Bufera social su Maria Elena Boschi per un tweet sul reddito di cittadinanza, Di Battista la critica: «Radical chic sotto naftalina»

Bufera social su Maria Elena Boschi, Di Battista: «Radical chic sotto naftalina». Ma anche lo stato sociale le risponde

di Luca Calboni
Bufera social su Maria Elena Boschi: l'ex ministro e sottosegretario PD da ieri sera è stata letteralmente presa d'assalto con insulti e battute ironiche per un suo tweet. «Dice Di Maio che col reddito di cittadinanza da oggi cambia lo Stato Sociale. La colonna sonora infatti diventa “Una vita in vacanza”», il messaggio della deputata Dem. Ovviamente molto apprezzato dai suoi fan, ma anche molto criticato dai suoi "avversari". 

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Su Twitter vari utenti hanno risposto alle rime per il cinguettio della Boschi, e hanno replicato alla 37enne con migliaia di messaggi: «C’è tutto il fallimento del PD in queste tre spocchiose, vergognose, tristissime righe», «Si rende conto del disastro politico e mediatico di un simile post? E questa sarebbe la sua proposta alternativa?» solo alcuni dei commenti che sono apparsi via social. Oltre ai moltissimi utenti, anche dal mondo dello spettacolo e della politica non sono mancate le replice. Prima fra tutti quella del gruppo musicale Lo Stato Sociale, che proprio allo scorso Festival di Sanremo hanno presentato il brano "Una vita in vacanza"

 
«Noi, cara @meb, preferiamo la piena automazione o un reddito di cittadinanza vero, non l’ennesimo sussidio di disoccupazione. Venite a cena con noi invece che con i leghisti per parlare di cose realmente di sinistra» la replica della band di Lodo Guenzi.

«Rispetto la vostra opinione, ma per me il reddito di cittadinanza è una misura assistenzialista.
Assegno di povertà c’è: è il REI. La sinistra è lavoro, non sussidio. Però mi fa piacere parlarne a cena. Fatemi sapere quando siete a Roma. Ciao
», ha risposto in serata l'ex ministro. 
 

Ma è dal Movimento 5 Stelle che arriva l'attacco più duro, prorpio da Alessandro Di Battista che risponde per le rime alla ex sottosegretario: «L’atteggiamento radicalchic rappresenta la loro morte politica. Partecipano alle cene da 6.000 euro a tavolo e scrivono queste stupidaggini trattando le persone che vivono in povertà come semplici fancazzisti. - scrive Dibba sul suo profilo Facebook - Gli italiani ormai li odiano e neppure se ne rendono conto. Continuano imperterriti nella strada dell’arroganza. Si guardano l’ombelico, al massimo lo sguardo lo rivolgono solo verso l’ultima borsa di Hermes acquistata “per far girare l’economia” e appesa nell’armadio in mezzo alla naftalina. Ma la verità è che sotto naftalina ormai ci sono loro. Conserviamoli per i posteri. Affinché i futuri uomini politici sappiano come non diventare mai».

Ultimo aggiornamento: Sabato 19 Gennaio 2019, 08:13
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