Lazio zona arancione? Ecco le Regioni che cambiano colore: Lombardia e Campania in bilico

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di Francesco Padoa

Da lunedì scorso due terzi degli italiani sono in zona rossa. Oltre 39 milioni di persone in lockdown, con il restante in arancione, nel tentativo di arrestare un'ondata pandemica che sembra non volersi arrestare. Ha detto addio alla zona bianca anche la Sardegna, che si è risvegliata in arancione e con 5 comuni addirittura in lockdown, sintomo che il virus è tutt'altro che sotto controllo, nonostante il calo del tasso di positività, sceso ieri al 5,5%. Archiviato dunque l'ennesimo weekend off-limits, gli italiani cominciano una nuova settimana sotto restrizioni, con la speranza - plausibile forse solo per il Lazio - che lunedì possa esserci un miglioramento e quindi un declassamento dei colori, almeno fino al weekend di Pasqua quando tornerà il rosso in tutta Italia, come previsto dal Dpcm del premier Mario Draghi. Il caso-simbolo dell'emergenza contagi è quello della Sardegna, che non solo è tornata arancione ma resta ancora fanalino di coda per il numero di vaccini eseguiti.

Zona rossa e zona arancione, cosa cambia? Spostamenti, fidanzati, seconde case: le Faq

Per i giorni di Pasqua le regole saranno uguali per tutti: zona rossa in tutte le Regioni tra il 3 e il 5 aprile. Ma da lunedì prossimo, 29 marzo, la suddivisione per colori regionali potrebbe subire qualche cambiamento. 
- In zona rossa attualmente ci sono Lombardia, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Provincia di Trento, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Campania, Puglia.
- In zona arancione troviamo Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Molise, Sicilia, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e alla Provincia di Bolzano. I nuovi cambi di colore delle Regioni verranno determinati dalle ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza, attese dopo il consueto monitoraggio settimanale pubblicato dall’Istituto superiore di Sanità ogni venerdì. L’unica certezza è che l’Italia, con l’abolizione temporanea della zona gialla, resterà tutta tra zona arancione e rossa. Lo prevede l'ultimo decreto legge approvato dal Governo. Fino al 6 aprile nelle regioni gialle saranno in vigore le restrizioni stabilite per le zone arancioni (divieto di spostamento dal comune di residenza, bar e ristoranti chiusi). E le misure della zona rossa (negozi, bar, ristoranti e scuole chiuse) si applicano automaticamente non solo nelle regioni con Rt sopra 1,25 ma anche in quelle dove l'incidenza cumulativa settimanale dei contagi è superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti. Ma con la scadenza del decreto n.30 del 13 marzo, potrebbe essere reintrodotto il sistema a 4 fasce (bianche, gialle, rosse e arancioni), anche se l'ipotesi che in questo momento sembra essere più concreta riguarda una sostanziale proroga dello status quo. In pratica si starebbe ragionando sull'opportunità di prolungare - sempre attraverso un nuovo decreto legge - le restrizioni oggi in vigore, per cui anche l'inesistenza de facto della zona gialla e il divieto di spostamento tra Regioni (oltre alla soglia che fa scattare la zona rossa per 250 casi ogni 100mila abitanti). Non è chiaro però fino a quando. Alcune fonti ministeriali accreditano come probabile l'allentamento dei parametri con la possibilità di passaggio in zona gialla per le Regioni a più basso contagio. Ma altre fonti sostengono che i dati del contagio difficilmente consentiranno
di allentare la stretta, ripristinare il giallo o allargare le maglie degli spostamenti tra le Regioni.

CHI PUO' MIGLIORARE: IL LAZIO
Vediamo comunque cosa potrà cambiare nei colori delle Regioni da lunedì prossimo. Tra le novità positive, forse l'unica, dovrebbe rientrare il Lazio che dopo due settimane trascorse in lockdown viaggia verso la “promozione” in fascia arancione. E' questa Regione ad avere gli unici dati confortanti. Anche perché per migliorare di fascia servono almeno due settimane di seguito con dati positivi, cioè con Rt sotto 1,25 e incidenza inferiore ai 250 casi ogni 100mila abitanti. I parametri erano già migliorati la scorsa settimana. L’incidenza era a 214 casi e l’Rt è nettamente in discesa, a 1,09 e con una previsione di arrivare addirittura sotto l’1. «La stima Rt è in lieve calo intorno al valore 1
», conferma l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, aggiungendo che c'è «cauto ottimismo». Oggi nella regione si registra, però, un aumento dei casi giornalieri rispetto a ieri. Ma a meno di un’impennata dell’Rt, il Lazio dovrebbe perciò tornare nella fascia con meno restrizioni a partire da lunedì prossimo. Anche se, in vista delle vacanze di Pasqua a partire dal 31 marzo, è improbabile un ritorno in presenza delle scuole per soli due giorni.

 

CHI PUO' PEGGIORARE: LA TOSCANA
È possibile invece che alle zone rosse si aggiunga anche la Toscana: in questa regione l'incidenza viaggia attorno ai 250 casi settimanali per 100mila abitanti, a ridosso della soglia che porta nello scenario con più restrizioni.

Nel monitoraggio della Cabina di regia che si svolge il venerdì, si tiene conto della settimana che va appunto dal venerdì al giovedì precedente al lavoro dei tecnici dell'Istituto superiore di sanità e del ministero. La scorsa settimana l’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti era a quota 246: con 250 scatta in automatico la zona rossa. La situazione è delicata soprattutto nell'area di Firenze dove, ha fatto sapere il sindaco Nardella, «siamo vicini ai 400 casi positivi al giorno, c'è una pressione in lieve crescita anche nelle strutture ospedaliere e per quanto riguarda il rapporto dei contagi sui 100mila abitanti siamo vicini alla soglia dei 250.  Firenze non si è mai avvicinata così tanto ai livelli di zona rossa». Saranno fondamentali, comunque, i dati del monitoraggio del venerdì. Va inoltre considerato che circa un terzo dei comuni toscani (94 su 273) sono già in zona rossa.

CHI RISCHIA: VAL D'AOSTA E CALABRIA
Sono ritenute a rischio anche Valle d’Aosta e Calabria, territori in cui però i dati sembrano meno negativi, seppur preoccupanti. L’incidenza sembra infatti in salita in Valle d’Aosta (la scorsa settimana era di poco inferiore ai 200), i cui dati restano sotto attenta osservazione. Per la Calabria a preoccupare è invece l’indice Rt: nell’ultimo monitoraggio era già superiore a 1,25, cifra sopra la quale il passaggio in zona rossa è quasi automatico, nonostante un’incidenza dei contagi abbastanza bassa. E anche se l’incidenza dei contagi resta lontana dal livello di guardia, la regione si segnala per una delle percentuali più basse (71,3%) di dosi somministrate di vaccino rispetto a quelle consegnate. Così bisognerà verificare l’andamento dei prossimi giorni prima che possa essere sancito il lockdown.

CHI SPERA E CHI NO
Dovrebbero restare in zona rossa Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Trento, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Puglia. Qualche remota speranza di passare all'arancione esiste per Lombardia e Campania: in entrambi  casi si è registrato un leggero miglioramento negli ultimi giorni, ma probabilmente non basterà. Anche perché i dati della scorsa settimana, in entrambi i casi, erano alti sia per quanto riguarda l’Rt (soprattutto in Campania) che per l’incidenza. Entrambe le Regioni potrebbero avere ancora un’incidenza superiore ai 250 casi ogni 100mila abitanti. Per il ritorno in zona arancione, quindi, probabilmente dovranno attendere il 12 aprile. Anche se la speranza, ovviamente, è l'ultima a morire.
«Non anticipo niente: posso dire che vedo qualche leggero miglioramento» ha detto qualche giorno fa il governatore Attilio Fontana, facedo trapelare un certo ottimismo. «Mi auguro che i dati saranno buoni che ci sia la possibilità di dare un po' di respiro». L’ultimo monitoraggio dell’Iss stimava in Lombardia l’indice di contagio (Rt) a 1,16. Anche in Campania sembra improbabile un cambio di colore, se non altro per il fatto che il governatore De Luca ha ordinato solo due giorni fa la zona rossa rinforzata prorogando tutte le misure fino al 5 aprile.

Nonostante le disposizioni anti-covid, e i colori rossi e arancioni delle Regioni, si moltiplicano, però, i casi di violazione segnalati dalle forze dell'ordine da Nord a Sud. In tutta Italia, nel fine settimana, le forze dell'ordine hanno controllato 188 mila persone, elevando 4.588 multe e 65 denunce. Sono stati invece 27 mila gli esercizi commerciali controllati, per 150 sanzioni e 59 chiusure. Nella scorsa settimana i controlli sono stati complessivamente 815.089, con un aumento del 6,3% rispetto ai sette giorni precedenti.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Marzo 2021, 14:06
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