Meloni: «Lo Stato non tratta con la mafia e con chi minaccia»

La premier: " Il 2023 sarà dedicato alle riforme. Il governo durerà 5 anni"

Meloni: «Lo Stato non tratta con la mafia e con chi minaccia»

di Alessandra Severini

Piglio severo e parole decise. Giorgia Meloni non traballa di fronte alle polemiche che hanno accompagnato il caso Cospito e messo sotto accusa due dei più fedeli membri del suo partito.
«Lo Stato non deve trattare con la mafia e nemmeno con chi lo minaccia» dice a proposito delle polemiche e delle manifestazioni per l'abolizione del 41bis. A dimostrazione che non intende retrocedere, Giorgia Meloni guarda al futuro e, partecipando ad una manifestazione in favore del candidato del centrodestra alla guida del Lazio, Francesco Rocca, promette che il 2023 «sarà l'anno delle grandi riforme, andremo dove non si è riusciti ad andare finora».


Il programma è molto ambizioso: «Daremo a questa nazione una riforma delle istituzioni che consenta di avere governi scelti dai cittadini e duraturi, e una riforma giustizia che garantisca certezza del diritto e certezza della pena». Con la consueta grinta la premier difende poi dalle critiche le riforme già avviate, come quella dell'autonomia differenziata: «Non è vero che togliamo ad alcuni per dare ad altri: se gestisci bene le tue risorse e le tue competenze, prendo in considerazione l'ipotesi di farti gestire altre competenze».
Dal palco Meloni ha mandato anche messaggi ai suoi detrattori. «Dicono che con me al governo l'Italia è isolata, ma sapete cosa rispondo? Che non è possibile isolare l'Italia perché l'Italia è fondatrice dell'Ue, della Nato, è nel G7 ed è una delle nazioni più ricche nel mondo». E poi, la difesa patriottica del made in Italy: «Difenderemo i nostri gioielli, le aziende strategiche, il vino, i nostri prodotti da chi li vuole attaccare imponendoci di mangiare la polvere di cavalletta».
Dopo i giorni critici la premier ha chiesto a tutti (compresi i suoi) di abbassare i toni, Quello che conta per lei è dimostrare che il governo è saldo e capace di dare risposte concrete. «Se hai un orizzonte corto - sottolinea - guardi al consenso giorno dopo giorno. Ma se hai l'orizzonte lungo sai che le risposte arrivano tra cinque anni, perché saremo ancora qua. E allora vedrò i dati del Pil, dell'occupazione. Allora arriverà anche il consenso vero, non quello effimero frutto di provvedimenti facili». La prossima sfida sarà fra solo una settimana, quella delle elezioni in Lazio e Lombardia con più di 12 milioni di cittadini chiamati al voto.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Febbraio 2023, 08:37
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