Salvini a Molto Futuro del Messaggero: «Il Ponte sullo Stretto? Chiederò cofinanziamento dalla Ue». Urso: «Pronti a supportare chi vuole investire in Italia»

Il Messaggero torna per un nuovo appuntamento con MoltoFuturo presso le Scuderie di Palazzo Altieri per analizzare, insieme agli esperti del settore, la grande trasformazione in atto in ambito energetico, tecnologico e finanziario.

Se anche le nuove tecnologie sono frenate dal caro materiali e dalla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, quanto si può contare sulla loro forza dirompente e sull’effetto leva allo sviluppo della loro applicazione? Quanto la crisi sta colpendo il campo dell’innovazione e come sostenere le imprese nel continuo processo di crescita e nell’attuale fase di transizione?

Matteo Salvini, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti annuncia: «Sul codice degli appalti c'è una riunione oggi a Palazzo Chigi, un tavolo tecnico. L'obiettivo è arrivare ad un codice degli appalti più breve, coinciso, e nell'ottica del principio: quello che non è proibito si può fare», un testo «da portare in Consiglio dei ministri a inizio dicembre, prima dell'Immacolata». Nel merito, uno dei punti è «per gli affidamenti diretti ad alzare la soglia per permettere che siano gli enti locali a intervenire direttamente». «Rispetto al testo di partenza è stato tagliato il 30%: l'obiettivo è raddoppiare», sottolinea ancora Salvini: bisogna «snellire, semplificare», serve un testo «più snello».

Poi parla dell'importanza dell'innovazione sostenibille: «Come Mit vorrei creare un polo di attrazione e di investimenti per capitali stranieri. Ad esempio mi piacerebbe che Elon Musk, che ritengo un genio dell'innovazone, potesse lavorare e investire di più in Italia».  

Sulla realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina afferma: «Se si può fare, si deve fare, i benefici sono superiori rispetto ai costi. In un anno e mezzo il ponte si ripaga. Il 5 dicembre sarò a Bruxelles e chiederò che il ponte che collegherà Palermo a Berlino venga co-finanziato dalla comunità Europea».  E poi annuncia: «A dicembre nella manovra di bilancio daremo i primi segnali: dall'innalzamento della soglia della flat tax, allo stop della legge Fornero, da una rinnovata tregua fiscale alla revisione del reddito di cittadinanza».

Adolfo Urso, Ministro delle imprese e del made in Italy che definisce «un marchio di eccellenza nel mondo», parla di «una politica che serva a valorizzarne l'importanza: qualcosa di bello, buono, ben fatto e sostenibile». «Vorrei che alla fine di questo quinquennio il mio ministero sia percepito non come ministero delle crisi ma delle opportunità. Lo Stato che non ostacola ma aiuta. Per questo stamattina con tutti i soggetti della produzione, sindacati, imprese, aziende, ci confronteremo sul dossier Ex Ilva, fondamentale per la manufatteria italiana e europea, affinchè ci sia una chiara politica industriale che porti al mantenimento di questa impresa strategica». 

Luigi Ferraris, AD Ferrovie dello Stato Italiane, racconta gli obiettivi sul piano da 190 miliardi: «E' un piano ambizioso, noi oggi abbiamo infrastrutture stradali e ferroviarie che hanno 70 anni, richiedono un adeguamento al fabbisogno dei tempi e del mercato.

Il nostro blocco investimenti può essere diviso in 3 aree: investimenti pubblici destinati al mondo delle infrastrutture (110 miliardi su rete ferroviaria, 50 su strade), il resto è tutto autofinanziamento: sviluppo tecnologico, investimenti, logistica e poi il rinnovo della flotta, tra Fracciarossa, treni regionali e intercity. Cosa porterà? Un aumento della capacità di trasporto del 20%: come la tratta Napoli- Bari per cui ci vorranno due ore o la Genova Milano». E sulla crisi energetica afferma: «Siamo il primo consumatore di energia in Italia, ci stiamo muovendo per installare pannelli solari per fare autoproduzione nei 30 milioni di metri quadrati di spazi non utilizzati di cui Ferrovie dispone: potremo coprire circa il 40% di fabbisogno con 2mila megavat di capacità al nostro interno». 

Vincenzo Onorato, AD Eteria, parla dei ritardi della messa a terra dei progetti. «Per poter realizzare progetti è necessario considerare l'offerta che manca da troppi anni. Non fare i conti con quali imprese si ha a che fare è uno degli errori più gravi che è stato fatto: c'è una desertificazione delle imprese: le imprese con fatturato oltre i 200 milioni sono passate dal 2011 oggi da 24 a 10. Nella fascia alta ci sono massimo 10 imprese generaliste capaci di realizzare progetti da 400-500 milioni, ènecessario introdurre misure concorrenziali nell'interesse del mercato».

Pietro Innocenti, AD Porsche Italia: «Nel 2025, contiamo di avere il 50% di vetture elettrificate, nel 2030 fino all'80 di vetture completamente elettriche. Stiamo facendo una cosa interessante sui carburanti sintetici per abbattere emissioni veicoli: si tratta di benzone sintetiche prodotte attraverso l'utilizzo dii energia rinnovabile che assorbono Co2 e la rimettono in atmsofera». 

Daniela Vinci, CEO Masmec, come la pandemia e la crisi energetica ha impattato sul settore? «Siamo un'azienda nel campo dell'automazione industriale rivolta al settore automotive, costruiamo sistemi di assemblaggio e collaudo. La pandemia ha accelerato il processo di elettrificazione. Ci siamo ritrovati con nuovi componenti in un mercato ancora in attesa, aggravato dalla crisi delle materie prime. Ci troviamo a progettare linee di assemblaggio senza aver toccato con mano nuovi componenti elettrificazione. Diventa strategica la relazione con il cliente finale». 

Tra gli ospiti anche Andrea Giuricin, Docente Università Milano Bicocca: «Stiamo vivendo una tempesta della logistica. L'Italia è un paese trasformatore e se i costi  aumentano questo fa perdere competività al pease«.

Francesca Ferrazza, Head Magnetic Fusion Initiatives Eni; Giorgio Ventre, Docente universitario e Dir. Apple Academy San Giovanni a Teduccio; Pietro Labriola, AD e DG TIM e Danilo Iervolino Editore de L’Espresso. 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Novembre 2022, 12:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA