M5s, le “anime perse” grilline in cerca di posti (retribuiti)

Il no al doppio mandato lascerà fuori dalle liste 49 degli attuali parlamentari

M5s, le “anime perse” grilline in cerca di posti (retribuiti)

di Francesco Malfetano

C’è chi le chiama le “anime perse” del Movimento. Sono i 49 parlamentari cinquestelle immolati da Beppe Grillo sull’unico altare della coerenza pentastellata rimasto in piedi dopo il terremoto di due legislature, e cioè quello sul limite ai mandati degli eletti. Uno spauracchio ri-agitato dal comico nei giorni scorsi, consacrandolo come «luce nelle tenebre» e «antibiotico» alla casta.

Un ricambio generazionale che ora appare ingiusto a chi ne resterà vittima. E cioè a quei volti simbolo del M5S sbarcati tra Montecitorio e palazzo Madama con la gioia irridente del «Nun valete gnente» urlato da Paola Taverna ai colleghi parlamentari appena conosciuti nel 2013. I “non-politici” del “non-statuto” che ora si ritrovano alla ricerca di una non-sistemazione. 


Del resto lo stesso Grillo aveva dispensato rassicurazioni a piene mani durante l’incontro con gli eletti a Roma prima della crisi di governo. «Vi trovo un altro posto» e «Non abbandono nessuno» le frasi mandate a memoria da deputati e senatori.

Ma come potrà farlo davvero? L’ipotesi delle mini-deroghe ad personam richieste da Giuseppe Conte per un manipolo di big e fedelissimi è già tramontata. Non resta quindi che collocarli nella scuola di formazione politica del Movimento. Cioè nella struttura che supporterà coloro che saranno eletti il 25 settembre. Ma di questo passo i professori saranno più degli alunni. E comunque che stipendio potrà essere garantito da un partito con le casse quasi vuote a chi fino al 13 ottobre - giorno dell’insediamento del nuovo governo - incassa quasi 12mila euro al mese? Dubbi che i parlamentari non faticano ad esternare in privato ma che, sospettando che una dichiarazione possa costargli la “cattedra”, preferiscono il profilo basso in pubblico. Idem per quel centinaio di poltrone che ballano tra coordinatori tematici e referenti regionali (già nominati), e responsabili cittadini e provinciali. Ma questo, ragiona chi non vorrebbe lasciare, può valere per le seconde linee e non per tutti. Anche perché, in nome della trasparenza, oggi le cariche interne non sembra assegnino uno stipendio a nessuno.


I RUOLI
E se la Taverna, unica vicepresidente del Movimento a non poter essere inserita in lista, spera nella benevolenza di Grillo perché gli venga ritagliato un ruolo retribuito, in molti non hanno assolutamente idea di cosa accadrà. Qualcuno ha già in mente di tornare al vecchio mestiere, come l’ex ministro Alfonso Bonafede, avvocato. Idem (forse) per i vari Danilo Toninelli e Andrea Cioffi. Mai entrati nell’inner circle contiano, hanno esultato ogni qual volta Grillo tirava le redini sul secondo mandato, dicendosi a favore. 


I riposizionamenti invece, con la migrazione verso Luigi Di Maio o altri lidi, al momento sembrano sospesi.

E se il capogruppo Davide Crippa pare ormai out dopo le posizioni filo-draghiane espresse, i ministri come Federico D’Incà e Fabiana Dadone non è così scontato se ne vadano. I dubbiosi infatti sono in stallo. «Vediamo che dice Grillo» è il messaggio che rimbalza sulle chat in attesa di comprendere la portata della benevolenza dell’Elevato. In pochi però possono sperare in una sorta di salvacondotto.

Il presidente della Camera, Roberto Fico ad esempio, dopo l’essere stato in predicato di fare il candidato sindaco a Napoli e aver già strappato un ruolo nel Comitato di garanzia, a via Campo Marzio si vocifera di un vestito su misura da coordinatore dell’intero Sud grillino. E qualche speranza in più di un ruolo nella scuola di formazione, nutrono anche il presidente della Commissione Industria Gianni Girotto, l’ideatrice del Reddito di cittadinanza per come lo conosciamo Nunzia Catalfo (ex ministra del Lavoro), e Riccardo Fraccaro, estensore del Superbonus. 
Ma sulla zattera di salvataggio non c’è spazio per tutti. Che ne sarà quindi di Vito Crimi? Il reggente “distratto” che ha salvato Giuseppe Conte dal Tribunale di Napoli, diventato celebre per aver partecipato assieme a Grillo e Roberta Lombardi a quella che resta nella storia come l’unica vera diretta streaming dall’interno del palazzo (con davanti Bersani e Letta).

E cosa invece di Laura Bottici, Carlo Sibilia, Maria Edera Spadoni, Gianluca Castaldi, Claudio Cominardi, Sergio Puglia o Alberto Airola? Torneranno ad essere rispettivamente contabile, biotecnologo (ma complottista), assistente di volo, arbitro di beach soccer, tecnico informatico, consulente del lavoro e operatore televisivo? Nessuno lo pensa davvero. 


Intanto c’è anche da capire chi saranno le nuove linee che contenderanno agli eletti al primo mandato (e confermabili) un posto in Aula. Al netto dei volti noti - Conte stesso, Virginia Raggi (su cui pesano i dubbi sul terzo mandato al Comune di Roma), Chiara Appendino, Rocco Casalino e al professor Alessandro Orsini - servirà una nuova pattuglia. Se Grillo vorrebbe delle Parlamentarie, nelle ultime ore ha preso corpo l’ipotesi di un sistema «ibrido» sullo stile delle Europee 2019, quando Di Maio scelse i capilista e dal web furono pescati gli altri candidati.


Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Luglio 2022, 19:43
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