Gratteri rivela: «Renzi mi voleva ministro della Giustizia, gli dissi di sì». Poi saltò tutto, ecco perché
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«Ho incontrato per la prima volta Renzi la sera prima che incontrasse Napolitano - ha detto il magistrato - me lo presentò Delrio, che conoscevo da quando era sindaco di Reggio Emilia. Abbiamo parlato per due ore e mezza di giustizia, mi ha chiesto tante cose, poi mi ha lanciato la proposta: "Lei deve fare il ministro della Giustizia". Io ho detto che no, non ho il carattere per farlo: sono un decisionista, sono abituato a sedermi e non alzarmi finché non si prende una decisione. Lui però ha insistito: "Le do carta bianca, mi siedo a fianco a lei in Parlamento e tutto ciò che lei propone, deve passare"».
«Io avevo in testa la rivoluzione dei codici - aggiunge Gratteri - Gli ho detto di sì. Vado a dormire, la mattina dopo torno in Calabria a lavorare: mi chiama Delrio e mi dice "lei è nell'elenco dei 16 ministri, non è che si tira indietro?". Rispondo che io sono un uomo di parola». Nel pomeriggio poi, arriva l'incontro Renzi-Napolitano e la lista definitiva dei ministri: ma nasce qualche problema. «Vi ricordate che la porta non si apriva? Quando ho visto quella scena ho pensato che stessero litigando per me, e infatti era così. Poco dopo mi chiama Delrio, tutto dispiaciuto e mortificato, io invece ho fatto un sospiro di sollievo - conclude il suo racconto - Chi mi vuole bene mi dice che devo accendere due candele a Napolitano ogni mattina».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Febbraio 2020, 11:35
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