Draghi, l'appello dei mille sindaci: «Mario, devi andare avanti»

Draghi, l’appello dei mille sindaci: «Mario, devi andare avanti»

di Alessandra Severini

Più di mille sindaci scrivono al premier e gli chiedono di restare. L’iniziativa, che era partita dal sindaco di Firenze, Dario Nardella ha trovato via via nuove adesioni dai primi cittadini di ogni colore politico, da Luigi Brugnaro primo cittadino di Venezia a Marco Bucci, sindaco di Genova passando per Roberto Gualtieri e Beppe Sala. In particolare i sindaci esprimono preoccupazione per un eventuale blocco dei progetti del Pnrr. I progetti finanziati nel Piano, infatti, devono essere gestiti nel rispetto di scadenze precise, pena la perdita dei finanziamenti.

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L'attacco di Giorgia Meloni

La lettera dei primi cittadini è stata attaccata duramente dalla presidente di FdI Giorgia Meloni, che ha parlato di «uso spudorato delle istituzioni» da parte dei sindaci: «Mi chiedo sei i cittadini condividano l’appello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall’Italia reale vadano avanti imperterriti, condannando questa Nazione all’immobilismo solo per garantire lo stipendio dei parlamentari e la sinistra al governo». Fra le firme dei sindaci però c’è anche quella di Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo, città dove Fratelli d’Italia siede tra le fila della maggioranza e quella di Andrea Corsaro a Vercelli, sostenuto in Consiglio comunale da una maggioranza a trazione Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Casi che hanno mandato su tutte le furie i meloniani.

Ipotesi voto anticipato

Intanto nel centrodestra sembra crescere la voglia di urne. Ieri Salvini ha incontrato Berlusconi nella sua villa in Sardegna ed entrambi hanno concordato nel liquidare i 5 stelle e nell’escludere un nuova maggioranza con loro: «Sono incompetenti e inaffidabili». I due leader si muovono cauti, attendendo «l’evoluzione della situazione politica», ma si dichiarano uniti nella linea da seguire: o il governo va avanti senza il M5s o l’unica altra strada percorribile è quella delle elezioni politiche anticipate. Non tutti però in Forza Italia e nella Lega sono convinti che il voto anticipato rappresenti la soluzione migliore.

L'opzione Dem

Il Pd invece spera di poter rimettere insieme i pezzi della maggioranza in frantumi. I Dem puntano tutto sull’ala governista del Movimento: convincendo almeno una parte dei 5 stelle a sostenere Draghi si potrebbe indurlo a restare e realizzare alcuni obiettivi dell’agenda sociale come il salario minimo e il taglio del cuneo fiscale.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Luglio 2022, 07:28
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