Elezioni, si vota il 25 settembre. Mattarella: «Niente pause, ora tutti collaborino»

Il presidente della Repubblica scioglie le Camere: «Ma ci sono misure indispensabili». Draghi guiderà il Paese in questi due mesi: «C’è tempo per i saluti»

Draghi ancora per 2 mesi: «C'è tempo per i saluti» Si vota il 25 settembre Mattarella, monito ai partiti

di Francesco Malfetano

«Vi sia da parte di tutti un contributo costruttivo nell’interesse superiore dell’Italia». Sono da poco passate le 17.30. Mario Draghi ha appena rassegnato ufficialmente le sue dimissioni da presidente del consiglio al Quirinale. Dopo aver ricevuto per brevi colloqui i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Elisabetta Casellati, Sergio Mattarella ha sciolto le Camere completando le formalità necessarie per tornare al voto. E allora dal Colle parla alla Nazione. O, forse, soprattutto ai partiti politici ormai già in assetto elettorale.

IL MONITO

I seggi infatti riapriranno il prossimo 25 settembre come ufficializzerà poco dopo proprio il Presidente della Repubblica controfirmando il decreto varato in Cdm che accelera il più possibile le operazioni di voto. E lo faranno in un periodo che «non consente pause». Cioè, ha spiegato il Capo dello Stato apparso rammaricato per come è terminata l’esperienza del governo di alto profilo che lui stesso aveva affidato a Draghi all’inizio 2021, in una fase che non permette di rallentare «interventi indispensabili» per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale e, in particolare, dell’aumento dell’inflazione. «Soprattutto per quanto riguarda i nostri concittadini in condizioni più deboli».
Un richiamo alla responsabilità «Pur nell’intensa, e a volte acuta, dialettica della campagna elettorale» ha detto non a caso il Presidente, indirizzando un monito significativo a chi lo ha appena costretto a intraprendere una strada che - non fatica a chiarire - avrebbe preferito evitare. «Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultima scelta da compiere» ha spiegato affiancato dal suo segretario generale Ugo Zampetti e dal consigliere per la stampa Giovanni Grasso. «Particolarmente se - ha proseguito Mattarella - come in questo periodo, davanti alle Camere vi sono molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del nostro Paese. Ma la situazione politica che si è determinata ha condotto a questa decisione».

 

IL CONSIGLIO

Un passaggio inevitabile quindi. Proprio come il breve cdm guidato da Draghi nel pomeriggio. Chiarito che il governo resta in carica solo per gli affari correnti, «ci sarà ancora tempo per i saluti» ha detto il premier ai suoi ministri dopo averli ringraziati. «Dobbiamo essere molto orgogliosi del lavoro che abbiamo svolto, nel solco del mandato del Presidente della Repubblica, al servizio di tutti i cittadini». E ancora «Garofoli è il piu bravo di tutti...» ha aggiunto riferendosi al suo sottosegretario di Stato e braccio destro. A dominare, però tra i tanti ringraziamenti per il «lavoro prezioso» indirizzati anche dai ministri all’ex Bce, è il consueto pragmatismo di Draghi. 
Il presidente del consiglio ha infatti chiesto a tutti di mantenere «la stessa determinazione» da questo momento in poi, «nei limiti del perimetro che è stato disegnato». L’azione del governo, ha spiegato sarà legata in particolare a fronteggiare le emergenze dovute alla pandemia, alla guerra scatenata in Ucraina dalla Russia, alla corsa dell’inflazione e all’aumento del costo dell’energia. Ma anche agli adempimenti necessari per ricevere i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in modo da «favorire il lavoro del Governo che ci succederà». 

 

In pratica l’esecutivo ora assume un impegno solenne a traghettare il Paese verso quella che era «la prima data utile per il voto» come spiega il Viminale. Il 25 settembre appunto, ieri “liberato” anche dall’impedimento di essere una festività ebraica: «La solennità che inizia la sera consente ai fedeli di religione ebraica di esercitare il proprio diritto al voto nelle ore precedenti» ha chiarito l’Unione della comunità ebraiche. 
Draghi quindi guiderà ancora l’Italia. E lo farà soprattutto mentre imperversa la prima campagna elettorale estiva della storia. Il voto che si terrà tra meno di due mesi è infatti il primo della Repubblica nella seconda parte dell’anno. Il calendario sarà quindi inconsueto e, a detta degli esperti, impegnerà i partiti in una sorta di corsa contro il tempo. I simboli delle forze politiche andranno infatti depositati al Viminale tra il 12 e il 14 agosto. Le liste, le firme, i candidati per i collegi uninominali nelle Corti d’Appello invece tra il 21 e il 22 agosto. Non solo, le Camere della diciannovesima legislatura che inizierà ufficialmente il 13 ottobre, sono da considerarsi “inedite” per almeno altri due motivi. Per la prima volta consteranno di soli 600 parlamentari eletti, invece degli attuali 945 (400 alla Camera e 200 al Senato). Inoltre, non c’è più il requisito dei 25 anni di età per partecipare all’elezione del Senato, e quindi saranno gli stessi elettori a determinare la composizione delle aule di Montecitorio e Palazzo Madama. In pratica, c’è tanto da fare. «Ora rimettiamoci al lavoro» chiude non a caso il cdm Draghi. 

IL SALUTO

È il primo congedo di un premier che per i prossimi due mesi, da dimissionario, sarà chiamato ad un ultimo sforzo. Poi il Paese sarà tra le mani di un nuovo esecutivo. E, forse, in balía dei primissimi effetti di una responsabilità che nessuno dei partiti (né la Lega, né Forza Italia, né il Movimento 5 stelle) ha alcuna intenzione di intestarsi.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Luglio 2022, 12:00
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