Renzi scalda i motori
per il dopo Europee
e sferza il Pd di Zingaretti

Renzi scalda i motori per il dopo Europee e sferza il Pd di Zingaretti
ROMA «È evidente che prima delle prossime politiche -non dopo le europee, prima delle politiche- occorra riorganizzarsi». Come? Guardando «a un centro sinistra moderato» perché «le elezioni le vinciamo al centro, non a sinistra». La ricetta non è nuova e Matteo Renzi torna a riproporla a ridosso del voto. «È un tema che ci porremo più avanti -mette in chiaro l'ex-segretario dem- quando sarà il momento». Ma intanto il 'temà è stato tirato fuori. Renzi si prepara dunque a 'coprirè lo spazio al centro? Ancora prematuro dirlo, si spiega. Per due ordini di motivi. Il primo dipende da che succede dopo il voto di domenica: crisi di governo o no? Se le cose dovessero precipitare (scenario a cui i renziani credono poco) il tempo a disposizione sarebbe poco per organizzarsi. Il secondo è tutto interno ai dem. E dipende dalla linea che Nicola Zingaretti darà al Pd. «Se si rinchiude nel recinto della sinistra, resta un grande spazio al centro e qualcuno tenterà di coprirlo». Magari Renzi. Magari Carlo Calenda che in qualche modo lo ha già esplicitato. Magari insieme? Sembra difficile viste le divergenze caratteriali tra i due, dicono nell'area renziana. «Quando ci avvicineremo alle politiche -ragiona un big dell'era Renzi- Zingaretti dovrà chiarire cosa vuol fare. E già oggi speriamo smentisca l'intervista di Bersani sui 5 Stelle». Intervista nella quale il leader di Art.1 sostiene esattamente, e ancora una volta, l'opposto rispetto a Renzi. «A sinistra -dice Bersani- bisogna mettersi d'accordo: l'avversario è questa destra, e per creare l'alternativa bisogna discutere anche con il M5S».
 La tesi di Bersani, per Renzi equivale a «una sciagura» e spiega: «Un'alleanza Pd-M5S? C'è questa tentazione da parte di una corrente culturale nella società e di qualche aspirante ministro all'interno del Pd. Ma un'alleanza con i Cinque Stelle sarebbe una sciagura. Sarebbe la rivendicazione dell'incompetenza come sistema, come metodo, come valore. La Castelli che spiega l'economia a Padoan, Toninelli che spiega come si fanno i tunnel, Di Battista che parla di politica estera. E noi dovremmo allearci con questa gente?». Piuttosto va organizzato un nuovo centrosinistra. «È evidente che prima delle prossime politiche occorra riorganizzarsi. Bisogna guardare a un centro sinistra moderato, perché la nostra storia e tutto il mondo insegnano che le elezioni noi le vinciamo al centro, non a sinistra. Negli Usa si vince con Biden, non con Sanders. Nel Regno Unito con Blair, non con Corbyn. E potrei fare molti altri esempi. Ma questo è un tema che ci porremo più avanti, quando sarà il momento». E la parola su questo spetta innanzitutto a Zingaretti: «Questa è una discussione che deve aprire Zingaretti. Da parte nostra il segretario ha avuto la massima collaborazione. L'unico fuoco amico contro Zingaretti è arrivato da sgangherate proposte dei suoi collaboratori più stretti, tipo aumentare gli stipendi dei parlamentari... Sono un senatore del Pd e sto facendo campagna elettorale per il Pd. La nostra lealtà è fuori discussione», conclude Renzi che oggi pomeriggio sarà con Simona Bonafè e Nicola Danti, candidati 'renzianì alle europee, a un'iniziativa elettorale al Tempio di Adriano a Roma.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Maggio 2019, 16:29
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