Calenda: «Non siamo ruota di scorta di Di Maio, serve governo istituzionale»
Da parte del M5s «c'è ancora tantissima propaganda di un partito che fino a prima delle elezioni sosteneva che bisognava fare un referendum sull'euro e adesso dice che l'Unione economica e monetaria è salda», ha continuato Calenda: «Io - ha proseguito - non attribuisco grande credibilità a questo ondivago atteggiamento di Di Maio che, guarda caso, quando deve andare lui a Palazzo Chigi è pronto a cambiare in qualunque modo il programma del M5s».
Per Calenda, «questo è il tema: se Di Maio dicesse io sono d'accordo su queste cose, troviamo un compromesso istituzionale, non sono io a fare il presidente del Consiglio, levo tutte le pregiudiziali, perché voglio fare una cosa per il bene del Paese... vogliamo scommettere che questo non sarà. E se la leadership fosse messa in discussione quelle cose verrebbero messe in discussione e si andrebbe a riaprire con la Lega. Il problema è solo arrivare al governo, poi la linea, ne sono convinto, la daranno Grillo e Casaleggio», ha continuato.
Reintrodurre l'art.18? «Sarebbe sbagliato farlo», ha poi risposto il ministro dello Sviluppo, sottolineando «la linea riformista» del Pd, a proposito di una delle proposte sostenute dai 5 stelle.
All'Italia serve «un governo istituzionale, aperto alla partecipazione di tutti i partiti non composto da figure dei partiti e con obiettivi» che «siano condivisi», il rispetto «degli obblighi internazionali e che anche metta mano alla legge elettorale, ha poi sostenuto Calenda che non ha voluto dare un'identikit del premier ma si è detto contrario «a un governo di professori. Oggi la grande questione è gestire la realtà e la teoria ha mostrato dei limiti enormi».
Calenda ha sottolineato poi ancora gli elementi del M5s che «lo rendono alternativo al Pd». «Il primo è che un movimento che ha fatto della sua pretesa superiorità morale l'elemento distintivo. Ha passato l'ultima legislatura a dire "voi del Pd siete sostanzialmente dei farabutti"». Quindi, «il principio che io rappresento gli onesti e tu i delinquenti rende molto difficile la compatibilità di governo. Il secondo elemento - ha proseguito Calenda - è il fatto che il M5s ha una leadership carismatica, che non è Di Maio, ma Grillo e Casaleggio». Per cui, ha sostenuto ancora, «oggi il Pd in un governo presieduto da Di Maio che ruolo potrebbe avere se non quello di fare la ruota di scorta? Io non sono stato votato, ma ho fatto la campagna elettorale per il centrosinistra: io non saprei come spiegarlo a un elettore di centrosinistra che questa è la soluzione. Se la soluzione deve essere quella di assumersi una responsabilità, allora tutti la assumano, facendo tutti un passo indietro, magari lavorando su un governo istituzionale, che rifletta la situazione: nessuno ha vinto, certamente il Pd ha perso ma nessuno ha vinto».
«È molto importante che Matteo Renzi prenda la parola direttamente. Il Pd è fratturato da contrapposizioni per interposta persona e bisogna che si parli direttamente e non tramite i rispettivi 'pasdaran'», sono state ancora le parole Calenda che è tornato a rilanciare la proposta di una «segreteria allargata costituente» del partito «con Gentiloni che ha un ruolo fondamentale, Renzi, Veltroni e anche Enrico Letta». Una mossa che dovrebbe fare il segretario reggente Martina al quale, ha riconosciuto Calenda, «è stato affidato un compito improbo». Calenda ha sottolineato i meriti di Renzi nel ruolo di presidente del Consiglio pur ricordando di avere con lui «discusso di più di tutti».
Ultimo aggiornamento: Domenica 29 Aprile 2018, 18:59
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