Studenti in piazza in tutta Italia: bruciati i manichini di Di Maio e Salvini. E lui ribatte: «Che schifo»

Studenti in piazza in tutta Italia: bruciati i manichini di Di Maio e Salvini. E lui ribatte: «Che schifo»
Manichini raffiguranti i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono stati bruciati dagli studenti che manifestano a Torino scandendo slogan contro il governo. Sui lampioni di piazza Castello, dove sono arrivati in corteo, sono state attaccate alcune foto dei leader di Lega e Movimento 5 Stelle col volto imbrattato di vernice rossa. 
 
 

​La zona della protesta, di fronte agli uffici della prefettura, è presidiata da polizia e carabinieri. Gli studenti che hanno bruciato i manichini sono stati individuati dalla polizia, e verranno denunciati. La manifestazione, partita da piazza Arbarello, ha raggiunto piazza Castello per poi proseguire fino a concludersi a Palazzo Nuovo.
SALVINI: CHE SCHIFO «Questi 'democratici' studenti, coccolati dai centri sociali e da qualche professore, avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica. Forse capirebbero che BRUCIARE in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa», ha commentato su Twitter Matteo Salvini. Più diplomatico invece Di Maio«Ci sono ragazzi che stanno manifestando, per prima cosa vediamoci, le porte del ministero sono aperte, parliamo. Costruiamo insieme una nuova scuola», ha detto il ministro del Lavoro sottolineando che «le manifestazioni si devono fare. Andate avanti - ha detto - ho fatto il rappresentante degli studenti per cinque anni, so bene quale è il valore di una pressione sociale pacifica. Ma non è vero che tagliamo a scuole e università. Vediamoci per un confronto».

STUDENTI IN PIAZZA IN TUTTA ITALIA Studenti in piazza in tutta Italia per manifestare al grido di «Chi ha paura di cambiare? Noi no!». Sono oltre 50 le città lungo tutto lo stivale, da nord a sud, interessate dalla protesta studentesca. Nel mirino c'è il governo che «si riempie la bocca di parole come "cambiamento", per poi offrire solo regresso», come dichiarato da Giammarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi. A Roma in migliaia si sono radunati a piazzale Ostiense, per poi muovere in corteo alla volta del ministero dell'Istruzione. «Razzismo, repressione, zero investimenti. Quale cambiamento?», questo il messaggio sullo  striscione posizionato alla testa del serpentone. Si registrano forti disagi al traffico in zona.

MASCHERE DI DALÌ A ROMA Sono spuntate anche le maschere di Salvador Dalì alla manifestazione degli studenti a Roma. Lungo il percorso verso il Ministero dell'istruzione, molti manifestanti, così come i colleghi in altre città, hanno dato vita ad un flash mob indossando le maschere rese famose dal telefilm, La Casa di Carta. Un modo per trasmettere un «messaggio di riscatto nei confronti di una politica che da sempre fa i suoi interessi sulla pelle dei cittadini». Per questo, il motto della manifestazione non poteva che essere «#chi ha paura di cambiare? Noi no!».

«Il governo continua ad essere sordo di fronte alle necessità su cui da tempo, le studentesse e gli studenti di questo paese, chiedono una risposta - ha proseguito Manfreda - Diciamo no alle manovre di "risparmio" sulla scuola che non prevedono ulteriori investimenti, come il taglio di 100 milioni annunciato qualche giorno fa. No a una visione limitata del ruolo dei giovani e dell'Istruzione nella società. Se il governo non ha paura di cambiare, lo dimostri investendo in istruzioni».

NAPOLI 'Mimmo Libero'. Cosi il corteo di migranti e studenti esprime solidarietà e vicinanza al sindaco di Riace, Mimmo Lucano, posto agli arresti domiciliari. Diversi i rimandi al sindaco di Riace: 'Viva Mimmo' e 'Io sto con Riace' sono alcuni dei manifesti esposti. Il corteo partito da piazza Garibaldi si è incrociato con un'altra frangia in piazza Matteotti. Qui si sono aggregati i Movimenti per il diritto alla casa e i centri sociali. I manifestanti sono diretti, scortati dalle forze dell'ordine, sotto la Prefettura. In via Medina sono stati esplosi dei petardi e accesi fumogeni. Studenti e migranti chiedono sicurezza nelle città, nelle piazze e nelle scuole.

«Salvini stai scherzando con la nostra vita. Vai via». Così in piazza Plebiscito, davanti alla sede della Prefettura di Napoli, ha parlato un migrante che ha partecipato al corteo che stamattina ha visto sfilare insieme migranti e studenti. «Noi siamo solo immigrati - ha aggiunto - non siamo bestie, siamo umani. Da quando c'è Salvini, la politica italiana è diventata razzista e fascista». Il popolo di migranti e studenti radunati in piazza ha parlato di sé come del «popolo più potente. Noi siamo ricchi e uniti vinceremo questa battaglia perché la lotta paga». Secondo i migranti il Dl Salvini «cancella il diritto di asilo per i rifugiati e getta bambini, donne e uomini immigrati nelle mani delle mafie e del caporalato».

I manifestanti chiedono politiche per l'integrazione. «Non siamo criminali - dicono - noi vogliamo stare bene e in pace con gli italiani.
Molti di noi non avrebbero mai lasciato il loro Paese se non fosse stato necessario». Posizioni condivise dagli studenti che davanti al Palazzo del Governo hanno esposto lo striscione 'No al Governo dell'odiò. «Il governo giallo-verde - ha detto uno studente - ci vorrebbe divisi invece noi nelle nostre diversità siamo qui e continueremo a lottare contro questo Governo di razzisti, di sessisti, di gente che ci toglie il futuro». I manifestanti hanno annunciato che il prossima 20 ottobre saranno a Roma. In piazza anche il Movimento 'Non una di menò contro il decreto Pillon.


BARI  Uno studente con la maschera di Salvini sul volto, gli altri in tuta blu, come carcerati, e telecamere di cartone a sorvegliarli. Con un flash mob nelle vie del centro di Bari gli studenti baresi in corteo hanno manifestato contro la proposta «scuole sicure» del Governo. «Invece di rendere le nostre scuole sempre più aperte e inclusive - dicono - il ministro Salvini vuole trasformarle in carceri, tenendo gli studenti sotto controllo».

Quando il corteo ha raggiunto la sede della Regione Puglia, in via Capruzzi, gli studenti hanno consegnato simbolicamente all'ingresso la loro proposta di «carta di cittadinanza studentesca» per che dare ai ragazzi, «indipendentemente dalle condizioni economiche delle famiglie di provenienza, agevolazioni su trasporti, cinema, musei e luoghi della cultura». «Abbiamo bisogno di spazi di aggregazione, di incontro e sperimentazione per vivere i quartieri delle nostre scuole e università come vorremmo» dicono, ricordando anche il problema tutto barese degli alloggi e degli studentati in città.

«A Bari 843 studenti restano tuttora esclusi dal posto letto in attesa degli scorrimenti e dei rinunciatari. Questa - dichiara Piercarlo Melchiorre, coordinatore di Link Bari - è una città che pretende di essere universitaria ma senza essere tale. Attendiamo una risposta concreta tanto dal Comune quanto dalla Regione: migliaia di fuori sede e pendolari non possono continuare a frequentare l'università senza le condizioni e le garanzie per farlo. Ci daremo un calendario di incontri per accorciare i tempi dei lavori in cantiere». La manifestazione si è conclusa con una assemblea in piazza Umberto.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Ottobre 2018, 15:02
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