Crisi governo, la diretta. Conte: «Draghi deve darci risposte». Ma i grillini si spaccano, in 20 voteranno la fiducia

Gli aggiornamenti in tempo reale sulla crisi dell'esecutivo Draghi

Ultimatum di Conte: «Draghi deve darci risposte»

Un nuovo ultimatum. Simile, nei toni e nei contenuti, a quello già recapitato a Mario Draghi una settimana fa. Ma anche una mezza apertura: «Non potremo più condividere alcuna responsabilità di governo se da parte del premier non ci sarà chiarezza sui nove punti che gli abbiamo sottoposto», sentenzia Giuseppe Conte in diretta Facebook alle 8 di sera, al termine di un’altra giornata di vertici fiume con i colonnelli grillini. Con la differenza, rispetto all’aut-aut già consegnato giorni fa al capo del governo, che nel frattempo il premier si è dimesso. «Confidavamo che Draghi optasse per un percorso diverso – ammette Conte, il volto provato dai tre giorni di colloqui ininterrotti – Lui ha inteso il nostro comportamento sul decreto Aiuti come una rottura del patto di fiducia alla base della maggioranza: ne prendiamo atto. Come noi ci assumiamo le nostre responsabilità, Draghi si assuma quella della sua decisione». 

 

«UMILIAZIONE POLITICA»

Tradotto: è stato Draghi a volere la crisi. A rassegnare il suo mandato pur potendo contare su numeri in parlamento «di cui nessuno aveva mai goduto prima». Quella dei grillini «non era una votazione contraria e neppure un’astensione», ma la risposta a un «ricatto», sostiene l’ex premier. Che parla di «umiliazione politica» nei confronti del Movimento. «Non tiriamo Draghi per la giacchetta – mette in chiaro Conte – il M5S c’è se otterrà risposte alle sue richieste. Spetterà a lui valutare se ci sono le condizioni». 

Parole che, al di là dell’aut-aut, fanno intravedere anche un mezzo dietrofront, rispetto alla linea oltranzista dell’«usciamo dal governo a prescindere» che nei giorni scorsi sembrava vicina sul punto di prevalere. È l’apertura di uno spiraglio per far proseguire l’esecutivo, come chiesto dai ministri Federico D’Incà e Fabiana Dadone. Ma pure dalla vice dell’Economia Alessandra Todde, che per tutto il giorno ha portato avanti la mediazione in tandem con Chiara Appendino e Stefano Patuanelli. Ed è anche una corsa ai ripari di fronte al rischio di una nuova scissione, il possibile addio di venti-trenta deputati pronti a sostenere Draghi che ieri ha fatto suonare un campanello d’allarme nel quartier generale pentastellato. 

 

Dopo le parole di Conte, la discussione continua fino a notte in assemblea congiunta.

I toni si alzano: «Mercoledì non ci possiamo presentare con i nostri ministri in carica», va all’attacco la senatrice Alessandra Maiorino. E il collega Daniele Pesco: «Non siamo gattini per Draghi – l’affondo – Chi la pensa come Di Maio esca». Il confronto interno ai 5S era cominciatofin dal mattino, con l’ennesima riunione ristretta del consiglio nazionale, andata avanti per cinque ore. Ma anche quello che era considerato un consesso favorevole all’ex premier si è risolto in un confronto rovente. A complicare la riunione, il cannoneggiamento del ministro D’Incà, che in contemporanea ha diffuso un allarmante dossier sui rischi che correrebbe l’Italia con la fine del governo Draghi, a cominciare dall’impatto sull’attuazione del Pnrr. Una doccia fredda per i colleghi pentastellati.

L’IPOTESI VOTO ONLINE

Nelle stesse ore, alcune fonti del Movimento facevano trapelare la notizia che fosse stata già contattata la società Skyvote che per conto dei pentastellati si occupa di predisporre le votazioni online. Una notizia potenzialmente esplosiva visto che la base grillina, storicamente contraria al mondo dell’alta finanza, difficilmente avrebbe potuto pronunciarsi a favore di Draghi. Per un partito che ancora cerca una quadra sulla posizione da tenere, diffondere la notizia del voto e era troppo. E infatti ecco la smentita: nessuno dal Movimento ha contattato Skyvote «per un eventuale voto di fiducia al governo Draghi». Richiesta che comunque, a rigor di statuto, potrà essere formulata fino alle ore 8 di domani mattina. 
Poi, in serata, la nuova convocazione dell’assemblea congiunta dei parlamentari. Preceduta dall’intervento in diretta social, per serrare i ranghi. Un altro ultimatum. «Risposte chiare, o il Movimento non c’è». 
 


Ultimo aggiornamento: Domenica 17 Luglio 2022, 12:17
© RIPRODUZIONE RISERVATA