Crisi di governo: le 3 (nuove) condizioni del Pd: abolizione decreti sicurezza e modifica taglio parlamentari

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Abolizione dei due decreti sicurezza, accordo sulla manovra evonomica e "no" alla legge della riforma sul taglio dei parlamentari nella versione scritta fino a oggi. Questo intende il segretario dem Nicola Zingaretti quando parla di "svolta e discontinuità" rispetto al passato e sono queste le tre condizioni presentate dalla delegazione del Pd al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sarebbero queste, insomma, le condizioni poste dal Pd per un accordo con il M5S. 

La fuga di notizie avrebbe però creato qualche malumore tra i renziani: «sconcerto» secondo quanto riporta l'Adnkronos. «Ci aspettiamo che vengano smentite» dice un big dell'area ricordando che è stata data «piena
fiducia e pieno sostegno al segretario
» e che «in Direzione non abbiamo nè discusso nè votato quei 3 punti».

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Pronta la precisazione per placare gli animi: «Le tre condizioni poste da Zingaretti sono le traduzione dei 5 punti compresi nell'Ordine del giorno votato all'unanimità, per acclamazione, dalla Direzione del Pd», spiegano altre fonti. «È chiaro che la manovra venga scritta prima di dare l'incarico al premier, anche per avere tutte le garanzie per evitare l'aumento dell'Iva», spiegano le stesse fonti che poi proseguono: «L'abrogazione dei decreti sicurezza era esplicitamente prevista nei 5 punti dell'Odg. Se arriva a Lampedusa la Sea Watch, magari mentre il governo giura, e sono ancora in vigore quei decreti cosa si fa? La nave va multata, sequestrata e le persone che sono a bordo bloccate?». Infine, specificano sempre le fonti Pd, «lo stop alla riduzione dei parlamentari è legata al lavoro da fare su una riforma organica, ampia, che comprenda anche il taglio dei parlamentari insieme a altri punti, a partire da una legge elettorale coerente».
 
 


Per quanto riguarda l'argomento caldo del taglio dei parlamentari, Delrio stempera: «Siamo a favore del taglio dei parlamentari che pure avevamo già proposto in passato, ma chiediamo sia inserito in una agenda complessiva che tenga conto di una riforma della legge elettorale che garantisca rappresentanza democratica ai territori. Nessun tentativo di far fallire quindi, ma piuttosto di fondare su solide basi un governo all'altezza della crisi».  

Per calmare le acque, arriva anche la nota del segretario Pd Nicola Zingaretti«I punti alla base della possibile trattativa per un nuovo governo sono quelli decisi all'unanimità dalla Direzione di ieri e che abbiamo presentato oggi al Presidente della Repubblica.
Qualora ce ne fossero le condizioni e la disponibilità, è giunto il tempo di aprire una fase di confronto e approfondimento». 



 


 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Agosto 2019, 15:39
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