«C’è ancora stasera, c’è tempo. Non troppo ma ce n’è». A offrire la sintesi di una giornata di trattative convulse stavolta è Giancarlo Giorgetti, sempre più ministro del Tesoro in pectore. Quando lascia Montecitorio la sensazione è che bilancini e manuali Cencelli non troveranno riposo nella notte. E a tutti gli effetti sarà proprio così. Questa mattina del resto deputati e senatori prenderanno possesso dei loro scranni alle Camere per stabilire, in primis, chi dovrà guidarle. Non mostrarsi uniti in questa fase sarebbe un segnale catastrofico per il centrodestra perché non solo contraddirebbe tutti i «siamo ottimisti» e «coesi» rivendicati fino a questo momento, quanto allungherebbe i tempi per ricevere l’incarico da Sergio Mattarella.
E così a ribollire sono anche i telefoni. Salvini poco dopo le parole di Giorgetti sveste la felpa padana per indossare quella del mediatore e fare un passo in avanti. O meglio farne fare uno indietro a Roberto Calderoli per la poltrona di presidente del Senato. Dopo aver richiesto per lui la seconda carica dello Stato ancora nel pomeriggio, la Lega decide quindi di lasciare che a palazzo Madama diventi presidente Ignazio La Russa. La Camera però andrà ad un leghista. Il nome? Ancora da definire, ma non necessariamente sarà uno tra il vicepresidente Riccardo Molinari o Nicola Molteni. D’altro canto per Montecitorio, spiegano, «c’è più tempo». Il voto decisivo non si terrà prima di domani mattina.
Gli incastri
Anche a Camera e Senato sbloccati però, il gioco di incastri è tutt’altro che completo. In cambio del dietrofront di Calderoli, Salvini – che prima del vertice federale con i suoi nel pomeriggio ha anche incontrato Meloni vis-a-vis – chiede tanto. Le Infrastrutture con delega alla Guardia costiera per sé, il Viminale ma per un fedelissimo “politico” (anche se alla fine non disdegnerebbe il prefetto di Roma Piantedosi), gli Affari Regionali, l’Agricoltura, il Tesoro per Giancarlo Giorgetti e qualche altro ministero meno importante. «Una follia» liquida però uno dei consiglieri della leader di FdI. «Uno schema irricevibile» risponde secco un’altra fonte di vertice, sia che si comprenda nell’accordo il ministero dell’Interno con un fedelissimo del Capitano sia che il Viminale resti escluso dal pacchetto. «La Lega chiede delle compensazioni – ragionano ancora a tarda sera a via della Scrofa – ma al massimo ci sarebbe da compensare Forza Italia».
Gli azzurri
E proprio con il Cavaliere le trattative sono infuocate.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Ottobre 2022, 09:42
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