Meloni: «Pochi soldi che ci sono li usiamo per il taglio bollette. Non ho il terrore della rielezione»

«Dobbiamo vedere come superare l'inverno senza che le bollette esplodano, sperando di tranquillizzarci da marzo in poi»

Meloni: «Pochi soldi che ci sono li usiamo per il taglio bollette. Non ho il terrore della rielezione»

«I pochi soldi che ci sono serviranno a coprire il taglio delle bollette per chi è in difficoltà». Lo ha detto Giorgia Meloni nell'ultimo libro di Bruno Vespa rispondendo alla domanda su come farà il governo per la legge di bilancio per il 2023. «Dobbiamo vedere come superare l'inverno senza che le bollette esplodano, sperando di tranquillizzarci da marzo in poi. Se l'Europa non riuscisse a tagliare l'allineamento del costo del gas da quello dell'energia elettrica, che è fonte di grandi speculazioni, lo faremo noi». «Non ci sono briciole per altro?» domanda Vespa a Meloni che risponde: «Poche, ma vogliamo dare qualche segnale, come la tassazione al 15 per cento sugli aumenti di reddito e il passaggio da 65.000 a 100.000 euro della quota di fatturato delle partite Iva tassate anch'esse al 15 per cento».

Rave, le nuove norme del governo Meloni: rischia condanna anche chi partecipa

«Non ho il terrore della rielezione»

«L'unico vero vantaggio che ho rispetto agli altri è che non lavorerò per restare in questo posto - spiega Meloni rispondendo alla domanda perché lei dovrebbe riuscire dove i diciassette governi precedenti hanno fallito -. Non sto qui per sopravvivere guardando i sondaggi. Tra cinque anni io non voglio essere rieletta a ogni costo. Se non hai niente da perdere, puoi tirare di più la corda. Per fare le cose devi rompere gli schemi; se vivi nel terrore di non essere rieletta, sei destinata a non combinare niente». 

Video

L'Europa confederale

«La mia idea di Europa è quella di un'Europa confederale in cui viga il principio di sussidiarietà.

Non faccia Bruxelles quello che può fare meglio Roma, non agisca Roma lì dove, da soli, non si è competitivi», ha detto Meloni. «Abbiamo avuto - prosegue - un'Europa invasiva nelle piccole cose e assente nelle grandi materie. Non converrebbe lasciare agli Stati nazionali il dibattito sul diametro delle vongole e occuparsi invece a livello comunitario dell'approvvigionamento energetico?».

«Definirci atlantisti - prosegue Meloni nel libro di Vespa - ma non europeisti mi pare francamente un'idiozia. Oggi tutto è estremamente ideologico . Passa la vulgata che sei europeista se sei federalista. Il federalismo europeo accentra, mentre il federalismo nazionale decentra. Che senso ha? Vogliamo dire che il Superstato europeo non ha funzionato? In Europa, gran parte del potere decisionale è in mano alla Commissione, che viene indicata dai governi, ma nel nostro ordinamento la sovranità è del popolo che la esercita attraverso il Parlamento. C'è qualcosa che non funziona, soprattutto in una Repubblica parlamentare come la nostra». Il presidente del Consiglio fa l'esempio della pandemia: «Quando è arrivato il Covid, ci siamo accorti di aver consegnato alla Cina la produzione dei microchip. La Cina ha ovviamente deciso di privilegiare il mercato interno e noi siamo rimasti all'asciutto. È allora che la Commissione ha capito che c'era un problema e ha stanziato 50 miliardi di euro per favorire la produzione dei microchip europei. Ma quando noi ponevamo il problema del controllo delle catene di approvvigionamento fondamentali, ci dicevano che eravamo autarchici».

Sul reddito di cittadinanza: «Sussidio solo a chi non può lavorare»

«Lei - dice Vespa - ha perso voti al Sud da gente terrorizzata di perdere il reddito di cittadinanza, come intende riformarlo?». «Garantendo un dignitoso sussidio a chi realmente non ha la possibilità di lavorare e, in alcuni casi, migliorandolo, si pensi agli invalidi - risponde Meloni -. Per gli altri intendiamo attingere al fondo sociale europeo per avviare al lavoro chi può attraverso corsi di formazione retribuita». 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 Novembre 2022, 14:31
© RIPRODUZIONE RISERVATA