Green pass, stretta di Confindustria: «Chi provoca danni, paghi». Ecco i 9 casi di risarcimento

La circolare: il dipendente senza certificato deve avvisare l’azienda una settimana prima

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di Andrea Bassi

I lavoratori del settore privato che non hanno il Green pass saranno assenti ingiustificati. Resteranno a casa senza stipendio, ma non potranno essere sanzionati o licenziati. Eppure potrebbero essere chiamati a risarcire i danni eventualmente causati all’impresa dal loro comportamento. L’indicazione emerge dalle circolari operative inviate dalla Confindustria a tutti gli associati in vista dell’obbligo di Green pass nel mondo del lavoro che scatterà venerdì prossimo. 

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IL PASSAGGIO
«L’obbligo del green pass in corso di validità», scrive l’associazione degli industriali, «è essenziale per evitare il blocco delle attività: il mancato possesso del certificato valido», si legge ancora nel documento, «rischia di incidere sulla vita aziendale, oltre che sulla posizione dei singoli lavoratori. È evidente che ogni comportamento che dovesse recare danno all’impresa», è la linea di Confindustria, «ricadendo negativamente sull’organizzazione o sulla possibilità per l’azienda di far fronte ai propri obblighi contrattuali, legittima in ogni caso la reazione aziendale sul piano della richiesta del risarcimento dei danni». Insomma, il dipendente non potrà essere sanzionato o licenziato, ma se cagionerà un danno all’organizzazione aziendale sarà tenuto a risarcirlo. 

Nelle circolari di Confindustria vengono anche citati una serie di esempi nei quali la mancanza del Green pass potrebbe causare dei problemi all’impresa. Come per esempio l’assenza di quei lavoratori che operano nella sicurezza degli impianti, dall’antincendio alla gestione dell’emergenza, che potrebbe creare il blocco di interi reparti produttivi. O ancora, l’assenza di manodopera altamente specializzata che potrebbe causare ritardi nella consegna delle commesse con la conseguenza per l’impresa di dover pagare pesanti penali. Ed ancora, i lavoratori che devono essere inviati in trasferta ma che per la mancanza del Green pass non possono partire.

Oppure negli appalti, quei dipendenti assunti per uno specifico progetto. «Per questo», scrive Confindustria nella sua circolare, «si richiede la collaborazione piena e convinta nell’interesse di tutti».

LA COMUNICAZIONE
Anche nei documenti informativi per i dipendenti il concetto viene ribadito. Dopo aver chiarito che il lavoratore non è licenziabile, viene precisato comunque che «l’azienda si riserva di valutare le eventuali conseguenze negative delle scelte personali sull’organizzazione del lavoro e sull’attività produttiva». 
I lavoratori, inoltre, dovranno comunicare settimanalmente ai propri responsabili eventuali periodi in cui non saranno in possesso del Green pass. 

«Il possesso del Green pass valido o la sua mancanza», si legge nel documento di Confindustria, «possono incidere profondamente sulle scelte organizzative dell’azienda. Per organizzare e programmare adeguatamente e tempestivamente le attività produttive», spiega la circolare, «invitiamo tutti i lavoratori a comunicare settimanalmente al proprio responsabile tramite e-mail (e salvo ipotesi organizzative particolari che richiedono un maggior preavviso e che saranno preventivamente indicate, es. trasferte) eventuali periodi nei quali non saranno in possesso del Green pass». Chi non effettuerà la comunicazione, spiega il documento confindustriale, verrà considerato in possesso del certificato verde e, ovviamente, sarà sottoposto ai normali controlli previsti dalle norme. Se dopo una eventuale verifica, che potrà essere fatta ai tornelli o a campione, il dipendente risulterà non in possesso del Green pass, scatteranno le sanzioni previste dalla legge. Ossia il lavoratore sarà passibile di una sanzione amministrativa da 600 a 1500 euro, oltre alla perdita della retribuzione per il periodo in cui non viene prodotto un certificato valido, oltre, in questo caso, alle sanzioni disciplinari.
 


Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Ottobre 2021, 15:05
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