Recovery Fund, la maggioranza esalta Conte. Salvini: «Una fregatura»

Recovery Fund, la maggioranza esalta Conte. Salvini: «Una fregatura»
Una trattativa lunga ed estenuante per un buon risultato, quello portato a casa da Giuseppe Conte al termine del vertice Ue sul Recovery Fund. L'Italia ha infatti ottenuto circa 209 dei 750 miliardi di euro stanziati complessivamente (ripartiti, dopo lunghi negoziati, in 390 miliardi a fondo perduto e 360 miliardi in prestiti). Se la maggioranza esalta il presidente del Consiglio, le opposizioni, con Matteo Salvini e Giorgia Meloni in testa, non tardano a criticare il risultato ottenuto da Conte.

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Il leader della Lega, insieme ad Alberto Bagnai, ha indetto una conferenza stampa alla Camera. «In fondo al tunnel si intravede una fregatura grossa come una casa. Se i prestiti, governati da Bruxelles, comportassero Legge Fornero e patrimoniale su casa e risparmi sarebbe un costo sociale ed economico altissimo per gli italiani. Noi come Lega vigileremo perché così non sia» - le parole di Matteo Salvini - «Non c'è nessun regalo. È resa senza condizioni alle scelte della Commissione. Si parla di soldi prestati, da restituire fino all'ultimo centesimo, che arriveranno se va bene tra un anno, solo se l'Italia farà le riforme su pensioni, lavoro, sanità».
 

Meno dura, ma comunque critica, anche Giorgia Meloni. «Abbiamo tifato per l'Italia in ogni momento. A negoziato concluso, voglio dire che Conte è uscito in piedi e ha battuto l'egoismo nordico, ma poteva e doveva andare meglio. È stato sbagliato dare per acquisiti i 500 miliardi di sussidi proposti da Merkel e Macron e poi aprire a un taglio in cambio di zero condizionalità. È tornato a casa con meno sussidi e più condizionalità» - il commento della leader di Fratelli d'Italia - «I 'frugali' hanno ottenuto il ridimensionamento del Recovery Fund e l'aumento di privilegi inaccettabili e anacronistici. Il livello di sussidi a fondo perduto è accettabile ma rischiamo di perdere altre voci del bilancio pluriennale e non c'è stata revisione degli assetti europei che penalizzano in modo strutturale l'Italia e la sua economia». Giorgia Meloni lancia anche un monito per il prossimo anno: «Vengono rinviate a data da destinarsi tutte le tasse su colossi extraeuropei e finanza speculativa, ma viene introdotta una tassa sulla plastica di 80 centesimi al chilo dal 1 gennaio: un salasso per migliaia di imprese, col rischio che i costi si riversino sulle famiglie. Quello che preoccupa di più è che queste risorse arriveranno solo a primavera 2021 ma per spenderle dovremo comunque passare per i Rutte di turno: si rischia un inaccettabile commissariamento delle scelte di politica economica di una nazione sovrana».
 

Di diverso tenore, ovviamente, le reazioni della maggioranza. Luigi Di Maio, ex leader del M5S, ha commentato così: «Un risultato fondamentale per il nostro futuro. Oggi l'Europa ha dimostrato di essere cambiata, di pensare all'interesse comune di tutti gli Stati membri. E abbiamo fatto bene a credere in questo cambiamento fin dall'inizio, sostenendo questa Europa con il voto ad Ursula Von der Leyen di un anno fa. A dimostrazione che può esserci un'Europa diversa. Abbiamo dimostrato di essere una nazione forte, ora dobbiamo pianificare le riforme, non c'è tempo da perdere. Dovremo guardare al futuro pensando a un paese più moderno, mettere in campo strumenti che siano in grado di dare un reale sostegno ai cittadini».
 

Molto soddisfatto anche Nicola Zingaretti, segretario del Pd: «L'Europa c'è ed è più forte e vicina alle persone. Un'Europa popolare. Grande battaglia del governo Conte e bella vittoria per l'Italia. Ora servono visione, concretezza e velocità. Investimenti su green economy, digitale, infrastrutture, conoscenza, inclusione per rilanciare le imprese ed essere vicini alle famiglie».
 

Sempre sul fronte della maggioranza, Matteo Renzi ha parlato dell'esito del vertice Ue in un'intervista a La Stampa. «Passaggio storico, Conte ha lavorato bene, l'Italia sta dalla parte giusta e i sovranisti perdono colpi. Ma la vera scommessa è come questa montagna di soldi saranno spesi. Per questo mi sembra surreale in questa fase una discussione sulle legge elettorale» - le parole del leader di Italia Viva - «Il Mes serve ancora, anche più di prima. Quindi rimbocchiamoci le maniche e cominciamo a lavorare sulle infrastrutture, sul rilancio dei cantieri, sugli ospedali e sul digitale. Sto girando il Paese, sento la crisi mordere e dico basta polemiche assurde».
 

Dall'opposizione, Antonio Tajani plaude al risultato ottenuto dall'Italia ma lancia un monito. «Siamo soddisfatti del fatto che l'Europa si sia dimostrata più solidale rispetto al 2008. C'è stata la resistenza di alcuni paesi e questo deve farci riflettere sul futuro. L'Italia ora dovrà essere in grado di avere i soldi che sono a disposizione, deve dare il meglio di sé, per presentare delle riforme valide» - così il vicepresidente di Forza Italia a Rai RadioUno -  «Rimane il problema del Mes, credo che si debbano utilizzare quei soldi che sono disponibili sin da ora per riformare la sanità e per risolvere il problema della cassa integrazione. Abbiamo bisogno di immettere liquidità sul mercato e prepararci ad una possibile ondata di ritorno del Covid19. Dobbiamo valutare anche i flussi migratori, abbiamo visto che i clandestini arrivati in Italia erano in gran parte affetti da coronavirus».
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Luglio 2020, 11:48
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