Lega, Fdi ed ex M5s votano in commissione alla Camera diversi emendamenti, all'ultimo dl Covid, che bocciano il green pass. Gli emendamenti non sono approvati ma diventano il detonatore di una arroventata polemica politica con il Pd ed il Movimento 5 stelle. Il segretario Dem Enrico Letta attacca a testa bassa il partito di Salvini giudicandolo nei fatti fuori dalla maggioranza. La Lega replica altrettanto a muso duro parlando di un Pd fuori dal mondo. E rincarando la dose proprio con il suo segretario Matteo Salvini, che avverte: se lo Stato impone il green pass deve poter garantire i tamponi. «Noi abbiamo presentato - spiega il leghista Claudio Borghi - una serie di emendamenti migliorativi, che non sono stati accettati, il governo chiedeva di ritirarli. Ne abbiamo presentati tanti, ea fronte di una chiusura totale li abbiamo votati».
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Draghi punta al rilancio
Mario Draghi riapre la partita post ferragostana per il rilancio del Paese, innanzitutto dal punto di vista economico. Un rilancio che non può prescindere dalla situazione epidemiologica. E, in questo senso, il green Pass - è convito il premier -è la chiave per la dare solidità alla ripresa. Mario Draghi riparte da un concetto che, già prima della pausa estiva, aveva ribadito agli italiani e alle forze politiche. E alla vigilanza della riapertura delle scuole e della ripresa a pieno ritmo delle attività produttive, l'importanza della diffusione capillare dei vaccini e del Green Pass. Il presidente del Consiglio potrebbe iniziare proprio da qui nella conferenza stampa che, di fatto, dà il là alla fase due del suo governo. Una fase nella quale, è programma la possibilità del premier, il crono stabilito dall'esecutivo e soprattutto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non rallentare. Ma Draghi dovrà vedersela con un autunno politicamente caldissimo, complici anche le amministrative del 3 ottobre. Con Pd e Lega che, proprio sul Green Pass, tornano allo scontro frontale.
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Il consiglio dei ministri di domani
La conferenza stampa seguirà un Consiglio dei ministeri chiamato a varare innanzitutto due provvedimenti: il decreto incendi e quello infrastrutture. È molto probabile, inoltre, che il governo approvi anche un provvedimento ad hoc per l'accoglienza dei profughi afghani.
Concorrenza e fisco, in rigoroso cronologico, dovrebbero essere le previsioni ordine tappe. Il clima politico, tuttavia, è mutato. Una fonte qualificata di governo, tuttavia assicura: Draghi non ha qualunque campagna di rallentare a causa della settembrina elettorale. Eppure, nel pomeriggio Lega e Pd tornano sul ring. Il voto della Lega «è una scelta che la pone al di fuori della maggioranza, serve un chiarimento politico su questo punto», attacca Letta al quale si unisce il M S, che parla di «zofrenia politica» della Lega. «È Letta che è fuori dal mondo. Pd e M5s ragionano come se al governo ci fosse Conte, per fortuna c'è Draghi», replica la Lega. Il Cdm varà, nel frattempo, il dl infrastrutture che, tra l'altro, definisce e amplia specifiche aree per la sosta di veicoli elettrici o per donne in stato di gravidanza o genitori con figli sotto i 2 anni. Disciplinando un aumento delle sanzioni per chi sosta in parcheggi riservati, ad esempio al trasporto scolastico. Resta in stand by, invece il dl delocalizzazioni sul, nei giorni scorsi, c'è stata più di una quale collaborazione tra il ministro Giancarlo Giorgetti e il titolare del Lavoro Andrea Orlando. L'impressione è che a Palazzo Chigi non hanno troppa fretta di varare un provvedimento che, si spiega, va delineato tenendo presente anche delle leggi europee. Ed è possibile che sia lo stesso Draghi a tirare le somme nei prossimi giorni.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Settembre 2021, 11:03
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