Draghi parte dalla scuola: «Modificare il calendario per recuperare il tempo perduto». In classe fino al 30 giugno?

Draghi parte dalla scuola: «Modificare il calendario per recuperare il tempo perduto». In classe fino al 30 giugno?

di Lorena Loiacono

Quest’anno gli studenti potrebbero restare in classe d’estate, anche fino al 30 giugno, in presenza o in didattica a distanza. O comunque più a lungo del previsto. Per poi riprendere le lezioni, a settembre, trovando tutti i docenti in cattedra. È questo il piano strategico per la scuola a cui sta lavorando il premier incaricato Mario Draghi che, negli incontri con i gruppi parlamentari, ha dichiarato che il governo che si verrà a formare dovrà «rimodulare il calendario scolastico» dell’anno in corso, per recuperare i giorni perduti. Le lezioni perse sono dovute sia ai problemi legati alla didattica a distanza, sia alle giornate di chiusura per quarantena e o, nelle Regioni più in difficoltà con i contagi, per il prorogarsi della dad rispetto ad altri territori.

Un progetto che potrebbe trovare l’opposizione dei sindacati: «Allungare a prescindere il calendario scolastico – spiega Maddalena Gissi, presidente Cisl scuola - significa far credere che con la Dad la scuola ha scherzato: vogliamo ascoltare quindi il programma di Draghi. Siamo comunque convinti che c’è bisogno di recuperare per tanti ragazzi che non sono stati raggiunti dai docenti per motivi tecnici e per diversità di condizione socio-economica». 


Parallelamente sarà necessario trovare una soluzione alla carenza dei docenti in cattedra, il primo giorno di scuola.

A settembre scorso erano decine di migliaia le cattedre vacanti in attesa di un supplente da convocare: i problemi sono andati avanti addirittura fino a gennaio. Tra gli obiettivi del premier incaricato c’è proprio quello di garantire il primo giorno di scuola con il professore in cattedra: i concorsi però sono fermi.

E l’Associazione nazionale dei presidi chiede allora di poter intervenire direttamente nel reclutamento visto che si tratta di una problema da grandi numeri: «Ci sono 800mila posti di insegnamento e oltre 200mila sono scoperti – sottolinea il presidente Antonello Giannelli - bisognerebbe assumere oltre 200mila docenti ed è fattibile se daremo alle scuole il potere di assumere, magari attraverso una forma di concorso alleggerita. Se il presidente incaricato sta pensando a una riforma strutturale la accogliamo con favore».


Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Febbraio 2021, 13:14
© RIPRODUZIONE RISERVATA