’emergenza, una sorta di gabinetto di guerra contro la seconda ondata dell’epidemia che ieri ha fatto schizzare i nuovi contagi a quota 5.724 (352 più di venerdì, con 29 morti) Giuseppe Conte e i capidelegazione rosso-gialli Dario Franceschini, Roberto Speranza, Alfonso Bonafede e Teresa Bellanova hanno cominciato ad analizzare, assieme al ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, le nuove misure per tentare di contrastare la diffusione del virus.


Ad aprire l’incontro durato oltre tre ore, mentre su palazzo Chigi piovevano i dati drammatici dell’epidemia, è stato il ministro della Salute Speranza - da sempre alfiere della linea della «massima cautela» - che ha illustrato l’andamento dei contagi, il livello cui è giunto l’indice di trasmissibilità Rt (1,06), la tenuta del sistema sanitario: per ora buona. Ed è stato affrontato il nodo (spinoso) del tracciamento dei “positivi”.


RISCHIO TRACCIAMENTO


Sopra quota 3.500 contagi al giorno è ormai difficile, vista la mole di lavoro che si abbatte sugli uffici territoriali, individuare e fare il tampone a tutte le persone entrate in contatto con le persone risultate positive. Tanto più che l’app Immuni non è ancora «sufficientemente diffusa» (nonostante l’impennata degli ultimi giorni). Da qui il rischio che l’epidemia possa sfuggire di mano. E da qui anche una lunga discussione su come affidare a medici e pediatri di base l’effettuazione dei tamponi e dei test rapidi. «Gli uffici territoriali sono ormai al collasso», è stato osservato.

Covid, Regioni verso la chiusura: cresce l'ipotesi di lockdown locali. Campania a un passo

La seconda ondata della è ufficialmente arrivata. In ventiquattr'ore il numero dei nuovi positivi è schizzato a quota 5.372 (28 i morti), come ai tempi del lockdown più duro. Quasi mille in più rispetto a giovedì.


Nel vertice sono state esaminate soprattutto le nuove misure restrittive. L’estensione dell’obbligo della mascherina all’aperto e negli uffici non sembra bastare, infatti, a contenere la diffusione del virus: per l’Istituto superiore della Sanità e il ministero della Salute ci sono «segnali significativi di forte criticità».


CONTAGI IN FAMIGLIA

Le ipotesi di intervento analizzate a palazzo Chigi, con Franceschini e Speranza alfieri della «massima cautela», riguardano anche le famiglie. Durante il vertice, infatti, il ministro della Salute ha ricordato che il 75% dei contagi avviene dentro le mura domestiche. Dovrebbe perciò essere fissato il divieto di svolgere feste private e verrà introdotto un limite massimo di 20-30 invitati (ma non è deciso) per matrimoni, battesimi, comunioni, cresime.


NO EVENTI PUBBLICI

Sulla linea “assembramenti vietati”, il governo dovrebbe proibire eventi pubblici come manifestazioni, fiere, mercatini e assembramenti nei parchi e davanti a scuole, uffici e luoghi pubblici. Prevista anche «la limitazione di partecipazione del pubblico agli eventi sportivi nonché agli spettacoli aperti al pubblico» con il dimezzamento degli attuali limiti di 1000 partecipanti all’aperto e dei 200 al chiuso.

Si va inoltre verso una riduzione anche degli spettatori in cinema, teatri, sale da concerto con «la massima cura per i distanziamenti».


TAVOLI DA 6 MASSIMO

 

Il governo è anche orientato a stabilire un limite di 6 persone sedute allo stesso tavolo nei ristoranti e a introdurre l’obbligo di consumare cibi e bevande esclusivamente seduti. Per fermare la movida si va inoltre verso il divieto (dalle 21 in poi) di bere e restare in piedi fuori da bar, pub e ristoranti, che verranno chiusi anticipatamente: alle 24, invece delle 22 o 23 come inizialmente previsto. Durante la riunione si è discusso a lungo su questo punto: Conte e la Bellanova, preoccupati per le ricadute economiche su un settore già duramente colpito dal Covid, avrebbero voluto evitare le chiusure anticipate, stabilendo solo il divieto di sostare in piedi davanti ai locali. Ma Speranza e Franceschini hanno tenuto il punto.


SMART WORKING

Altre strette riguarderanno il lavoro in ufficio: per ridurre le occasioni di contagio e l’affollamento su bus e metro verrà «fortemente raccomandato» lo smart-working. E, come ha suggerito il Comitato tecnico scientifico (Cts), saranno previsti lockdown comunali e provinciali quando viene superato il livello di guardia dell’indice Rt. 


GIRO DI VITE SULLO SPORT

Nel corso del vertice è stato analizzato il rischio di contagi prodotto dallo sport amatoriale. «Non si usano né mascherine, né distanziamento, è una falla di sistema», è stato osservato da un partecipante. Così alla fine si è deciso di esplorare l’ipotesi di limitare o bloccare del tutto lo sport amatoriale «di contatto», come calcio, calcetto, basket, pallavolo, judo, etc.


SCUOLE E QUARANTENA

Tra i provvedimenti presi in esame c’è poi la chiusura di un istituto scolastico, con il passaggio alla didattica a distanza, quando in quella scuola viene superato un tot numero di contagi (la cifra non è stata decisa). E la riduzione a 10 giorni del periodo di quarantena. Ma la discussione verrà approfondita oggi da Speranza con il Comitato tecnico scientifico (Cts).


QUANDO SI DECIDE
Il giro di vite scatterà tra martedì e mercoledì. Prima del varo del nuovo Dpcm da parte del Consiglio dei ministri, Speranza vedrà oggi il Cts e poi lunedì Boccia convocherà la Conferenza Stato-Regioni per condividere le misure. «E questo ci permetterà», riferisce un ministro, «di valutare fino all’ultimo giorno utile l’evoluzione dell’epidemia e le misure conseguenti».


«Queste misure», è stato convenuto durante il vertice, «sono l’ultimo passo prima di arrivare a decisioni radicali». Se la situazione dovesse continuare a peggiorare, il governo ripercorrerà infatti in senso inverso le riaperture di maggio. Allora i primi ad aprire furono i negozi, seguiti da bar e ristoranti, parrucchieri e centri estetici. Poi fu la volta di palestre, centri sportivi e piscine. Infine arrivò il via libera per cinema e teatri. In questo caso le chiusure avverrebbero a ritroso cominciando, appunto, dai luoghi di aggregazione come cinema e teatri e proseguendo con palestre, centri sportivi, etc. Il governo, è stato ripetuto anche ieri pomeriggio, resta convinto che «bisogna fare il possibile» per evitare di bloccare le attività produttive (come accadde nella fase più dura del lockdown tra marzo e inizio maggio) e tornare a chiudere le scuole. 


Ultimo aggiornamento: Domenica 11 Ottobre 2020, 22:07
© RIPRODUZIONE RISERVATA