Open Arms, da Renzi segnale di guerra a Conte: ecco perché Iv non ha partecipato al voto di oggi

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di Mario Ajello
Matteo Renzi e i renziani hanno letto i giornali e si sono arrabbiati assai, stamattina. Partono telefonate tra di loro: «Matteo, hai visto? Il governo sa fare solo pasticci». «Sì - la risposta del leader ai suoi - questa cosa delle pettorine è insultante. Gli italiani sono alle prese con problemi gravissimi, e a Palazzo Chigi pensano alle cose inutili...». Dunque, Italia Viva che pareva in pace (precaria) con la maggioranza di cui fa parte e con il governo che ha assai  contribuito a creare ha deciso di botto di lanciare un segnale di guerra. E il segnale è questo: non partecipare al voto su Salvini, nella Giunta del Senato per le Immunità, smarcandosi dal resto della compagine rossogialla.

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Più che il merito della scelta su Salvini, che così si salva in Giunta sulla Open Arms ma in aula quando ci sarà il voto sulla richiesta dei magistrati di processarlo per sequestro plurimo di persona difficilmente uscirà indenne, conta l’avvertimento politico che Renzi ha voluto dare a Conte. E il messaggio è questo: così proprio non va, il cambiamento di passo promesso nell’azione anti-crisi e nel rilancio economico post-Covid non c’è. E allora si riaprono le ostilità. Come dice Michele Anzaldi: «Questo è un governo in preda all’annuncite, vedi il pasticcio sui volontari civici. Conte e Boccia non hanno capito che gli italiani vogliono risposte concrete, e non le vedono né sulla sanità né sulla scuola né sul turismo né su tutto il resto». 

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In effetti a Palazzo Chigi non è che credessero davvero che Renzi si fosse placato. «Alla prima occasione ci farà guerra di nuovo», questo il mood nelle stanze di Conte in questi giorni. E adesso, sull’onda delle polemiche sui volontari civici, l’ex Rottamatore è riandato all’attacco. Usando come campo di battaglia la Giunta del Senato e il voto su Salvini e riproponendo la sfida Matteo-Giuseppi. Tre le motivazioni dell’offensiva a sorpresa anche l’aver letto stamane sui giornali, dicono gli amici del leader di Italia Viva, che gli indici di scontento popolare verso il governo stanno crescendo, dopo la fesa dell’emergenza in cui tutti sembravano aver abbracciato Conte. Insomma Italia Viva ha deciso di dare un segnale forte. Di marcare una differenza plateale. Ed ecco fatto. «Non partecipiamo al voto in Giunta - spiega uno dei componenti renzisti di questa commissione, Francesco Bonifazi perché non è evidente che nella decisione di bloccare i migranti in mare sull’Open Arms non fosse coinvolto anche l’allora e tuttora premier Conte». Ovvero, non fui popera soltanto di Salvini, proprio come dice Salvini. Un altro renziano, Cucca, garantista doc, è stato in questi giorni di esame delle carte pieno di dubbi e questi dubbi hanno pesato assai nella scelta finale di non partecipare al voto. La questione naturalmente più che giuridica è chiaramente politica, il garantismo c’entra fino a un certo punto (poco) e il nocciolo di tutto è che un governo sempre più in preda alla confusione ritrova un nemico interno, Renzi, sempre più deciso a non fare sconti e a sferrare spallate che su un corpo gracile possono risultare micidiali. 

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Maggio 2020, 06:57
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