Legge elettorale, fiducia al Senato su 5 articoli: scoppia la protesta e De Petris occupa il posto di Grasso

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Il governo ha posto nell'Aala del Senato cinque questioni di fiducia su cinque dei sei articoli del Rosatellum 2.0. Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro. Subito dopo in aula è scoppiata la protesta. Particolarmente calda la situazione tra gli scranni di Sinistra italiana, dove sono stati alzati cartelli con la scritta "zero fiducia", al grido "vergogna, vergogna", mentre la capogruppo, Loredana De Petris, ha protestato urlando a squarciagola. Quindi, dopo la sospensione della seduta per la convocazione della Conferenza dei capigruppo, ha occupato la zona compresa tra i banchi della presidenza e quelli del governo, lamentando che le è stata negata la parola. Meno forte ma ugualmente incisiva la protesta dei senatori del Movimento 5 stelle, che si sono calati delle bende sul volto.


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«Oggi Gentiloni è passato alla storia per aver battuto un triste primato: essere il primo Presidente del Consiglio dall'Unità d'Italia a porre la fiducia sulla legge elettorale sia alla Camera sia al Senato. Lo dichiarano in una nota i senatori di Mdp Maria Cecilia Guerra, Federico Fornaro e Carlo Pegorer. «Nel 1923, infatti - ricordano i senatori demoprogressisti - Mussolini pose la fiducia su di un ordine del giorno e su di un emendamento della legge Acerbo; nel 1953 De Gasperi si limitò a chiederla al Senato sulla "legge truffa" nell'ultimo giorno utile della legislatura in presenza dell'ostruzionismo delle opposizioni; mentre nel 2015 il governo Renzi la mise solo nel passaggio dell'Italicum alla Camera». Una invasione di campo del Governo in una materia parlamentare che non sarebbe stata concepibile in nessuna grande democrazia europea, per di più a pochi mesi da nuove elezioni», concludono dal Mdp.

L'Aula del Senato ha quindi respinto con alzata di mano le questioni pregiudiziali presentate da M5S e Sinistra Italiana contro la riforma della legge elettorale e, sempre con alzata di mano, ha respinto anche la questione sospensiva presentata dal M5S. I parlamentari 5 stelle avevano chiesto di votare a scrutinio segreto ma il presidente di Palazzo Madama aveva dichiarato inammissibile tale richiesta. 

Sinistra italiana, con Loredana De Petris, e M5s, con Vito Crimi e Giovanni Endrizzi, avevano chiesto di votare a scrutinio segreto solo la parte dei rispettivi documenti che riguarda le minoranze linguistiche, materia per la quale il Regolamento del Senato autorizza il voto segreto. Ironico Karl Zelelr: «Grazie colleghi di M5s per l'attenzione alle minoranze linguistiche. Tutti gli emendamenti di M5s sono tutti volti a discriminare le minoranze linguistiche, e non a tutelarle».


 
Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Ottobre 2017, 18:28
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