I No Green pass perdono forza, ma resta alta l'allerta per il G20 di fine ottobre

La protesta all'interno delle varie categorie professionali è ancora forte

I No Green pass perdono forza, ma resta alta l'allerta per il G20 di fine ottobre

di Cristiana Mangani

Agitano le piazze ma con sempre meno convinzione. Il popolo del No Green pass sembra essere a un bivio: non è decollata la protesta totale. In giro per l'Italia si sono visti piccoli fuochi, anche se in tanti - tra gli agitatori di professione - hanno cercato di attribuirsi il movimento e le loro proteste. Ma chi sono e come si sta evolvendo il gruppo che mischia tante anime diverse? Nell'ultimo fine settimana l'annunciato blocco dell'Italia non c'è stato.

No Green pass, chi sono?

 

I No vax, no Green pass, no tutto, hanno dovuto fare i conti con la realtà, e cioè che, se nelle piazze non scendono in campo i professionisti delle devastazioni e delle guerriglie, la protesta si riduce a un sit-in, a qualche migliaio di resistenti e a incontri dove il dissenso viene manifestato pacificamente. Basta guardare piazza del Popolo a Roma, dove Forza nuova, con i suoi leader Giuliano Castellino e Roberto Fiore, sono riusciti a mettere in secondo piano le esigenze di protesta dei no Green pass con la violenza organizzata e l'assalto alla sede dell Cgil. O ancora, Milano, con il sabato di fuoco, diretto dai centri sociali ma soprattutto dagli anarchici. 

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Questo non vuol dire che il movimento no Green pass abbia smesso di agitarsi o di reclutare scontenti del Certificato verde. La protesta all'interno delle varie categorie professionali è ancora forte e resta difficile per gli investigatori e per l'intelligence, tracciare un quadro della situazione generale, soprattutto perché si tratta di persone che mai hanno avuto a che fare con la giustizia.

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E infatti, si tratta perlopiù di persone che hanno “facce comuni”. Sono ristoratori, dipendenti pubblici, pensionati, mamme che lavorano, ex compagni di scuola. Insospettabili, in cerca di leader. Per questo ancora più pericolose e difficili da contenere perché pronte a stendersi davanti a un blindato per poter esprimere il proprio dissenso. L'assalto di piazza del Popolo con oltre diecimila no vax sul piede di guerra, ha trovato impreparate le forze dell'ordine e ha consentito a Forza nuova di cavalcare il malcontento, di appropriarsene. E lo stesso è successo a Milano con gli anarchici. Perché quello che non accetta l'obbligo del Certificato verde, ma che rifiuta anche il vaccino, è un no movimento ed è cresciuto a ridosso di grossi appuntamenti economici e poitici per il Paese. Sono pezzi di società civile che lamenta di non essere rappresentata da questo governo. Gente comune e, dunque, difficile da prevedere e tracciare. L'intelligence continua a escludere che ci sia una regia unica, un disegno destabilizzante preordinato. È pur vero, però, che se in Italia rimane così elevato il numero di non vaccinati, il rischio di dover avere ancora a che fare con questa massa agitata esiste.

Anche perché cresce la difficoltà di individuare i loro possibili obiettivi, proprio per l'estemporaneità dei gesti e delle reazioni. Un terreno fertile dove gli agitatori di professione non fanno fatica a trovare seguaci.

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Inoltre, l'anima No vax non sembra disposta al dialogo. E così ti ritrovi quello che fino al giorno prima era un anonimo bidello di scuola, urlare a chi cerca di fargli domande: «Sei un giornalista? Allora ti taglio la gola». È successo ad agosto. E una scena simile si è verificata subito dopo a Roma. Sono aumentati i rischi per medici e infermieri. Tra gli arrestati dopo i disordini di piazza del Popolo c'era anche Biagio Passaro, ristoratore, diventato leader in un attimo grazie ai social e alla chat Telegram Io apro. E il suo caso non è unico. In uno scenario così trasversale, che racchiude mondi diversi, chiunque può riuscire a trovare dei varchi. 

Questa mattina, alcuni no Green pass e un gruppo di antagonisti genovesi stanno cercando di bloccare il varco portuale dei traghetti ma stanno facendo passare merci deperibili e persone. I tir che erano in coda al varco Etiopia sono stati dirottati su altri ingressi del porto. Mentra altri varchi e terminal sono liberi.

A Trieste, davanti al molo 4 la polizia sta sgomberando i presidi, usano gli idranti, ma i manifestanti no Green pass non sono intenzionati ad abbandonare e continuano a gridare “libertà, libertà”.

 

Quale lo scenario che si annuncia nei prossimi giorni? Le chat Telegram continuano a riempirsi di chi vuole urlare il proprio dissenso. E il popolo del contro tutto ha attivato anche una radio pirata che usa frequenze non in Fm 7210-7211,5 KhZ, in modulazione Usb, dove vengono ripetuti appelli alla disobbedienza civile, progetti di aggressione e reazione contro i provvedimenti decisi dal governo. Il vero nodo ora resta l'appuntamento per il G20 del 30 e 31 ottobre. Il Viminale sta predisponendo “zone rosse” e un cordone di sicurezza molto stretto intorno agli obiettivi sensibili e ai luoghi dove si svolgerà il vertice. Ma come avviene in tutte queste occasioni dove sono presenti i leader mondiali e si ragiona sui grandi temi economici, esiste il rischio che la protesta diventi più articolata, che dai vari fronti organizzati - anarchici, centri sociali, e anche estrema destra europea - arrivino i professionisti del dissenso. L'intelligence e le digos sono al lavoro.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Febbraio 2023, 22:41
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