Liliana Segre, standing ovation al Senato: «Leggi per Rom e Sinti? Mi opporrò». Ma su Twitter volano insulti

Liliana Segre, standing ovation al Senato: «Leggi per Rom e Sinti? Mi opporrò». Ma su Twitter volano insulti

di Domenico Zurlo
Le sue parole ieri in aula hanno fatto parlare: Liliana Segre, senatrice a vita, nel suo intervento al Senato ha rievocato la sua storia di ebrea perseguitata durante la Seconda Guerra Mondiale. E Palazzo Madama le ha tributato una standing ovation. «Mi rifiuto di pensare che la nostra civilità democratica sia sporcata da leggi speciali» nei confronti di Rom e Sinti, ha detto: «Se accadrà mi opporrò con tutte le forze». La Segre aveva ricordato di essere una «vecchia signora» che è tra le poche «ancora in vita» a portare sul braccio «il numero di Auschwitz».

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CASELLATI, SALVINI, CONTE Al termine del suo intervento in cui ha parlato a difesa dei Rom, di tutti i popoli nomadi, anch'essi «vittime» dell'Olocausto, e di chi si trova ora nella condizione di clandestino, la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati l'ha ringraziata: «Grazie - ha detto - per la lezione di vita che ha voluto impartire oggi a tutti noi». E lo stesso Matteo Salvini, dopo aver ascoltato il suo intervento, parlando in sala stampa al Senato, ha assicurato: «La senatrice Segre teme leggi speciali contro Rom e Sinti? Paura infondata, mi basterebbe che rispettassero le leggi normali. Faremo di tutto per far rispettare quelle».

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Anche il premier Giuseppe Conte le ha dedicato un pezzo del suo discorso: «Un primo pensiero lo vorrei rivolgere alla senatrice Segre, ci siamo conosciuti l'altro giorno, e ci ha fatto un grande regalo perché ci ha restituito alla memoria una pagina molto dolorosa della nostra storia - ha detto - Il tempo trascorre ma non dobbiamo mai consentire l'oblio. Io ho un bambino di 11 anni e mi impegno sempre a trasmettergli questa memoria». 



"COSE CHE HO GIÀ VISSUTO" «Sento intorno a me delle cose che ho già vissuto», ha detto poi questa mattina a Circo Massimo su Radio Capital. Ad esempio, il trattamento riservato agli immigrati. «Sono stata una richiedente asilo, in Svizzera, e sono stata respinta», racconta Segre, «eravamo dei clandestini, avevamo le carte false. Siamo stati in carcere. E poi siamo stati deportati. In questo iter c'era qualche cosa che a distanza di tanti anni ho visto ripetersi». «Rivedo l'osceno sospetto di chi fino ad adesso non ha osato e adesso osa», ha aggiunto. 



Salvini ha smentito progetti di leggi speciali. «Capisco il punto di vista di un leghista che va al potere - dice la senatrice - si fa garante di un ordine che finora non c'è stato. Salvini, dal suo punto di vista, fa il suo mestiere». Segre presenterà un disegno di legge «contro l'hate speech, il discorso dell'odio. Per non lasciare che ci siano delle categorie odiate, verso le quali si dice tutto il male».
"NOI DEPORTATI, NESSUNO DI NOI AVEVA FATTO NULLA" Oggi la senatrice Segre è stata intervistata da Repubblica: «Il professor Melloni l'ho incontrato al ricevimento del presidente della Repubblica, il primo giugno - ha detto - Mi aveva detto: ma lei sa che se una persona non manda il figlio a scuola deve pagare 30 euro di multa, ma se lo fa un rom gli tolgono il figlio? Mi ha proprio colpito. E allora gli ho raccontato che io me li ricordo gli zingari nei campi di sterminio, ma siccome non hanno una tradizione scritta come gli ebrei, queste cose non le sa nessuno. Forse neppure gli zingari stessi di oggi, rom o sinti che siano. Non potevo non rispondere al suo appello».
Alla domanda se importiamo galeotti e farabutti dalla Tunisia, Segre risponde: «Questa emigrazione è completamente diversa.
Noi fuggivamo perché sapevamo che saremmo stati deportati e uccisi. Questa emigrazione è un fenomeno enorme, una quantità di casi diversi, non si può generalizzare. Arrivano persone di tutti i tipi: chi scappa, chi vuole migliorare il proprio tenore di vita, bambini abbandonati da madri che sperano in un destino migliore... La mia mente torna a cose viste». «Ho pronta - fa quindi sapere - una proposta di legge contro questo parlar d'odio gli uni contro gli altri, e per i diritti umani».
«C'erano le leggi razziali, eravamo perseguitati da anni, cos'altro si poteva fare che cercare di fuggire? Io ero una richiedente asilo: negato. Avevo documenti falsi, cercavo di passare in Svizzera perché è chiaro che saremmo stati in salvo, ma gli svizzeri mi hanno respinto con mio papà e due vecchi cugini. Più tardi hanno deportato anche i miei nonni. Nessuno di noi aveva fatto nulla. Ci sono analogie ma non sono situazioni uguali, a distanza di 80 anni. E io non sono indifferente: la combatto, l'indifferenza, e continuerò a farlo finché vivo». 
LA REAZIONE DEI SOCIAL Come ormai spesso accade, le parole della Segre hanno diviso i social. In tantissimi hanno applaudito il suo intervento, ma in tanti, troppi, la pensano diversamente: «Lady Liliana Segre, senatrice a vita filocomunista, si erge a paladina dei Rom, altrimenti detti zingari, notoriamente refrattari a tutte le regole del vivere civile. Forse la sinistra italica ha individuato un nuovo bacino elettorale», scrive Paolo. Un altro utente la attacca spiegandole che il suo ragionamento è dovuto al non aver mai subìto un furto dai Rom: «Quando ti ritroverai una porta sfondata, cassetti ribaltati per aria, e derubata di tutto, soprattutto dei ricordi, cambierai idea», scrive. Facebook e Twitter, tra ieri e oggi, hanno ospitato davvero tantissimi commenti sulle sue parole.
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Giugno 2018, 18:26
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