L'elezione di Giuseppe Conte alla guida del Movimento 5 stelle non è valida. La guerra intestina al Movimento passa anche per le carte bollate e le aule di giustizia. Così ieri il Tribunale di Napoli ha accolto il reclamo presentato da tre attivisti napoletani sulla validità delle procedure che, sulla base del nuovo Statuto, hanno portato lo scorso agosto all'elezione dei nuovi vertici, dal presidente in giù. «Agli Stati Generali dicono gli attivisti nel reclamo - si era deciso per un direttivo composto da 5 o 7 persone. Poi ad agosto, in pieno periodo estivo, con la gente al mare, apprendiamo che bisognava eleggere un capo unico». Il terremoto si è abbattuto su un Movimento già dilaniato da veleni e sospetti e dal duello per la leadership fra Luigi di Maio e Giuseppe Conte. Una nota diffusa dal Movimento ha cercato di calmare le acque, precisando che le delibere saranno rivotate a breve: «Il provvedimento non ha accertato l'invalidità delle delibere adottate, ma ne ha disposto la sola sospensione». Conte, dal canto suo contrattacca: «La mia leadership è fondata sulla profonda condivisione di principi e valori. Quindi è un legame politico, non dipende dalle carte bollate. Alla sospensione risponderemo con un bagno di democrazia».
A giorni dovrebbe essere convocata una nuova assemblea per sottoporre al voto degli iscritti alcune modifiche statutarie e, a questo punto, lì verrà fatto ripetere il voto contestato dal Tribunale di Napoli.
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Febbraio 2022, 09:58
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