Nuovo Dpcm, stretta fino a dopo Pasqua: ipotesi riaperture in zona gialla, spiragli per ristoranti e cinema

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di Marco Conti

La linea dura dell’Italia tutta zona arancione è stata archiviata qualche giorno fa. Restano le tre fasce ma oltre non si può andare. Almeno per ora e sino a quando non si avrà contezza dei danni che produce la variante inglese che è più contagiosa, ma non più aggressiva del virus che abbiamo sinora conosciuto. Eppure qualche spiraglio si inizia a vedere, seppur cautamente, e lo si legge dalla mozione di maggioranza che viene approvata alla Camera e che impegna il governo a riaprire «luoghi di cultura» e «le attività economiche sospese». Ovvero mettere a punto protocolli sanitari per poter riaprire musei, cinema, teatri, palestre e ristoranti anche la sera. Il tutto non oltre le ore 22 ma soprattutto «allorquando il quadro epidemiologico e la curva dei contagi lo renda possibile» e «nel rispetto dei più rigorosi standard sanitari e di sicurezza richiesti al fine di evitare la ripresa della curva dei contagi».

Nuovo Dpcm fino al 6 aprile, include Pasqua. Speranza: «Impossibile allentare i divieti»

LA NOIA
Il nuovo decreto che il governo si appresta a licenziare riprenderà quello che scade il 5 marzo, arriverà sino al 6 aprile - coprendo di fatto anche le vacanze pasquali - ma qualche opportunità in più potrebbe esserci per le regioni gialle. In Parlamento il ministro della Salute Roberto Speranza ha tracciato un quadro solo in parte in continuità con il passato perchè in alcuni passaggi del discorso sono venute fuori le novità di metodo emerse il giorno prima dalla riunione di maggioranza. La più rilevante è nel giorno in cui verranno date le comunicazioni. Non più il venerdì per il giorno seguente, sistema che ha più volte penalizzato le attività produttive, ma il lunedì. Inoltre Speranza ha ribadito la necessità di effettuare un tagliando alla composizione del litigioso Comitato Tecnico Scientifico che dovrebbe anche parlare meno e con una voce sola.
Per la stesura definitiva si attende la riunione che oggi i presidenti di regione avranno con i ministri Gelmini (Affari regionali) e Speranza (Salute) e i dati che l’Istituto Superiore di Sanità fornirà venerdì al presidente del Consiglio. 

FASCE COLORATE: restano, così come sono state pensate dal precedente governo, e non sono state abolite per un’unica fascia arancione.

Potrebbero però scattare non più soltanto per regioni, ma anche sulla base di «perimetrazioni sub-regionali o sub-provinciali», come proposto dal ministro Brunetta

SPOSTAMENTI TRA REGIONI: continueranno ad essere vietati, ma si potrà andare per esigenze lavorative, motivi di necessità e salute.

SECONDE CASE: si potrà andare ma solo appartenenti allo stesso nucleo familiare. Occorre però leggere le ordinanze regionali perché nel bresciano (ora zona rossa) sono stati vietati del tutto gli spostamenti.

ZONE ROSSE: non è possibile andare a trovare parenti e amici. Spostamenti consentiti solo per lavoro, salute e necessità.

VISITE AI PARENTI: In zona rossa sono vietate. Possibili in zona gialla, mentre in fascia arancione solo all’interno del proprio comune e comunque nella fascia 5-22.

LOCALI: la riapertura dei locali la sera nelle zone gialle è la novità che potrebbe contenere il nuovo decreto, seppur sulla base di misure molto attente e di una percentuale di presenze nei locali che verrà calcolata sui metri quadri.

MUSEI, CINEMA E TEATRI: è la battaglia che ha iniziato a condurre il ministro Franceschini che ieri ha incontrato il Cts presentando un protocollo che, se accolto, permetterebbe di riaprire con gradualità «i luoghi della cultura», magari cominciando il sabato e la domenica. Sinora hanno riaperto solo i Musei Vaticani e paradossalmente chiusi anche i musei all’aperto. 

PALESTRE E PISCINE: uno scaglionamento negli ingressi viene valutato, ovviamente solo per le regioni gialle. Ma occorrono nuovi parametri e protocolli. Draghi ha però tenuto la delega allo Sport ed è probabile che presto il Cts possa essere nuovamente investito della questione.

SCI E IMPIANTI: l’attuale divieto scade il 5 marzo, ma verrà prorogato sino al 6 aprila. Stagione sciistica finita o mai iniziata, ma non è escluso che si lavori a nuovi protocolli che possano permettere successivamente l’uso degli impianti.

PARAMETRI: sono 21, troppi per i presidenti di regione che al ministro Maria Stella Gelmini hanno chiesto uno snellimento dei criteri che permettono di spostare una regione da una fascia all’altra.

SCUOLA: come era prevedibile, è già sfumata l’idea di allungare l’anno scolastico sino a fine giugno. Si chiude tra l’8 e il 12 giugno e poi inizieranno gli esami. 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Febbraio 2021, 10:09
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