Green pass, da oggi dall'estetista o in tabaccheria soltanto con quello base: ma si potrà ritirare la pensione

Il nuovo Dpcm atteso per oggi fisserà una lunga serie di esenzioni, dalle farmacie alle edicole all'aperto

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di Mauro Evangelisti

Da oggi i No vax che devono tagliarsi o tingersi i capelli, ma anche ritoccarsi le sopracciglia, saranno costretti, quanto meno, ad eseguire un tampone antigenico con esito negativo. Entra in vigore l'obbligo del Green pass per i servizi alla persona, in particolare per parrucchieri, barbieri ed estetisti. Sarà il primo passo verso una stretta più severa che scatterà dal primo febbraio. Il nuovo Dpcm atteso per oggi fisserà una lunga serie di esenzioni, dalle farmacie alle edicole all'aperto.

Green pass, le novità da oggi

 

E se in tabaccheria sarà necessario il Green pass, alle Poste sarà fatta un'eccezione per coloro che devono andare a ritirare le pensioni.
MESSA IN PIEGA
Solo i prossimi giorni confermeranno se la discesa del numero dei casi positivi si sta avvicinando e se il contraccolpo della riapertura delle scuole sui contagi sarà meno intenso di quanto temuto. Per alzare comunque una più solida barriera difensiva, il governo ormai sta spingendo su una diffusione generalizzata del Green pass, come strumento sia di prevenzione dei ricoveri sia di convincimento a vaccinarsi per quella parte di italiani che ancora non sono immunizzati.

Green pass obbligatorio da estetista e parrucchiere da domani. Dall'1 febbraio richiesto anche in negozi, banche e uffici postali


Per questo, da oggi, per entrare nei locali di un parrucchiere, di un barbiere o di un estetista servirà il Green pass base, quello che si può ottenere anche grazie a un tampone negativo, ma che ha una durata di sole quarantott'ore. Dal primo febbraio la lista delle attività in cui viene richiesto il Green pass base si allunga notevolmente. Ricapitolando: servirà per entrare in banca, in un ufficio pubblico o postale (ma non sarà chiesto a chi deve ritirare la pensione). Questo però potrebbe comportare un problema: ci saranno molte più persone che andranno in farmacia per avere il test antigenico, con conseguente aumento di code e attese. C'è poi il tema delle esenzioni, per le quali si sta aspettando il Dpcm esplicativo. Il testo del primo decreto, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 7 gennaio, rinviava a un successivo provvedimento la definizione della lista delle attività commerciali esentate dall'obbligo del Green pass.

Per giorni c'è stata una trattativa tra i vari ministeri, con Giorgetti (Sviluppo economico) che ha spinto per allungare l'elenco, mentre Speranza (Salute) e Brunetta (Funzione pubblica) hanno chiesto una linea più prudente. Il quadro finale inserisce tra le attività commerciali in cui non sarà necessaria la certificazione verde le farmacie, le parafarmacie, i negozi che vendono dispositivi medici come gli occhiali, quelli di animali, edicole all'aperto. Anche i generi alimentari sono considerati «di prima necessità», quindi niente Green pass per supermercati e ipermercati.

Negozi senza Green pass, ok per ottici e benzinai. Certificato obbligatorio dal tabaccaio


LAVORO
Infine, i fumatori No vax dovranno o smettere di fumare (scelta comunque consigliabile) o sottoporsi a un test antigenico ogni volta che vogliono acquistare un pacchetto di sigarette: il Green pass base sarà richiesto anche per le tabaccherie. Restano esentati dalla certificazione verde coloro che devono andare in un ambulatorio medico, dal veterinario, in una caserma o in un commissariato per presentare una denuncia, in tribunale come testimone. Fin qui l'applicazione delle nuove regole sul certificato verde.

 

Dal primo febbraio però ci sarà anche un altro passaggio delicato: saranno inviate le sanzioni da 100 euro (una tantum) agli over 50 che ancora non si sono vaccinati. L'operazione sarà seguita direttamente dall'Agenzia dell'entrate. Il 15 febbraio, infine, parte l'obbligo di Green pass rafforzato (dunque con vaccino o superamento dell'infezione) sui posti di lavoro sempre per tutti gli ultra cinquantenni. In questo caso le sanzioni sono molto più severe: possono arrivare anche a 1.500 euro, con la possibilità di essere sospesi e sostituiti dal datore di lavoro. Non ci sarà però la perdita del posto.



Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Gennaio 2022, 19:25
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