Consultazioni, nel pomeriggio Di Maio al Quirinale. Salvini: «Governiamo col M5S», ma Berlusconi dice no

Consultazioni, nel pomeriggio Di Maio al Quirinale. Salvini: «Governiamo col M5S», ma Berlusconi dice no
Si è aperta la seconda giornata di consultazioni al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: sarà una giornata densa, con colloqui a ritmo serrato tra il Capo dello Stato e le principali forze politiche. La prima delegazione ad arrivare è stata quella del Partito Democratico, guidata dal segretario reggente Martina insieme a Orfini e all'ex ministro Delrio. Dopo i Democratici, alle 11 è toccato a Forza Italia con Silvio Berlusconi e le capogruppo Bernini e Gelmini. Un'ora dopo alla Lega al Colle con il segretario Matteo Salvini. Si chiuderà alle 16.30 con il Movimento 5 Stelle rappresentato dal capo politico Luigi Di Maio.

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NON RISPONDONO ALLE DOMANDE Inusuale «silenzio stampa» oggi al Colle. Tutte le delegazioni presentatesi al Quirinale per il secondo giorno delle consultazioni con il presidente Mattarella hanno preferito limitarsi a delle dichiarazioni. Nessuno ha voluto rispondere alle domande dei numerosissimi giornalisti presenti di fronte allo Studio alla Vetrata dove il capo dello Stato tiene i colloqui. In successione, Maurizio Martina, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sono sfilati via senza rispondere ad alcuna domanda. 

LEGA A PIEDI AL QUIRINALE La delegazione della Lega è salita al Colle per le consultazioni. Al colloquio con il presidente della Repubblica partecipano, con il segretario Matteo Salvini, Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti, capigruppo al Senato e alla Camera. I tre hanno varcato a piedi il portone del Quirinale alle 12 in punto, orario previsto per il colloquio, scavalcando le catene di ferro che delimitano il perimetro. «Qui Quirinale, rimanete sintonizzati per ascoltare in diretta le nostre dichiarazioni dopo l'incontro con il Presidente della Repubblica. #Salvini». È il messaggio che compare sul profilo Twitter del leader della Lega, che rinvia alla diretta dal Colle pubblicata sulla sua pagina Facebook. Il colloquio è durato una mezzoretta. Le consultazioni riprenderanno nel pomeriggio con i rappresentanti dei 5 Stelle.
SALVINI: CI INTERESSANO PROGRAMMI, NON RUOLI «Abbiamo ricordato a Mattarella che più che posti e ruoli ci interessano i programmi su temi come la riforma delle pensioni, il lavoro e la riforma fiscale». Lo afferma Matteo Salvini, leader della Lega al termine delle consultazioni al Colle. «Faremo di tutto per dare un governo che duri 5 anni ovviamente partendo dal centrodestra coinvolgendo m5s, senza altre soluzioni temporanee e improvvisate, vediamo se si riesce a trovare una quadra».

«Andiamo in Parlamento se ci sono i numeri certi, altrimenti si torna al voto. La Lega è un partito nato tra la gente figuriamoci se abbiamo paura di tornare alle elezioni», ha detto Salvini che ha aggiunto che lavorerà «per smussare gli angoli che altri, a parole, non vogliono smussare». «È stato un incontro assolutamente positivo in cui abbiamo espresso una linea costruttiva. Molti hanno detto dei no, noi siamo venuti a dire dei sì. Non pensiamo a governi raccogliticci, lavoriamo a un governo che duri cinque anni e che abbia l'interesse nazionale italiano come priorità
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"IN PARLAMENTO SOLO CON NUMERI CERTI" «Più che i ruoli - ha detto il leader della Lega - siamo interessati ai programmi: la riforma delle pensioni, la riforma fiscale, la riforma delle Autonomie che sarà centrale» e in politica estera dobbiamo «evitare che l'Italia sia l'ultima con gli alleati europei». «Continuerò a incontrare tutti - ha aggiunto - dalla prossima settimana, partendo dall' alleanza di centrodestra, che abbiamo ribadito che è unitaria. Andiamo in Parlamento se ci sono numeri certi. Noi non abbiamo detto 'nò a nessuno, lavoriamo a smussare gli angoli che altri, a parole, non vogliono smussare, cercando di esercitare la responsabilità che la Lega ha esercitato per l'elezioni dei presidenti delle Camere, facendo passi di lato e facendo rinunce. Se ognuno rimane sulla proprie impuntature i governi non si fanno». 

Ha già incontrato Luigi Di Maio? «No, lo faremo alla luce del sole». Così risponde Salvini lasciando a piedi il Quirinale dopo leconsultazioni. Ai cronisti che lo incalzano assicura di non aver ancora visto il capo del M5S e a chi gli domanda se lo abbia sentito stamattina replica di «no». La Lega dice «no» a un governo con il Pd perché «ha perso le elezioni», ha detto Salvini.

MARTINA: LEGA-M5S POTENZIALE MAGGIORANZA, ORA GOVERNI Chi ha vinto le elezioni «si faccia carico della responsabilità» di governare, ha detto il reggente del Pd Maurizio Martina al termine del colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale. «Noi - ha aggiunto - avvertiamo come certi atteggiamenti siano più figli di un secondo tempo della campagna elettorale che di una responsabilità nuova. Il tempo della campagna elettorale è finito e queste forze farebbero bene a tornare con i piedi per terra anche rispetto a soluzioni» di governo.

«Abbiamo segnalato come l'avvio della legislatura ha fatto emergere una potenziale maggioranza che si è espressa in ambito istituzionale dall'elezione dei presidenti di Camera e Senato fino alla definizione delle commissioni, sono scelte che non hanno previsto un nostro coinvolgimento e di certo non fatte casualmente, sono scelte di natura politica e per noi si tratta di capire se queste scelte compiute da queste forze coerentemente siano in grado di avanzare un'ipotesi di governo».

«Noi siamo in campo da protagonisti per rafforzare in coerenza con il lavoro fatto dal governo tutti gli interventi di sostegno sociale. Sui quattro snodi di interesse generale il Pd eserciterà fino in fondo la sua funzione nel suo ruolo di opposizione. I 4 punti: taglio del costo del lavoro e reddito di inclusione; controllo della finanza pubblica; gestione del fenomeno migratorio; rafforzamento del quadro internazionale».

«La prima questione - prosegue Martina - è quella sociale con la lotta alle disuguaglianze. Penso poi al taglio del costo del lavoro, la riduzione del cuneo fiscale e più in generale il percorso di stabilizzazione dei lavoratori». «Siamo pronti - sottolinea ancora - a proporre il reddito di inclusione che consente a tanti di avere un primo sostegno di contrasto alla povertà, è meglio fare questo piuttosto che vagheggiare soluzioni irrealistiche. Presenteremo una proposta per l'assegno universale per i figli che integra il lavoro fatto con il reddito di inclusione».

Il reggente del Pd sottolinea poi che un altro intervento va fatto per il «controllo della finanza pubblica.
Lo Stato - dice - deve essere amministrato come si amministrano le famiglie. Dobbiamo poi continuare a lavorare sul tema della gestione del fenomeno migratorio, servono interventi precisi e non soluzioni propagandistiche. Infine noi dobbiamo confermare il quadro di alleanze internazionali e rafforzare il quadro europeista».


BERLUSCONI: NO A GOVERNO DI POPULISMI «Abbiamo rappresentato al Capo dello Stato l'urgenza di affrontare i problemi che riguardano gli italiani». Lo afferma Silvio Berlusconi, leader di Fi al termine delle Consultazioni al Quirinale. «Non siamo disponibili a un governo fatto di pauperismi e giustizialismi e populismi e odio che innescherebbe una spirale recessiva e di tasse elevate con fallimenti a catena anche nel settore bancario».  Il governo «dovrà partire da chi ha vinto le elezioni, cioè il centrodestra e dal leader della coalizione vincente, cioè la Lega», ha detto Berlusconi.

Si è concluso in poco più di mezzora l'incontro della delegazione di Forza Italia con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale. Alla guida del partito il presidente Berlusconi assieme alle capogruppo Maria Stella Gelmini e Anna Maria Bernini. Un saluto con la mano e un sorriso ai giornalisti da Silvio Berlusconi uscito in auto dal Quirinale dopo le consultazioni. Il leader di Forza Italia era seduto accanto all'autista.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Aprile 2018, 14:03
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