Il premier sulla plastic tax: «Ridurremo l'impatto». È lite sui fondi alla scuola

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di Diodato Pirone
La plastic tax. I fondi per la scuola. Gli incentivi ai pagamenti elettronici. E pure l'allarme del settore dei giochi che lancia un sos perché «all'ennesimo aumento» del prelievo fiscale rischia di «morire di tasse». Arriva la prova del Parlamento per manovra e decreto fiscale collegato, e non si placano dentro e fuori dalla maggioranza le polemiche sulle tasse mentre Palazzo Chigi prova a tenere aperta la porta del dialogo con i sindacati.
Per gettare acqua sul fuoco il governo tende una mano ai produttori di plastica che il premier Giuseppe Conte è pronto a incontrare per spiegare che non ci sono intenti punitivi ma la volontà di imprimere una svolta green dell'economia. Mentre il leader M5S Luigi Di Maio difende a spada tratta la misura con cui l'Italia «ha deciso di cominciare una conversione veloce» del sistema produttivo, tacciando chi frena di essere alla mera ricerca «di voti», Palazzo Chigi cerca la mediazione. Con l'obiettivo, insieme alle aziende coinvolte e agli esperti del settore, di rendere più efficace e sostenibile il nuovo prelievo da 1 euro al kg pensato per i prodotti inquinanti e monouso. Il distretto emiliano, la Packaging Valley con 230 aziende e 17mila occupati, continua a respingere la plastic tax, che rischia di fare aumentare del «110%» il costo delle materie prime, e chiede piuttosto un piano più organico di incentivi per la transizione alla produzione di bioplastiche.
 


LA LISTA
Ma le richieste delle aziende della plastica si aggiungono a una lista già lunga: c'è il comparto dell'autotrasporto che chiede di ripensare i tagli alle agevolazioni sul gasolio, e il concessionari dei giochi che lanciano un grido d'allarme contro il rischio di «morire di tasse». Ma le richieste arrivano anche da parte della maggioranza: a Italia Viva che continua a puntare a una retromarcia sulle auto aziendali e sulla sugar tax, ma propone di rimandare il cuneo o di tagliare Quota 100 per trovare le coperture, si aggiunge il ministro Lorenzo Fioramonti, che reclama più fondi per la scuola.

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Il titolare dell'Istruzione, peraltro, per primo aveva lanciato l'idea di una tassa sugli zuccheri, pensando anche alle merendine. La sugar tax poi è entrata in manovra ma le risorse sono state destinate altrove. Fioramonti lamenta anche di non essere stato coinvolto nell'idea della nuova Agenzia nazionale per la ricerca.
Dalle prime audizioni sul decreto fiscale emergono altre criticità, a partire dalle norme anti-evasione sulle ritenute negli appalti, sulla quale Conte ha promesso all'Ance una riflessione e l'apertura di un ulteriore tavolo. Mentre i gestori dei circuiti di pagamenti elettronici suggeriscono di pensare più a incentivi e a un piano di comunicazione per spiegare ai cittadini i vantaggi della moneta elettronica rispetto al contante, ricordando che regolamentare i micropagamenti potrebbe incappare in problemi di antitrust perché sarebbe distorsivo del mercato, in particolare nei confronti degli operatori del Fintech, cioè dei nuovi sistemi di pagamento che, lamenta la relativa associazione, non sono nemmeno presi in considerazione dal decreto.

Intanto si chiarisce l'intervento complessivo sugli asili nido che, come annunciato, non comprende solo un rafforzamento dei voucher per pagare le rette: i Comuni, dal 2021 al 2034, avranno infatti a disposizione due miliardi e mezzo di euro per costruire nuovi spazi da dedicare ai servizi per i bimbi da 0 a 2 anni.
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Novembre 2019, 08:54
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