L’altro giorno in Senato si sentiva questa battuta: Renzi doveva spaccare il centrosinistra, ha finito per spaccare il centrodestra. E’ così presidente Meloni?
«Esattamente il contrario, il centrodestra ha dato grande prova di coesione e compattezza in tutte le sue componenti, comprese quelle sotto l’attacco opportunistico di Conte. E abbiamo dimostrato di essere una coalizione unita in un momento cruciale per la Nazione e pronta per la sfida del governo. Le mosse di Renzi hanno semplicemente mostrato a tutti gli italiani quello che noi denunciamo da tempo: questo è un governo senza futuro e inadatto a portare l’Italia fuori dalla crisi».
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Diversi nomi di FI hanno votato la fiducia. Immagino che il passaggio di Polverini alla maggioranza rosso-gialla, visti i comuni trascorsi nella destra, l’abbia colpita più di altri. Come se lo spiega?
«Mettiamola così: è la fine di un equivoco. Mi dispiace soltanto per i tanti elettori e i tanti lavoratori che molto tempo fa hanno creduto in lei per certi valori che evidentemente non rappresentava. Ma la cosa più scandalosa è il mercimonio messo in atto da Conte, che ha dedicato ogni parola del suo intervento in aula a cercare di blandire qualche potenziale soccorritore. Ha messo sul piatto pubblicamente il ministero dell’Agricoltura, la delega ai servizi segreti, persino una legge elettorale proporzionale che peraltro sarebbe responsabilità del Parlamento e non del governo approvare. E non oso immaginare cosa lui e i suoi emissari abbiano offerto in privato ai vari Ciampolillo di ieri e di domani».
Forza Italia sta mostrando parecchi problemi a tenere la barra dritta in questo momento: teme una emorragia di voti a favore di Conte? O addirittura una svolta neocentrista di Berlusconi, in nome di comuni ideali europeisti, popolari e socialisti invocati da Conte?
«No, non lo temo. Berlusconi sa che gli elettori del centrodestra ci vogliono uniti e sa che, quando in passato ha dato l’impressione di flirtare con la sinistra, Forza Italia ha perso consenso. E non credo si faccia ammaliare dallo strampalato appello di Conte a mettere insieme tutto e il contrario di tutto. Lei sa dirmi che cosa ha fatto di liberale o di popolare il governo Conte fino ad oggi? E perché un liberale o un popolare dovrebbe infilarsi da parente povero nel governo più a sinistra della storia repubblicana? Se qualcuno lo farà meriterà di essere chiamato voltagabbana o traditore, non certo popolare o liberale. Quelle sono categorie ideali rispettabili, che nulla hanno a che fare con questo indecente mercato delle vacche».
Oggi sarete ricevuti dal Presidente Sergio Mattarella. Cosa gli direte? Soprattutto, cosa vi aspettate che dica lui a voi, dal momento che a norma di Costituzione finché un governo ha i numeri e non c’è una crisi formale il Capo dello Stato può solo prendere atto...
«Saremo al Quirinale nel pomeriggio e chiederemo al Presidente della Repubblica di sapere se, secondo lui che è arbitro e garante della Costituzione, l’esecutivo possa andare avanti in queste condizioni o se non sia più saggio chiedere agli italiani di risolvere la crisi politica dando all’Italia un governo degno di questo nome.
Se Conte non riuscisse a governare, di fatto, con numeri tanto ballerini, lei sarebbe disposta a ragionare di governo istituzionale per gestire l’emergenza Covid e i fondi Ue?
«Escludo governi istituzionali o di larghe intese. La strada maestra per noi rimangono le elezioni. Anche e soprattutto per fronteggiare l’emergenza Covid e i fondi europei serve un governo con un forte mandato popolare, con un programma chiaro e una maggioranza coesa e unita».
Una domanda sullo scostamento: il centrodestra lo ha votato. Un segnale di distensione?
«Lo abbiamo votato perché non intendiamo privare le famiglie e le aziende italiane degli aiuti di cui hanno bisogno in questo momento così drammatico. Il giudizio negativo sull’operato del governo e sulla sua pretesa autosufficienza rimane invariato, e la nostra opposizione non intende fare sconti».
Ieri a Washington si è insediato Biden. Pentita del “trumpismo” da lei sempre professato, visto l’epilogo della sua presidenza?
«Non mi sono mai sentita trumpista e quindi non ho nulla di cui pentirmi. Da amica degli Stati Uniti ho condannato le violenze e oggi faccio gli auguri a Biden, augurandomi che sappia pacificare una nazione profondamente divisa, non solo per responsabilità di Trump. Da presidente dei Conservatori europei non ho mai nascosto di preferire la visione di Trump e le politiche che in questi 4 anni ha portato avanti su tasse, immigrazione, identità e famiglia. Sarebbe stato strano il contrario. Da italiana, a differenza della sinistra e di una certa intellighenzia, guardo a quello che succede all’estero sempre con la bussola della difesa dell’interesse nazionale e quindi mi auguro che non torni la dottrina Obama-Clinton che, con il sostegno alle primavere arabe, ha visto dilagare l’estremismo dei Fratelli musulmani e aumentare profughi e clandestini. Da donna di destra, nemica del politicamente corretto, mi auguro di poter continuare a dire quello che penso senza essere censurata dalle grandi multinazionali del web. Mi aspetto da Biden una voce forte in questa direzione».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Gennaio 2021, 10:17
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