A governare la Lega ora c'è una "bestia" acefala. Letteralmente. La notizia dell'indagine per cessione di droga piombata sul capo di Luca Morisi, il guru dei social del Carroccio, anche se ancora tutta da verificare ha infatti già creato notevoli scompensi all'interno del partito di via Bellerio. Al punto che c'è chi sostiene che il passo indietro del 48enne, uomo di Matteo Salvini da quasi un decennio, sia il segnale - fortuito ma più evidente - della manovra di accerchiamento che si sta pian piano chiudendo come una morsa attorno allo stesso segretario, mai davvero capace di guidare il partito all'interno del governo Draghi.
Luca Morisi, chi è il guru di Salvini indagato per droga: i post "scandalo" della Bestia
In altri termini a pochi giorni dall'importante voto per le comunali e da quello che sembra un più o meno annunciato flop per i leghisti, e soprattutto dopo settimane di scontri sulla linea da seguire rispetto alle vaccinazioni e all'uso esteso del Green pass, il passo indietro di Morisi rischia di avere un effetto deflagrante sulla leadership di Salvini.
L'insofferenza nel cerchio magico
Non tanto però perché la corrente delle Regioni, guidata dai vari Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, punti a sfilare direttamente il posto da segretario federale all'ex ministro dell'Interno, quanto perché c'è voglia di aria nuova nel "cerchio magico" che lo circonda. L'insofferenza, spesso ricondotta a livello giornalistico a una semplice corrente "giorgettiana" all'interno del partito, è indirizzata soprattutto nei confronti di Borghi, Bagnai e Durigon, scaricati praticamente da tutti all'interno dei gruppi leghisti, meno che dallo stesso Matteo Salvini. Il leader però anche se privato del suo braccio destro e della comunicazione che gli permise l'exploit del 2018, pare tutt'altro che intenzionato a mollare senza combattere.
Anzi, annuncia già prosaicamente battaglia.
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Settembre 2021, 11:34
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