M5S, attacco a Di Maio e Rousseau: documento dei senatori. De Toma e Silvestri al Misto

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Un attacco al doppio incarico di Luigi Di Maio e un altro, ancora più netto, alla piattaforma Rousseau. Il tutto contenuto in un documento presentato all'assemblea dei senatori. Tre pagine che certificano il profondo dissenso interno al M5S e che chiedono che al vertice ci sia «un organo collegiale democraticamente eletto». Non solo. Nel testo si chiede che anche la piattaforma Rousseau sia sotto il controllo del Movimento. 

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M5S, alto rischio di corto circuito

Il documento arriva nel giorno in cui, alla Camera, lasciano altri due deputati: Rachele Silvestri e Massimiliano De Toma. Vanno al Misto ma, tra non molti giorni, potrebbero far parte della componente (o gruppo) Eco, guidata da Lorenzo Fioramonti. Di Maio, in un momento caldissimo a livello internazionale, è chiamato nuovamente in causa dalla fronda. E il rischio di un corto circuito è altissimo anche perché potrebbero allo stesso tempo partire le lettere «sanzionatorie» da parte dei Probiviri nei confronti dei morosi sulle rendicontazioni. Proprio il sistema dei rimborsi è tra i punti sul quale il documento presentato a Palazzo Madama punta il dito chiedendo un meccanismo più semplice e trasparente e, di fatto, il ripristino del fondo per il microcredito al posto del conto «privato», contestatissimo tra gli eletti. 

IL DOCUMENTO


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A promuovere il testo è il senatore Emanuele Dessì. In assemblea dove non si registra però nessuna raccolta firme e, comunque, viene ribadita «la totale fiducia nel governo» e, anzi, sulla base del documento, si chiede un M5S «più riformista». Nessun accenno invece alla figura del Garante del Movimento, Beppe Grillo. La potenziale slavina legata al documento viene tuttavia bloccata sul nascere. Il testo è infatti discusso alla congiunta dei gruppi, sottolineano dal M5S ricordando come il documento abbia le firme «solo di tre senatori». I malumori investono anche il ruolo dei facilitatori tematici e la selezione di quelli Regionali. Selezione che, per dirla come Fabio Massimo Castaldo, «non è inclusiva» e lascia ampio spazio alla discrezionalità dei vertici.
 

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Tanto che lo stesso eurodeputato - oltre a Dessì - rifiuta la proposta di una candidatura. Toccherà a Di Maio placare l'ennesima rivolta, almeno da qui agli Stati generali, che potrebbero rivelarsi un vero e proprio «Armageddon» per l'attuale struttura del M5S. Per allora già dovrebbe essere attiva la componente di Fioramonti: governista, ecologica, con probabili connessioni a Italia in Comune di Federico Pizzarotti. Mentre sull'altra sponda, quella anti-contiana, si comincia a muovere anche Gianluigi Paragone, lanciando un primo appuntamento per il 17 gennaio a Catania: «Rimettiamoci in Movimento».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Gennaio 2020, 09:31
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